Fitoterapia
Fitoterapia: le piante dalla A alla Z
CURCUMA
Pianta e uso tradizionale
La curcuma appartiene alla famiglia delle Zinziberacee; la droga è costituita dai rizomi essiccati. Detta anche zafferano delle Indie, è originaria dell’Asia e ben si adatta a terreni sterili.
È stata tradizionalmente impiegata per curare i disturbi digestivi caratterizzati da acidità gastrica e flatulenza intestinale, per i disturbi lievi delle vie biliari, per l’ulcera peptica, nel dolore e negli stati infiammatori articolari, nelle irregolarità mestruali, nella diarrea e in numerosi altri disturbi.
Efficacia
Studi condotti su cavie animali hanno confermato la capacità della curcuma di ridurre la formazione dei gas intestinali, mentre altri studi condotti sull’uomo ne hanno evidenziato l’efficacia nel trattamento di disturbi digestivi minori accompagnati da flatulenza intestinale e nelle disfunzioni lievi delle vie biliari; anche l’attività antinfiammatoria è stata confermata, mentre per quanto riguarda gli altri impieghi terapeutici tradizionali, mancano evidenze scientifiche di efficacia.
Sicurezza d’impiego
La curcuma è citata nelle monografie dell’ESCOP, in quelle dell’OMS e nelle farmacopee ufficiali italiana ed europea. L’impiego di questi rizomi a scopo curativo è controindicato per i soggetti che soffrono di malattie gravi e ostruttive delle vie biliari; i pazienti affetti da calcolosi biliare devono consultare il medico prima di assumerla. Non sono note interazioni con altre piante medicinali o farmaci. Anche in corso di gravidanza e durante tutto il periodo dell’allattamento la curcuma va assunta solo su indicazione del medico.
Consigli e raccomandazioni
Può essere assunta per via orale per il trattamento di disturbi digestivi e leggere disfunzioni delle vie biliari.
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