Fitoterapia
Fitoterapia: le piante dalla A alla Z
CARCIOFO
Pianta e uso tradizionale
Il carciofo appartiene alla famiglia delle Asteraceae (Compositae); se ne usano le foglie fresche (l’essiccamento infatti altera i principi attivi). Tradizionalmente viene impiegato per curare disturbi digestivi, eccesso di grassi nel sangue, nausea, postumi dell’ubriachezza, colon irritabile, e inoltre per stimolare la diuresi e curare diverse malattie (viene anche impiegato in caso di morso di serpente).
Efficacia
Il carciofo sembra essere efficace nell’alleviare la nausea, il vomito, l’eccesso di aria intestinale e i dolori addominali tipici dei disturbi digestivi funzionali e di quelli dovuti a problemi delle vie biliari. Solo per trattamenti prolungati e con un estratto particolare sono state ottenute lievi riduzioni del colesterolo totale e del colesterolo LDL.
Sicurezza d’impiego
La pianta è citata nelle monografie dell’ESCOP e nella Farmacopea Ufficiale italiana. L’uso è ovviamente da evitare nei pazienti con gravi malattie ostruttive delle vie biliari; in alcuni soggetti potrebbe accentuare la flatulenza, e in quelli già allergici ad altre piante della stessa famiglia, causare reazioni allergiche. Non esistono dati certi sulla sicurezza del carciofo in gravidanza, durante l’allattamento e in età infantile.
Consigli e raccomandazioni
Il carciofo è indicato nei disturbi digestivi di lieve entità (mal di stomaco, nausea, vomito, sensazione di gonfiore addominale, flatulenza intestinale) e nei disturbi del fegato e delle vie biliari. Può essere di supporto nel trattamento delle condizioni di moderato aumento dei grassi del sangue (in associazione, ovviamente, alla dieta e all’esercizio fisico).
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