GRAVIDANZA
La gravidanza non è una malattia, ma un evento fisiologico dell’età riproduttiva femminile che inizia quando l’ovulo viene fecondato da uno spermatozoo, con annidamento nella cavità uterina e successivo accrescimento in utero. Per nove mesi, la donna offre al futuro bambino un ambiente protettivo e ricco di nutrimento, in cui l’ovulo fecondato può svilupparsi in feto. La gravidanza termina poi con il parto, quando il feto fuoriesce dal canale del parto e inizia una vita propria, indipendente da quella della madre.
Se si verifica un ritardo mestruale (cioè un ritardo del flusso mestruale atteso) pari ad almeno una settimana in una donna in epoca fertile, che non faccia uso di anticoncezionali, è possibile che si sia in presenza di una gravidanza. Talora, questo sospetto può insorgere anche per la comparsa di alcuni sintomi tipici: tensione e sensazione di dolenzia alle mammelle, nausea tipicamente mattutina e talvolta associata a vomito, necessità di urinare più frequentemente e, infine, un’importante e inusuale stanchezza (con alterazioni dell’appetito) che solitamente tende ad aumentare.
In caso di ritardo mestruale è possibile eseguire un comune test di gravidanza, acquistabile in farmacia, per escludere o confermare la gravidanza. Una volta accertata la gravidanza, è utile riferire al medico la data di inizio dell’ultimo flusso mestruale: per convenzione, infatti, la durata della gravidanza viene calcolata in base alla data dell’ultima mestruazione.
Un sistema facile per calcolare la presunta data del parto consiste nell’andare a ritroso di 3 mesi dal primo giorno dell’ultimo flusso, quindi aggiungere 1 anno e 7 giorni. È bene considerare comunque che solamente il 10% delle gestanti partorisce nella data prevista, mentre la maggior parte lo fa in un lasso di tempo compreso tra 3 settimane prima e 2 settimane dopo la data prevista, il che viene considerato assolutamente normale.
In genere l’ovulazione si verifica dopo due settimane dal flusso mestruale e la fecondazione poco dopo: di conseguenza, per calcolare l’età corretta dell’embrione, è necessario sottrarre due settimane dal numero di settimane convenzionalmente assegnate alla gravidanza; in altre parole, una donna in stato di gravidanza da 4 settimane porta in grembo un embrione di due settimane.
Ovviamente, se le mestruazioni sono irregolari la differenza reale può essere maggiore o minore alle due settimane, poiché non è possibile stabilire con certezza il giorno dell’ovulazione e dell’eventuale concepimento. Qualora non sia possibile risalire alla data di quest’ultimo, è possibile ricorrere all’ecografia che, se eseguita entro le prime 12 settimane di gravidanza, consente di datare con certezza l’epoca gestazionale del feto.
La gravidanza dura in media 266 giorni, cioè 38 settimane dalla data di fecondazione, o 280 giorni (40 settimane) se si considera la data del primo giorno dell’ultima mestruazione. Il periodo gestazionale viene abitualmente suddiviso in tre trimestri (primo, secondo e terzo).
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