Dermatologia ed estetica
Centri estetici
Invecchiamento cutaneo
Se la problematica più sentita per quanto riguarda il corpo è la cellulite, per il viso è sicuramente l’invecchiamento cutaneo: la medicina estetica permette di controllare questo fenomeno fisiologico adottando un approccio diagnostico (check-up generale e cutaneo), un programma preventivo (di pertinenza medico-estetica) e un programma correttivo, il più delle volte multidisciplinare.
Il check-up medico estetico si avvale, nel suo approccio diagnostico, di un esame anamnestico e un esame obiettivo, tradizionali e mirati alla domanda, supportati da una serie di valutazioni a indirizzo medico-estetico, morfologico e funzionale in grado di fornire un identikit globale del soggetto in esame e “contestualizzare” così l’eventuale inestetismo denunciato; può anche accadere, in questa fase, di evidenziare patologie non sospettate perché silenti e, pertanto, non ancora diagnosticate.
Una valutazione dello stato della pelle è utile a qualsiasi età, se si vuole formulare una prescrizione cosmetologica mirata e così prevenire i segni del tempo, in particolare quelli legati alle aggressioni atmosferiche. D’altra parte, sarebbe preferibile effettuare questo bilancio cutaneo in giovane età, dopo la pubertà, per conoscere al più presto il tipo di pelle e le sue difese, e quindi realizzare una programmazione igienico–preventiva tempestiva (una scarsa presenza di sebo non è infrequente anche in giovane età; in questo caso, se esiste una scarsa protezione melaninica all’esposizione solare, il processo di invecchiamento cutaneo può avviarsi anche precocemente). Un altro periodo in cui il check-up cutaneo può essere molto utile è quello della menopausa, quando la produzione del sebo diminuisce per motivi ormonali; in questo caso occorre rivedere e modificare la protezione cosmetica.
L’esame va eseguito ogni due anni in giovane età, per passare poi a una cadenza annuale all’approssimarsi della menopausa. In alcuni casi può però rendersi necessaria una maggiore frequenza, anche se solo di una o più misurazioni rispetto all’esame completo, al fine di controllare l’effetto di una prescrizione cosmetologica mirata al riequilibrio dei parametri trovati alterati o per monitorare un trattamento con cosmeceutici.
In base ai biotipi cutanei si distinguono pelli normali, seborroiche, secche e sensibili. In base al tipo di invecchiamento cutaneo si distinguono invece un cronoinvecchiamento (invecchiamento fisiologico, non determinato da influssi negativi ambientali) e un fotoinvecchiamento. Il primo è oggi ricondotto alle teorie programmatiche, che vedono la senescenza come risultato di una programmazione genetica propria di ciascuna cellula che compone l’individuo, e alle teorie del danno stocastico-degenerativo, che considerano il processo di invecchiamento il risultato di errori e danni che si accumulano nel corso della vita dell’individuo (per esempio il danno ossidativo legato all’azione dei radicali liberi prodotti nel corso di svariati processi metabolici, le reazioni di cross-linking nelle molecole di collagene e DNA, con conseguente compromissione della funzionalità di cellule e tessuti, le mutazioni genetiche spontanee o indotte dalle radiazioni, gli errori durante la sintesi proteica, l’accumulo di prodotti del catabolismo). Con il termine fotoinvecchiamento si intende invece il complesso di alterazioni cutanee indotto dall’esposizione solare cronica e prolungata, che vanno a sommarsi alle modificazioni determinate dall’età.
Con il passare degli anni, le principali funzioni della cute si modificano: la funzione di barriera, la pigmentazione, la produzione di sebo e sudore, la cheratinizzazione, la termoregolazione, la funzione immunitaria. La cute subisce profonde modificazioni strutturali che interessano le sue diverse componenti.
Rispetto alla “semplice” cute invecchiata, quella fotoinvecchiata presenta ispessimento e ruvidezza, marcata perdita di elasticità, colorito giallastro, lesioni discromiche evidenti, eventuali cheratosi attiniche e maggiore profondità delle rughe (che appaiono fisse e marcate).
La cute, non essendo dotata di strutture muscolari proprie, si modella sulle contrazioni dei muscoli sottostanti. Con il passare del tempo, a causa delle alterazioni a carico del tono e dell’elasticità, non è più in grado di rilasciarsi, pertanto restano incise le prime depressioni, che man mano si approfondiscono e diventano rughe. Si distinguono in particolare:
- rughe lineari, inizialmente reversibili, più marcate nei soggetti emotivi o espressivi (si manifestano prima nel sesso femminile e nei soggetti che usano la mimica facciale); sono rughe dinamiche, direttamente correlate alla contrazione dei muscoli mimici sottostanti, e comprendono le perioculari, cosiddette zampe di gallina, le infraoculari o rughe di corrugamento, le perilabiali o da fumo, le rughe a disposizione verticale, situate sopra il labbro superiore e attorno alla bocca, e le rughe trasversali della fronte, legate all’espressione;
- rughe glifiche, che consistono in un’accentuazione della tramatura fisiologica della cute, quella (presente anche in età neonatale) che forma la cosiddetta tessitura cutanea; tale trama è poco evidente nel bambino, ma con il passare del tempo si incide maggiormente sulla cute, manifestandosi soprattutto sulle guance;
- grinze, che decorrono obliquamente attraverso le rughe lineari, sono inizialmente reversibili e si producono in seguito all’assunzione di posizioni prolungate del viso (tipiche quelle del sonno, determinate dalla posizione assunta durante la notte);
- pieghe naso-labiali, incisure profonde situate tra il bordo esterno delle labbra e le ali del naso, delimitate dalle masse muscolari (muscolo periorale e masseteri), provocate dal cedimento della cute in eccesso (su cui agisce anche la forza di gravità);
- increspature, pieghettature che compaiono su braccia, cosce e fianchi, condizionate dall’invecchiamento cronologico per progressiva retrazione della rete elastica e del collagene del derma.
Per contrastare questi fenomeni, è sicuramente molto utile migliorare il proprio stile di vita, prestando maggiore attenzione all’alimentazione, all’esposizione solare, al fumo di sigaretta, all’uso di cosmetici ecc. Esistono poi alcuni rimedi medico-estetici.
Biostimolazione Consiste nella somministrazione per via intradermica di precursori (per esempio la glucosamina solfato) dei glicosaminoglicani (GAG), la cui biosintesi è operata dagli stessi fibroblasti che producono collagene ed elastina.
I GAG tipici della pelle (ialuronato e dermatan-solfato) sono per lo più concentrati nel tessuto connettivo dermico e hanno una conformazione (lunghe catene di molecole) tale da permettere loro di legare e di fissare l’acqua, aumentando il turgore dermico e ottimizzando la funzionalità del microcircolo cutaneo. Con la riduzione dei GAG aumenta la perdita di acqua (un aspetto non trascurabile dell’invecchiamento cutaneo è infatti la disidratazione dei tessuti) e si alterano gli scambi metabolici nella sostanza fondamentale, eventi che si ripercuotono negativamente sull’aggregazione del collagene e dell’elastina e sulla funzionalità microcircolatoria; la contemporanea diminuzione di acido ialuronico riduce ulteriormente l’idratazione e avvia la progressiva involuzione della sostanza fondamentale. Dal punto di vista scientifico, allora, la biostimolazione mediante glucosamina solfato permette di fornire il substrato intermedio per la biosintesi dei GAG, ottimizzando la gestione del collagene e dell’elastina endogeni e del collagene esogeno, aumentando l’idratazione del derma e dell’epidermide e stimolando, infine, la funzionalità fibroblastica.
Dermal filler Oltre alla biostimolazione, altri possibili trattamenti per l’invecchiamento cutaneo sono la radiofrequenza, già vista in precedenza, e i cosiddetti dermal filler, di cui l’acido ialuronico è il principale rappresentante e quello che, a oggi, ha garantito la maggiore sicurezza di impiego; questa sostanza è normalmente contenuta nel nostro organismo, ma nella forma usata per gli impianti in commercio viene sintetizzata in laboratorio o estratta dalle creste di gallo.
Con l’espressione dermal filler vengono indicati gli impianti iniettabili utilizzati per il trattamento di rughe, solchi e piccole aree depresse, oltre che per il temporaneo aumento di volume di labbra, zigomi e altre zone del viso. L’iniezione viene effettuata con un ago molto sottile nello spessore del derma (la parte più robusta e spessa della pelle). I vantaggi di questo trattamento sono numerosi: si pratica in ambulatorio, con o senza anestesia locale, e nella maggior parte dei casi permette l’immediato ritorno alle normali attività; è modificabile, e ciò permette di eseguire dei “ritocchi” successivi, ma anche di “provare un nuovo look” e poi decidere se mantenerlo; il costo è contenuto.
Lo svantaggio principale nell’impiego dei dermal filler riguarda invece la durata, che è limitata nel tempo; tuttavia, questo aspetto può costituire anche, come si è visto, un vantaggio.
Il dolore varia in base alla sensibilità individuale (la soglia del dolore è soggettiva), ma dipende anche dalla sede in cui il filler viene iniettato: le labbra, per esempio, sono particolarmente sensibili, ed è quindi opportuno applicare una crema anestetica 30 minuti prima del trattamento o eseguire l’anestesia tronculare, molto rapida ed efficace; altre zone, come le pieghe naso- labiali, possono essere trattate senza alcuna anestesia oppure mediante applicazione di crema anestetica.
Il risultato dipende fortemente dalla situazione di partenza, come in tutti i trattamenti estetici medici o chirurgici. Per questo motivo è molto importante che il medico e il/la potenziale paziente discutano sulle possibilità e sui limiti dell’eventuale risultato. Una persona con rughe naso-labiali marcate,che richiederebbero un lifting, non può aspettarsi la loro completa eliminazione dopo una sola fiala di acido ialuronico: saranno necessarie più sedute (anche 2-3) per raggiungere il risultato desiderato (che comunque in questo caso sarà palliativo e non paragonabile a quello che si otterrebbe con la chirurgia); se le pieghe sono invece meno marcate, mezza fiala di prodotto può anche essere sufficiente.
Allo stesso modo, anche per l’aumento di volume delle labbra, tutto dipende dalla situazione di partenza. Su labbra molto piccole e sottili sarà sufficiente una sola fiala per mettere in discreta evidenza il labbro superiore, mentre per un trattamento completo saranno necessarie altre sedute (2-3) a distanza di 1-2 settimane l’una dall’altra, cosa che permetterà anche di controllare la gradualità dell’aumento di volume.
Una volta iniettato, l’acido ialuronico viene riassorbito dall’organismo in un tempo variabile da individuo a individuo: in certi casi l’impianto, sebbene ridotto, è ancora evidente dopo otto mesi, in altri è necessario eseguire ritocchi già dopo tre mesi.
La durata, come in generale la riuscita del trattamento, dipende in buona misura dall’esperienza, dalla manualità e dal senso artistico dell’operatore; per ottenere la migliore resa, l’iniezione deve essere fatta alla giusta profondità, e in alcuni casi il riempimento ottimale si ottiene posizionando il prodotto a diversi livelli oppure formando una specie di reticolo intradermico di sostegno.
Peeling chimico Si tratta di un’altra arma molto efficace per la correzione dei difetti cutanei del volto: consiste nell’applicazione di acidi (glicolico, piruvico, salicilico, tricloroacetico ecc.) che agiscono a vario titolo sulla pelle; tale azione può quindi essere esfoliante, seboregolatrice, antiacne, antinvecchiamento, schiarente e così via, ed esercitarsi su strati specifici della pelle. Il peeling chimico può apportare miglioramenti ai più svariati inestetismi del volto.
Tossina botulinica Come si è già visto, le rughe del viso hanno origine diversa: alcune sono di tipo essenzialmente gravitazionale, altre prevalentemente muscolare. Fino a poco tempo fa, il trattamento di queste ultime veniva affrontato con il riempimento, per effettuare il quale si ricorreva a filler quali il collagene o l’acido ialuronico oppure a trattamenti chirurgici (lifting ecc.): oggi invece, grazie alla tossina botulinica, il processo può essere effettuato con semplici mini iniezioni sottocute, che inducono la paralisi selettiva dei muscoli mimici responsabili della ruga; l’effetto distensivo appare dopo circa 7-10 giorni e dura per circa 5 mesi. La tossina botulinica ha trovato finora applicazioni in oftalmologia, neurologia, medicina e chirurgia estetica, ma anche in campo dermatologico per le iperidrosi (eccessiva sudorazione) palmare e plantare.
Nello specifico, viene impiegata a fini estetici per correggere le rughe glabellari, perioculari (zampe di gallina) e le rughe orizzontali della fronte, oltre che quelle del collo e quelle periorali (utilizzi poco diffusi in Italia) e, infine, per trattare le iperidrosi (eccessiva sudorazione) di mani e piedi.
L’utilizzo di tale sostanza è assolutamente sicuro in quanto non vi è alcun pericolo di tossicità; naturalmente è bene che venga adoperata da mani esperte (quindi solo da medici), che ne conoscano gli effetti sui muscoli mimici, in quanto può comportare, se male utilizzata, fastidiosi inestetismi (per esempio la ptosi delle palpebre), comunque transitori. Più in generale, quando si decide di ricorrere a cure estetiche, è comunque fondamentale rivolgersi a medici esperti del settore, in quanto è molto facile cadere in mani poco affidabili: il medico serio è colui che espone la realtà dei risultati, che sono sempre soggettivi ed esclusivi.
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