Disidratazione
Insieme delle anomalie provocate da un’eccessiva perdita d’acqua nell’organismo.
Cause
Nei climi temperati, le perdite liquide normali dell’organismo attraverso sudore, respirazione e urine vanno da 1,5 a 2 l al giorno. Vi si associa una perdita di sostanze disciolte nei liquidi corporei, in particolare cloruro di sodio (sali minerali). La disidratazione, che si verifica quando questo fenomeno non è controbilanciato da un apporto equivalente, si osserva in caso di insufficiente introito di liquidi o di perdite idriche eccessive, che a loro volta possono essere di origine cutanea, digestiva, renale o respiratoria.
Le perdite cutanee si osservano in caso di febbre, ustioni estese (per trasudamento ed evaporazione) e sudorazione intensa. Le perdite digestive possono avvenire attraverso vomito e diarrea acquosa, ma anche essere interne, in caso di occlusione intestinale e di peritonite. Le perdite renali dipendono dal consumo di farmaci diuretici o da una secrezione urinaria eccessiva legata a una malattia renale, a un’insufficienza surrenalica o al diabete, mellito o insipido. Le perdite respiratorie infine sono dovute per lo più a un aumento della frequenza respiratoria, che a sua volta può dipendere da vari fattori (sforzo, insufficienza cardiaca o respiratoria).
Sintomi e segni
Uno stato di disidratazione si manifesta con sete intensa, secchezza delle fauci, della lingua e della pelle (che conserva a lungo il segno quando viene pizzicata), diminuzione della resistenza dei globi oculari alla pressione, riduzione del volume urinario, ipotensione arteriosa con polso rapido. Le perdite di sali minerali provocano cefalea, crampi o alterazioni dello stato di coscienza, che aggravano la disidratazione (in tal caso il soggetto non è più in grado di percepire la sete o di esprimersi).
Trattamento
Sempre urgente, soprattutto nel lattante e nell’anziano, il trattamento si basa sulla somministrazione di soluti (acqua con aggiunta di glucosio, sodio o bicarbonati e spesso potassio) sia per via digestiva sia endovenosa, quando il quadro è più grave. La scelta del soluto dipende dalla natura della perdita di liquidi.
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