Dermatologia ed estetica
Scottature solari
Che cosa sono le scottature solari
Le scottature sono manifestazioni piuttosto frequenti fra i soggetti di pelle chiara che per motivi professionali o ricreativi si espongono, senza le opportune precauzioni, per lungo tempo e soprattutto nelle ore centrali della giornata, alle radiazioni solari.
Consistono in una reazione cutanea infiammatoria della pelle dovuta all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti del sole o delle lampade solari, che penetrano nella pelle e causano un danno al DNA, dando inizio a una reazione abbronzante che ha finalità protettive e il cui meccanismo è in parte sconosciuto. L’iniziale arrossamento (eritema) è indotto dai raggi ultravioletti sia di tipo A (lunghezza d’onda compresa fra 320 e 400 nm) sia di tipo B (290 e 320 nm), questi ultimi noti anche come spettro ustionante dal momento che sono in grado di evocare complessi meccanismi infiammatori.
Scottature solari e fenotipi cutanei
Un fattore decisivo nella genesi delle scottature solari è il tipo di pelle, noto come fenotipo cutaneo.
Il colore della pelle può essere suddiviso in chiaro, bruno e nero. I soggetti con pelle chiara sono quelli che, come risposta all’esposizione ai raggi UV, o non si abbronzano (fototipo I) o si abbronzano con difficoltà (fototipo II) o si abbronzano (fototipo III), ma comunque, come per i fototipi precedenti, dopo un’ustione iniziale. I fenotipi IV e V si abbronzano facilmente. Il VI, nero, diventa più scuro.
Esiste anche una sorta di unità di misura dell’ustione solare, che è la dose minima eritematogena, ossia la minima dose di raggi ultravioletti in grado di causare un arrossamento (eritema), in un’area delimitata, successivamente a una singola irradiazione. Questa “dose minima”, nella razza bianca, è compresa per gli UVB fra 20 e 40 mJ/cm2 (cioè, per i fenotipi I e II, a circa 20 minuti di fotoesposizione alle latitudini nordiche, a mezzogiorno nel mese di giugno) e per gli UVA tra 15 e 20 J/cm2 (circa 120 minuti di fotoesposizione alle latitudini nordiche, a mezzogiorno nel mese di giugno).
Manifestazioni
Sintomatologia cutanea I segni evidenti di una scottatura sono i gonfiori (edemi) e gli arrossamenti (eritemi), con prurito, talvolta intenso anche nell’ustione solare lieve; bruciore, dolore e presenza di bolle acquose nelle forme più gravi.
Le lesioni cutanee sono distribuite nelle aree fotoesposte. La lingua può, seppur raramente, ustionarsi nei rocciatori che respirano a bocca aperta (più frequente è l’ustione del vermiglio del labbro inferiore).
A seconda della gravità del danno inflitto al DNA, la cellula può anche andare incontro alla morte, il che spiega come mai la scottatura determini quasi sempre l’esfoliazione della pelle. Esistono meccanismi di riparazione cellulare, ma quando questi sono insufficienti è un bene che la cellula muoia e si perda per esfoliazione. La cellula che sopravvive può degenerare in cellula precancerosa o cancerosa e dar luogo, nel corso dei mesi o degli anni, a un tumore cutaneo.
Infine, rispetto al danno termico diretto, quello degli infrarossi, la reazione all’eccessiva esposizione agli UV si ha qualche ora dopo rispetto al danno, e questo ritardato campanello d’allarme è uno svantaggio in quanto non permette di valutare subito la potenziale gravità della situazione del soggetto esposto.
Sintomatologia sistemica Talvolta si verificano situazioni nelle quali possono essere presenti cefalea, brividi, febbre, nausea e vomito (nei soggetti di fototipo I e II si possono scatenare anche dopo brevi esposizioni) e, nei casi più gravi, può apparire anche confusione mentale. Quando la temperatura del corpo è superiore a 38 °C, se si presentano vomito o diarrea o se la febbre e il dolore durano per più di 2 giorni, è necessario consultare un medico.
Trattamento
Le scottature lievi si possono trattare con semplici rimedi topici quali:
- impacchi freddi e umidi, che riducono il calore e il dolore, sciogliendo in acqua fredda un po’ di bicarbonato (2 cucchiai in 1 l d’acqua). Bisogna tamponare la pelle secca senza graffiarla, e le bolle acquose che si possono formare vanno protette e non rotte;
- creme idratanti o lenitive (ottime quelle specifiche per l’infanzia), che contribuiscono a dare umidità alla pelle;
- eventualmente cortisonici per uso locale e antinfiammatori per via orale tipo aspirina o indomentacina.
Le scottature gravi necessitano di riposo a letto e, in casi molto gravi, di ricovero ospedaliero presso un centro ustionati per l’esecuzione di un’adeguata terapia reidratante, la profilassi delle infezioni e il controllo (ed eventuale assistenza) delle funzioni vitali. La terapia locale prevede medicazioni umide e fredde e cortisonici per uso locale, mentre una terapia generale con cortisonici orali non è raccomandata da tutti gli specialisti dal momento che non si è dimostrata utile nelle varie ricerche effettuate.
Altro inDermatologia ed estetica -Scottature solari
Altro inDermatologia ed estetica