Dermatologia ed estetica
Capelli
Alopecia non cicatriziale
Da un punto di vista clinico, in questi casi non vi è alcun segno evidente di infiammazione tessutale, cicatrizzazione o atrofia della cute. All’origine della condizione ci possono essere fattori congeniti, quindi anomalie genetiche o difetti di sviluppo (alopecia fisiologica del neonato, atrichia congenita, ipotricosi associate a varie sindromi), oppure acquisiti in seguito all’azione di diversi elementi in gioco.
Si distinguono così alopecie:
- genetico-ormonali (alopecia androgenetica);
- ormonali (alopecia post-gravidica o post-ipotiroidismo, ipopituitarismo, diabete, ipoparatiroidismo);
- da reazione follicolare con disturbo del ciclo del pelo (telogen effluvium, anagen effluvium);
- nutrizionali-metaboliche (malnutrizione con carenza proteico-calorica, carenza di ferro o di zinco, deficit di grassi essenziali, sindromi da malassorbimento, errori congeniti del metabolismo);
- fisico-chimiche (da trauma o derivanti dall’impiego di farmaci, agenti chimici, raggi X, trazioni cosmetiche);
- da farmaci (tallio, eparina, dicumarolici, methotrexate, shampoo alcalini, ciclofosfamide, colchicina, tiouracile, vitamina A a dosi elevate e retinoidi, propanololo, bromocriptina);
- idiopatiche (alopecia areata o area Celsi, caratterizzata dalla presenza di una o più chiazze con presenza di capelli “a punto esclamativo” ai margini di una chiazza attiva e peli cadaverizzati che assumono l’aspetto di punti neri; alopecia diffusiva cronica);
- infettive (virali o batteriche, per esempio da sifilide o lebbra, micotiche, per esempio da Tinea capitis);
- neoplastiche.
- psicosomatiche (stress emotivi o tricotillomania, disturbo in cui il paziente si strappa i capelli creando sul cuoio capelluto una chiazza alopecica con capelli rotti a varie altezze).
Un discorso più esteso meritano l’alopecia androgenetica e quella areata.
La calvizie androgenetica colpisce circa il 70% degli uomini dopo i 30 anni di età, è ereditaria e dovuta alla sensibilità costituzionale dei follicoli piliferi all’azione degli ormoni maschili (testosterone e diidrotestosterone), quindi ha come unica causa la predisposizione familiare (anche se lo stress, insieme a un’eccessiva produzione di sebo e forfora, possono costituire delle concause). Inizia in modo lento e progressivo, con l’arretramento della linea di attaccatura dei capelli a livello frontale, e può arrivare a vari livelli di gravità per poi stabilizzarsi; quanto più ampio e profondo è l’arretramento, tanto più rapido e grave è il livello della calvizie: in particolare, si distinguono forme a evoluzione lenta, che esordiscono generalmente a partire dai 28-35 anni, per poi aumentare gradualmente senza arrivare a conseguenze preoccupanti, e forme a evoluzione rapida, che si manifestano invece intorno ai 19-20 anni, per arrivare a un’evoluzione completa già intorno ai 30 anni. In entrambi i casi viene quasi sempre risparmiata una corona di capelli posteriore e laterale alla nuca e alle tempie, ed è per questo che per il trapianto di capelli i follicoli vengono prelevati dalla nuca (zona donatrice) in quanto non soggetti alla calvizie, che invece interessa le altre zone della testa.
L’alopecia areata, nota anche come area Celsi, è anch’essa ereditaria, nello specifico causata da un disturbo del sistema immunologico. Si manifesta nei giovani con chiazze di forma tondeggiante o ovale e può estendersi all’intero cuoio capelluto. Spesso regredisce completamente in pochi mesi, ma in taluni casi si stabilizza per tutta la vita o si ripresenta saltuariamente; la percentuale dei casi di persistenza a vita è comunque bassissima (1 o 2%), ma ha come unica soluzione possibile il trapianto di capelli.
Come si può intuire da questa sommaria classificazione, le alopecie sono entità patologiche complesse, all’origine delle quali contribuiscono fattori complessi e talvolta multipli che ne rendono difficile il trattamento.
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