Zona
Malattia infettiva dovuta alla riattivazione del virus varicella-zoster, detta anche herpes zoster.
Cause
L’affezione colpisce solo eccezionalmente i bambini, mentre è molto frequente nell’adulto e nell’anziano. Si manifesta nei soggetti che hanno contratto in precedenza la varicella. Infatti, dopo l’infezione il virus responsabile di questa malattia si annida nei gangli nervosi della spina dorsale o dei nervi cranici, dove persiste allo stato latente per tutta la vita del soggetto. In alcuni casi, soprattutto in seguito a un indebolimento del sistema immunitario o per effetto dello stress (per esempio a causa di un trauma), il virus può riattivarsi e infettare il nervo corrispondente ai gangli in cui si era stabilito. La zona è una malattia contagiosa, che si trasmette per contatto cutaneo con le lesioni. In chi non l’ha mai contratto in precedenza, il virus può provocare la varicella.
Sintomi e segni
La zona colpisce soprattutto i nervi intercostali, nel qual caso i sintomi sono a carico del torace, ma possono essere interessati anche tutti gli altri nervi: nervi cervicali (eruzione su nuca, collo e cuoio capelluto), ganglio genicolato (lesione del condotto uditivo esterno e dell’interno del padiglione auricolare), nervo orofaringeo (lesione dell’interno delle guance, del velo palatino, della parete posteriore della faringe), nervi cranici e, in particolare, ramo oftalmico del trigemino (coinvolgimento dell’occhio o della regione circostante).
La malattia esordisce con febbre moderata e una sensazione di bruciore nella zona di origine del nervo colpito. Dopo qualche giorno si manifesta un’eruzione di piccole macchie rosse disseminate di vescicole. L’eruzione può anche essere molto contenuta, con pochissime vescicole, e passare addirittura inosservata (per esempio quando colpisce un’ascella): in tal caso il dolore è l’unica manifestazione della patologia. L’eruzione è unilaterale e ricopre l’intero territorio di un nervo sensitivo, nonostante si possano riscontrare vescicole o arrossamento anche al di fuori di questa regione. In particolare sul torace le lesioni seguono un percorso quasi orizzontale, obliquamente alle coste.
Le vescicole, inizialmente traslucide, assumono ben presto un aspetto torbido. Verso il sesto giorno si seccano formando croste oppure incavandosi, per poi cicatrizzarsi in 15-20 giorni; possono persistere piccole cicatrici depresse. L’eruzione si accompagna a un aggravamento del dolore, che spesso diventa quasi insopportabile, e, in certi casi, a sudorazione profusa e cefalea. Evolve dando luogo a 2-3 ondate nell’arco di 2-3 settimane.
Complicanze
Sono temibili soprattutto in caso di zona oftalmica che, oltre a dolori molto intensi, può provocare lesioni della cornea (cheratite), dell’uvea (uveite), della retina (retinite) o dei nervi oculomotori (paralisi oculare).
Nei soggetti le cui difese immunitarie sono molto indebolite (malati di AIDS o di leucemia, pazienti trattati con immunosoppressori, corticosteroidi ecc.) sussiste il rischio che l’infezione si generalizzi, con lesioni viscerali, necrosi emorragica o meningoencefalite.
Trattamento ed evoluzione
Nei pazienti al di sotto dei 50 anni che non soffrono di alcun deficit immunitario il trattamento è quello dei sintomi: disinfezione delle lesioni, seguita da applicazioni di talco (le pomate sono severamente controindicate), riposo e, soprattutto, assunzione tempestiva di analgesici.
Per gli anziani e i soggetti immunodepressi con malattia molto estesa o afflitti da dolori particolarmente intensi, si prescrivono farmaci antivirali (aciclovir), somministrati endovena durante la terapia di attacco, poi per via orale. In caso di zona oftalmica, può essere necessario procedere a una tarsorrafia (sutura delle palpebre), per impedire che la cornea si ulceri o che subentri una superinfezione.
Sequele
Consistono in dolori, spesso molto intensi, che possono persistere per anni, soprattutto negli anziani o nei malati di zona oftalmica. Spesso è piuttosto difficoltoso trattarli e gli analgesici comuni si rivelano poco utili. Il trattamento, tanto più efficace quanto più precocemente viene prescritto, consiste nella somministrazione di corticosteroidi orali per 3-4 settimane, radioterapia, ma anche agopuntura o mesoterapia.
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