Assistere un familiare
L'ambiente domestico
Il bisogno di sicurezza : prevenzione delle cadute
Il concetto di sicurezza è molto importante in ambito assistenziale: sapere che ciò che si fa non provocherà danni deve essere una prerogativa indispensabile per chi si dedica all’assistenza di persone in difficoltà. La valutazione della sicurezza ha solide basi scientifiche, cioè poggia su osservazioni ripetibili e dimostrabili ed è una scienza vera e propria. La sicurezza totale è molto difficile da tradurre in realtà, però l’applicazione di specifiche norme sarà in grado di ridurre il rischio che si verifichino eventi avversi e di migliorare la qualità della vita.
In generale, in ambiente domestico i principali pericoli potenziali sono rappresentati dalle cadute, anche se esistono molti altri fattori rischiosi (gas, intossicazioni farmacologiche ecc.). La caduta ha un impatto molto importante, specialmente sulle persone anziane, in quanto prelude a una cascata di eventi drammatici che possono causare limitazioni della funzionalità in modo permanente e grave diminuzione delle attività di vita, con perdita di autonomia. Le cadute sono al primo posto tra gli incidenti domestici e la mortalità e le disabilità conseguenti sono molto elevate. Una valutazione delle persone a rischio di cadute deve essere effettuata anche in ambito domiciliare. Ciò che è determinante è la conoscenza di alcuni tipi di rischi che si devono evitare: l’azzeramento totale dei pericoli potenziali non è possibile, ma una drastica diminuzione dei fattori di rischio può essere realizzabile.
I principali fattori che espongono al rischio di cadute sono: uso di tranquillanti, confusione mentale, utilizzo di farmaci che diminuiscono l’attenzione, instabilità nel camminare, paura di cadere, oltre a una serie di malattie di base che possono provocare cadute, quali morbo di Parkinson, ictus, ipotensione (solo per citarne alcune). Le cadute, classificabili in base all’evento scatenante, possono essere: accidentali, imprevedibili o prevedibili. Le cadute accidentali sono tutte quelle che avvengono casualmente: scivolando su una superficie bagnata o urtando contro un gradino.
Le cadute causate da una rottura ossea come quella del femore, invece, sono definite imprevedibili.
In ultimo, per tutti i soggetti che presentano rischi più o meno evidenziabili e, nonostante ciò, cadono si dice che le cadute erano prevedibili.
I fattori di rischio possono avere cause interne o esterne.
Tra le cause interne si riconoscono:
- tutti i deficit della vista e dell’udito;
- patologie neurologiche;
- demenze;
- febbre;
- ipotensione.
Tra le cause esterne si riconoscono:
- disposizione dei mobili;
- insufficiente illuminazione;
- mancanza di uniformità del pavimento;
- calzature inadeguate;
- mezzi di deambulazione assistita (stampelle, deambulatori);
- superfici bagnate.
Come avviene per la stima del rischio di piaghe da decubito, anche per le cadute esistono strumenti per la determinazione o predizione della caduta. Esse sono chiamate scale di valutazione e vengono impiegate soprattutto nelle lungodegenze e nelle case di riposo. Le scale di valutazione del rischio di cadute non sempre si sono dimostrate attendibili e si stima cha la loro sensibilità e specificità sia del 70% circa. In tutti i casi, oltre agli strumenti per verificare i rischi, ciò che più importa è l’essere a conoscenza del problema e non sottovalutare mai la pericolosità e gli effetti a cascata di una caduta (lesioni della colonna spinale, fratture del femore). I principali interventi da effettuare sulle persone a rischio sono simili a molte altre procedure che vengono compiute nelle valutazioni dei rischi in generale, cioè:
- analisi di tutto ciò che può favorire una caduta: per esempio una terapia farmacologica inappropriata o un ambiente poco sicuro;
- analisi di tutto ciò che può prevenire una caduta: esercizio fisico, integratori di vitamina D.
Tra i fattori che possono favorire una caduta ritroviamo senza dubbio la terapia con farmaci tranquillanti e un ambiente poco sicuro.
Tutti i tranquillanti dovrebbero essere rivalutati periodicamente con il medico per verificare che non vi siano doppie terapie, evento frequente nell’anziano che autogestisce l’assunzione di farmaci, e dovrebbero essere evitati o almeno ingeriti con criterio tutti i medicinali potenzialmente pericolosi, come le benzodiazepine (bromazepan, diazepam, lormetazepam, lorazepam, flunitrazepam); invece, queste sostanze vengono spesso assunte senza alcuna regola, non seguendo le indicazioni mediche, magari prima di coricarsi e a metà notte. Inoltre le persone anziane, svegliandosi per recarsi in bagno, perdono l’equilibrio e cadono.
Gli antidepressivi raddoppiano i rischi di cadute, così come i neurolettici e tutto ciò che ha un effetto sulla vigilanza e sull’equilibrio. Anche l’ambiente in cui si vive può esporre a rischi di cadute. La somma di più fattori di rischio (per esempio assunzione di farmaci tranquillanti e ambiente poco sicuro) aumenta la probabilità di cadere.
Alcuni studi dimostrano che l’ambiente domestico è responsabile di circa il 50% delle cadute, quindi una valutazione dei rischi ambientali deve essere effettuata con scrupolosità.
Come già accennato, locali scarsamente illuminati, pavimenti insicuri (su cui sia stata passata la cera o rovinati), mancanza di corrimano lungo le pareti, altezza del letto inadeguata (troppo bassa o troppo alta), sedie a rotelle non frenate al momento di alzarsi, disordine e oggetti lasciati a terra contribuiscono a rendere insicuro l’ambiente.
I fattori che sono in grado di prevenire una caduta sono: l’attività fisica, che determina maggiore potenza muscolare, migliora l’equilibrio e la resistenza alla fatica, e l’integrazione di vitamina D e calcio, che pare dia buoni risultati nell’attività di prevenzione delle cadute legate a fratture causate da osteoporosi, con particolare riferimento alla frattura del femore. In questi casi è bene chiedere al medico se ritiene idoneo aumentare il fabbisogno di questi elementi.
Per quanto concerne l’attività fisica, una ginnastica largamente impiegata come medicina preventiva è il TaiChi, un tipo di esercizio che rientra nelle arti marziali e che pare possa dare buoni risultati nella prevenzione di cadute, a patto che si effettui con regolarità e per parecchi mesi. Gli esercizi del Tai Chi sono un insieme di azioni compiute con “coscienza”; i movimenti vengono effettuati in modo lento e circolare e gli effetti benefici si fanno sentire particolarmente sul sistema nervoso, respiratorio e sulla postura, che ne esce rafforzata.
Una semplice valutazione del rischio può essere effettuata anche dai meno esperti attraverso l’utilizzo di semplici strumenti di stadiazione del rischio e la ricerca di specifici disturbi. La scala di Tinetti o Tinetti Balance and Gait Scale, per esempio, è un valido strumento per la valutazione dell’equilibrio negli anziani senza compromissione cognitiva, della forza muscolare, della lunghezza del passo e, infine, degli effetti terapeutici di alcuni farmaci.
La scala di Tinetti prevede la somministrazione di test e l’osservazione del soggetto al fine di valutare l’equilibrio (balance) e l’andatura (gait).
Le sezione dell’equilibrio, composta da 9 prove, può raggiungere valori che vanno da 0 a 16. La persona da valutare viene fatta accomodare su una sedia rigida e invitata ad alzarsi; la seggiola non deve avere i braccioli. In questa fase si ricercano eventuali debolezze muscolari nella gambe (relative quindi alla capacità d’alzarsi), la possibilità di mantenersi in piedi senza problemi, con gli occhi chiusi (Romberg) e sotto una piccola spinta (Romberg rinforzato). Viene rilevata anche la capacità di girare su se stessi e di sedersi. La valutazione di questi aspetti è di fondamentale importanza in quanto proprio questi movimenti espongono maggiormente il soggetto al rischio di cadute.
La sezione dedicata all’andatura è composta da 7 prove e il punteggio attribuibile varia da 0 a 7. Con questa specifica analisi si mira a valutare le caratteristiche dell’andatura, che può essere più o meno rapida. L’ampiezza del passo e la base d’appoggio sono molto importanti per evidenziare eventuali difficoltà a superare ostacoli. Una base d’appoggio allargata è un tentativo di compensazione, così come un’andatura a piccoli passi con tronco flesso in avanti può essere indice di malattie neurologiche. Questo test, in apparenza complicato, può essere svolto anche da un parente in 10 minuti: la valutazione delle capacità del paziente di alzarsi da una sedia rigida, di mantenersi in piedi con gli occhi chiusi, di controllare la traiettoria del passo non richiede abilità o addestramento particolari. Quindi, seguendo bene le istruzioni, si riesce a valutare in modo abbastanza preciso il rischio di cadere. Il punteggio che si può ottenere sommando i risultati delle due sezioni (equilibrio e andatura) della scala varia da 0 a 28. In base al risultato, si avrà un rischio da basso a elevato, mentre il punteggio di 0-1 indica che la persona non deambula. Poiché tutte le scale che predicono il rischio di caduta non sono molto specifiche e sensibili, esiste un margine d’errore, che non esclude però il valore della valutazione. Tra equilibrio e andatura, il primo riveste sicuramente una maggiore importanza.
Alcune considerazioni sulla prevenzione delle cadute
- Un paziente con demenza è soggetto a un vagabondaggio pressoché continuo di giorno e anche di notte. L’utilizzo di sistemi per evitare le cadute dal letto quali le spondine, non è in grado di limitarne l’insorgenza, anzi al contrario espongono maggiormente i soggetti a traumi.
- Anche la contenzione farmacologica può rivelarsi più dannosa che benefica.
- La paura di cadere è un importante segnale d’allarme che deve sempre essere tenuto in debita considerazione poiché essa aumenta la probabilità di incorrere in cadute.
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