Assistere un familiare
L'ambiente domestico
Disinfettanti per ambienti e arredi: indicazioni e controindicazioni
La pulizia del luogo in cui soggiorna l’ammalato ha la sua importanza, anche se bisogna subito ricordare che l’abitazione non è un ospedale, con tutta la sua carica batterica e la presenza di malati di ogni genere. Le probabilità di contrarre una malattia infettiva tra le mura di casa sono veramente molto basse. Una buona pulizia della casa con acqua e un detergente comune è più che sufficiente. Può essere richiesta, invece, la disinfezione degli ausili che vengono a contatto con il malato, come pappagalli e padelle, ampolle per aerosol e così via. Alcuni termini particolari come disinfettante, antisettico e detergente vengono spesso confusi tra di loro. È bene, quindi, ricordare il loro significato, al fine di rendere più chiara la comprensione.
- Antisepsi: riduzione dei batteri sulla pelle e altri tessuti; avviene mediante la distruzione o l’impedimento della loro moltiplicazione.
- Antisettico: è una sostanza che si utilizza su cute e mucose in quanto è in grado di non danneggiarle, al contrario dei disinfettanti.
- Battericida: sostanza che ha la capacità di distruggere i batteri.
- Decontaminazione: con questo termine si fa riferimento al processo mediante il quale viene ridotta drasticamente la carica batterica presente su oggetti contaminati; consiste nell’immersione dell’oggetto in particolari sostanze.
- Detergente: prodotto che favorisce la rimozione dello sporco.
- Detersione: processo atto a diminuire la carica batterica mediante l’asportazione del materiale organico.
- Disinfettante: prodotto chimico che si utilizza su oggetti inanimati in grado di distruggere agenti potenzialmente pericolosi.
- Disinfezione: processo attraverso il quale si riduce il numero di microrganismi vivi sotto il livello di guardia. Esistono tre tipi di disinfezione in base al grado di potenza: basso, medio, alto livello. Si attua mediante mezzi fisici o chimici.
- Fungicida: sostanza che distrugge i funghi.
- Pulizia: metodica che serve ad asportare lo sporco e i batteri da superfici e oggetti.
- Sterilizzazione: metodica che distrugge qualsiasi forma di vita; si realizza attraverso svariati metodi (chimici, fisici).
Pensare di rendere la casa o la stanza del malato un luogo asettico è solo un’idea fiabesca: oltre a non essere assolutamente necessario, è anche impossibile. Quindi è inutile immaginare di “sterilizzare” i pavimenti o le pareti; ciò che conta è tenere pulita la zona in cui soggiorna il malato, niente di più. I principali agenti disinfettanti che si possono utilizzare per la pulizia dell’ambiente domestico, e non solo, sono i seguenti:
- ipoclorito di sodio: la comune varechina, candeggina;
- clorossidante elettrolitico;
- alcol + clorexidina;
- clorexidina in soluzione acquosa.
L’ipoclorito di sodio è una sostanza a base di cloro, ha uno spettro d’azione ampio (capacità di distruggere batteri, virus, funghi), ma deve essere opportunamente diluito, altrimenti irrita le vie respiratorie. Non deve essere impiegato in acqua calda dal momento che corroderebbe il materiale metallico. In commercio si trova quasi sempre diluito al 5%. L’impiego più frequente è legato alla disinfezione di pavimenti, padelle e pappagalli. Quando si impiega una sostanza chimica per la disinfezione, non bisogna fare l’errore di credere che dosi elevate disinfettino meglio, quindi è bene attenersi alle quantità consigliate.È tossico se ingerito.
Il clorossidante elettrolitico è anch’esso un composto a base di cloro, ma in forma più pura e più stabile rispetto alla candeggina.
La sua diluizione più frequente per la disinfezione di materiale sanitario (cannule tracheali, biberon e simili) è di 20 ml in un litro d’acqua.
Il suo impiego è molto vasto: disinfezione della frutta, tettarelle, biberon, superfici sanitarie, mani.
La clorexidina in alcol viene largamente impiegata per la disinfezione della cute prima di un’iniezione intramuscolare, sottocutanea o endovenosa. Il suo uso non è indicato come antisettico delle ferite.
Può essere utilizzata come disinfettante dei termometri a mercurio, a patto che vengano rispettati i tempi di contatto.
La clorexidina in alcol non è facilmente rinvenibile nelle farmacie e spesso viene commercializzata solo negli ospedali. Le farmacie commercializzano prodotti per la disinfezione della cute integra a base di alcol e ammonio quaternario.
La clorexidina in soluzione acquosa è impiegata quasi sempre per la disinfezione delle mucose prima di interventi particolari quali il cateterismo vescicale.
L’alcol etilico denaturato, quello di colore rosa comunemente rinvenibile in commercio, non dovrebbe essere utilizzato per la disinfezione della cute integra. Il suo impiego è riservato a particolari circostanze in cui è richiesta la sua capacità sgrassante (vetri, superfici).
Altro inAssistere un familiare -L'ambiente domestico
Altro inAssistere un familiare