Assistere un familiare
L'ambiente domestico
Microclima
Il termine microclima si riferisce alle condizioni ambientali che si possono ritrovare in un luogo “ristretto” quale può essere un alloggio. Un microclima adeguato deve tenere in considerazione molti aspetti; oltre alla ventilazione, all’umidità e alla temperatura, è necessario che l’ambiente in cui si vive possa garantire anche sicurezza e, infine, comfort.
Lo scopo principale di un corretto microclima è favorire un ambiente terapeutico che possa incrementare la salute e il benessere della persona malata. Un ambiente malsano, troppo umido o eccessivamente freddo o caldo, richiede al malato il dispendio di molte energie per difendersi dalle aggressioni del clima e tutto ciò gli sottrae forze e lo espone a facili ricadute. Nei Paesi industrializzati può sembrare ridicolo fare riferimenti del genere: le case possiedono quasi tutte il riscaldamento e sono pochi gli individui che non riescono a difendersi da condizioni climatiche avverse, ma anche nelle migliori case si ritrovano spesso microclimi patologici, per esempio finestre che non vengono mai aperte per “paura” di far entrare l’aria e quindi di ammalarsi, temperature tropicali nelle camere da letto, colture di batteri nei deumidificatori.
La sicurezza ambientale si basa anche sulla conoscenza di tutti i fattori che influenzano, in negativo e in positivo, la salute delle persone e che possono contribuire a mantenerla.
Ogni individuo ha bisogno di parecchi metri cubi di aria all’ora (circa 30) per avere una buona ventilazione in un ambiente confinato, e l’aumento di anidride carbonica, determinato dall’espirazione del paziente e delle persone che risiedono nella casa, può causare sensazione di malessere. Inoltre, le tossine eliminate dal malato rendono particolarmente “pungente” l’atmosfera. La cura della ventilazione riveste quindi un’importanza fondamentale.
Il ricambio dell’aria avviene attraverso la via naturale, sussidiaria e artificiale. Il ricambio dell’aria per via naturale si realizza a porte e finestre chiuse. La velocità di tale ricambio è influenzata da molti fattori, in particolare la differenza di temperatura esistente tra interno ed esterno: più le temperature sono simili, minore sarà la circolazione aerea.
Le case vecchie (e purtroppo non solo quelle), costruite con pareti che restano costantemente umide, impediscono il ricambio d’aria. Alcuni muri sono invece costruiti con materiali più traspiranti rispetto ad altri.
Queste variabili e altre ancora sono spesso responsabili di una diminuita ventilazione, ed è per questo motivo che è necessario ricorrere all’uso di una ventilazione aggiuntiva.
La ventilazione sussidiaria si realizza attraverso porte, finestre e vasistas; l’aria può entrare in casa in modo più o meno corretto, cioè indirettamente o direttamente. Un getto d’aria che colpisce il paziente non è mai consigliabile; è invece preferibile che l’aria fluisca libera e indiretta. L’impiego di vasistas offre buone garanzie di sicurezza dal momento che il segmento che si muove è in alto. La naturale tendenza dell’aria calda è di spostarsi verso l’alto, mentre quella fredda tende a raggiungere il pavimento. Il vasistas, restando lievemente aperto, consente all’aria fredda di entrare e di riscaldarsi prima di toccare il pavimento, quindi è un ottimo mezzo di ventilazione sussidiaria.
Se non si possiede un vasistas, è indispensabile, nei mesi invernali, aprire la finestra leggermente e non dal lato del malato, oppure spalancare le finestre per alcuni minuti quando il malato è in bagno o in cucina.
Il condizionatore è invece un sistema di ventilazione artificiale costituito da un apparecchio che aspira dall’esterno l’aria applicando dei parametri predefiniti (relativi a temperatura e a umidità).
In determinate circostanze, per esempio quando un malato ha la febbre, il ricambio dell’aria deve aumentare notevolmente, anche quattro volte in più rispetto al fabbisogno in condizioni normali.
Un malato risente moltissimo delle variazioni ambientali (stress termico): quando si è costretti a letto, infatti, la sensibilità per stimoli che altrimenti non darebbero nessun fastidio è notevolmente amplificata, ed è proprio per questo motivo che alcuni malati a volte sembrano particolarmente pedanti.
È importante evitare che le correnti d’aria arrivino dirette sul soggetto.
La cura della temperatura è un aspetto necessario per la salute e, mentre l’individuo sano può impiegare le proprie energie per adattarsi, l’ammalato non compie altrettanto bene questo adattamento.
In condizioni normali, la temperatura ideale varia da 18 a 20 °C, ma la sedentarietà dell’ammalato può richiedere temperature anche più elevate. Quasi tutti gli infermi, infatti, lamentano una generale sensazione di freddo “in profondità”.
Un buon riscaldamento deve prima di tutto essere innocuo, cioè non deve produrre gas tossici o saturare l’ambiente con polveri sottili, deve essere regolabile e non deve seccare l’aria.
Molte case riscaldate con la stufa hanno punti in cui il calore è intenso e zone in cui invece fa freddo. Le escursioni termiche, soprattutto quelle tra soggiorno e camera da letto, sono da evitare perché molto dannose.
I principali metodi di riscaldamento rinvenibili nelle abitazioni possono avvalersi di un impianto autonomo oppure centralizzato.
Il riscaldamento autonomo offre indubbi vantaggi economici e di riduzione delle emissioni inquinanti ma può essere a volte molto pericoloso. I vecchi metodi di riscaldamento, quali stufe a legna, gas o cherosene, richiedono infatti abilità e destrezza. I principali pericoli che possono comportare questi metodi sono: incendi, esplosioni e intossicazioni da monossido di carbonio.
Gli impianti centralizzati hanno il vantaggio di essere più sicuri, in particolare se i fruitori sono soggetti anziani. La temperatura da raggiungere in un ambiente confinato durante la stagione estiva non dovrebbe superare i cinque gradi in meno rispetto alla temperatura esterna.
L’umidità ideale in una casa varia dal 50 al 55%, ma in alcuni casi si hanno escursioni ben più ampie (20-70%). In linea generale, una situazione di secchezza ambientale è più tollerabile rispetto a una di eccessiva umidità. I soggetti asmatici traggono beneficio da ambienti più secchi rispetto ai bronchitici, che prediligono tassi d’umidità più elevati.
Le goccioline di acqua sui vetri sono sempre l’espressione di un ambiente saturo di vapore acqueo. Per mantenere una giusta umidità è possibile impiegare umidificatori oppure contenitori pieni d’acqua sui radiatori, che devono essere mantenuti puliti per prevenire la facile diffusione di batteri nell’ambiente.
In caso di umidità eccessiva, è necessario aumentare la ventilazione o il riscaldamento. L’impiego di deumidificatori può essere vantaggioso nelle case molto umide; tuttavia, se non sono correttamente impiegati, seccano rapidamente l’aria. Per avere sempre sotto controllo temperatura e umidità, si possono acquistare semplici termometri ambientali.
L’illuminazione ha molta importanza nello svolgimento delle attività quotidiane, quindi regolare correttamente l’intensità della luce aiuta a mantenere in salute i normali ritmi biologici.
La possibilità di avere facile accesso all’interruttore durante la notte previene il rischio di cadute e traumi. Un’illuminazione adeguata consente inoltre di prevenire la fatica oculare causata dalla lettura. La difficoltà a tollerare la luce si chiama fotofobia e ricorre frequentemente nelle persone che hanno la febbre o soffrono di particolari malattie. In ogni caso, tutti i fenomeni d’abbagliamento dovrebbero essere evitati. La luce naturale dovrebbe sempre essere preferita rispetto ad altri tipi di illuminazione. La luminosità all’interno delle abitazioni dipende da molti fattori: numero di finestre, altezza delle finestre rispetto al soffitto, tinte dei muri. La luce artificiale ideale deve possedere alcune caratteristiche: dovrebbe essere somigliante alla luce naturale, non scaldare eccessivamente, fornire luce fissa e, infine, non dovrebbe abbagliare.
I principali sistemi per l’illuminazione sono:
- lampade a incandescenza;
- lampade al neon;
- lampade alogene;
- lampade a basso consumo.
La distribuzione della luce può avvenire per via diretta o indiretta. La prima modalità di illuminazione tende ad abbagliare ma è più economica, mentre la seconda fornisce una luce meno abbagliante e maggiormente uniforme (è però più costosa).
Piccole luci notturne possono facilitare gli spostamenti senza disturbare il sonno e sono particolarmente utili per dare sicurezza ai bambini.
Il rumore è uno stimolo fastidioso che si manifesta a livello acustico producendo malessere psicologico e, in alcuni casi, quando è troppo intenso e ripetuto, può determinare danni fisici (rottura timpanica). È una variabile che dovrebbe essere attentamente controllata in quanto crea moltissimo disturbo al malato.
In linea di massima, il rumore attiva una serie di eventi che sono riconducibili a una stimolazione provocata dall’adrenalina immessa nel circolo sanguigno: irritabilità, ipertensione arteriosa, acidità gastrica, alterazione dell’attenzione e del sonno.
I rumori prodotti in casa devono essere prevenuti sia attraverso una condotta rispettosa della necessità di quiete di tutti coloro che vi abitano, e in particolare dell’ammalato, sia con l’adozione di accorgimenti particolari, per esempio con la lubrificazione delle cerniere, con il controllo del volume di TV, hi-fi, tono della voce e telefono (per quanto riguarda i rumori esterni, come per esempio quelli provocati da traffico, lavori, cantieri ecc., non sempre invece possono essere controllati).
Tutti questi semplici accorgimenti, nel caso in cui vengano seguiti con regolarità, possono riuscire a creare una “giusta atmosfera” in qualsiasi stagione.
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