Primo Soccorso
Guida pratica al primo soccorso
Emorragie esterne
Le emorragie esterne sono la conseguenza di lesioni di una vena o di un’arteria. Nel caso che siano lesionate delle vene, il sangue fluisce all’esterno con continuità, mentre nel caso delle arterie esso sgorga a fiotti intermittenti.
Cosa fare
Per contenere la perdita di sangue da una ferita ci sono tre possibilità:
- esercitare un pressione diretta sulla ferita;
- sollevare la parte sanguinante (Figura 1);
- comprimere l’arteria che irrora l’area sanguinante.
- Sistemate l’infortunato in posizione orizzontale e, a meno che non sospettiate la presenza di fratture, sollevate la parte sanguinante.
- Se la ferita è estesa, avvicinate fra loro i suoi margini e teneteli uniti premendo con fermezza con la punta delle dita per circa 10 minuti.
- Esercitate una leggera compressione sulla ferita con un tampone, un rotolo di garza o un fazzoletto ripiegato più volte, dopodiché fissate la medicazione con una benda aderente (Figura 2).
Realizzate un bendaggioben saldo, senza bloccare il flusso arterioso (Figura 3).
Per essere certi di questo, chiedete alla vittima se avverte formicolii o intorpidimenti, oppure comprimete leggermente un’unghia dell’arto lesionato fino a farla impallidire. Se questa ritorna del suo colore normale dopo aver tolto la pressione, significa che il flusso arterioso è rispettato; se così non fosse, dovete allentare la benda.
- Se la ferita non cessa di sanguinare anche in seguito alla compressione diretta, dovete ricorrere alla compressione dell’arteria. Si tratta di un provvedimento impegnativo in quanto viene bloccato il flusso sanguigno a valle della ferita; non va pertanto adottato per oltre 15 minuti di seguito. L’arteria deve essere premuta contro l’osso, con la punta delle dita o con la mano chiusa a pugno, in punti precisi, localizzati tra la ferita e il cuore, che variano a seconda dell’area colpita dall’emorragia. La compressione arteriosa risulta in genere efficace nel controllo dell’emorragia ed evita di ricorrere all’applicazione del laccio emostatico, che deve essere impiegato solo nell’assistenza contemporanea di più ferite, oppure come extrema ratio.
Uso del laccio emostatico
Anche l’uso del laccio emostatico non è esente da rischi e devono essere osservate alcune norme fondamentali.
- Impiegate un laccio emostatico ampio ed elastico e servitevi di una matita da porre lungo il decorso dell’arteria, tra il laccio e la cute, in modo da comprimerla (Figura 1).
- Prendete nota dell’ora esatta di applicazione del laccio scrivendola sugli indumenti o sulla fronte del ferito (Figura 2).
- Trasportate la persona al più vicino ospedale (Figura 3). Il soccorritore non deve mai sciogliere da solo il laccio emostatico, per evitare complicanze che possono risultare anche letali; saranno i medici a occuparsene in ospedale. Un laccio che resta in sede per oltre 20 minuti, con la medesima compressione, può tuttavia provocare seri danni; occorre quindi allentarlo per alcuni minuti se si prevede che i soccorsi tarderanno ad arrivare.
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