Primo Soccorso
Guida pratica al primo soccorso
Morsi di serpenti
Nel nostro Paese sono comuni soprattutto i morsi di vipera (Figura 1). Gli esemplari di questa specie sono riconoscibili da altri serpenti innocui per la testa triangolare e larga, le pupille verticali, il corpo cilindrico e la breve coda. Sono dotati di due denti veleniferi che producono sulla cute due ferite puntiformi distanti fra loro circa 1 cm.
I sintomi del morso di vipera variano a seconda del tempo trascorso dall’incidente. Compare innanzitutto una sensazione di puntura e intorno ai due buchini si forma un alone rosso; a distanza di circa 10 minuti si manifestano segni locali, quali torpore e arrossamento, che progressivamente si estendono a tutto l’arto colpito. La pelle assume un aspetto marmorizzato e continua il dolore intenso. Dopo 30 minuti compaiono sintomi generali quali malessere, agitazione, angoscia, diminuzione della pressione arteriosa e disturbi gastroenterici (crampi allo stomaco, vomito e diarrea), che, se non trattati, possono essere letali.
La situazione è ancora più seria quando il veleno viene iniettato direttamente in un vaso, al capo o al collo, perché può verificarsi asfissia.
Cosa fare
- Rassicurate la vittima e impeditele di compiere qualsiasi movimento.
- Applicate un laccio 5 cm a monte del morso, tra quest’ultimo e il cuore, (Figura 2). Il laccio, che serve a fermare il flusso venoso, deve essere stretto ma non in modo eccessivo, per evitare di bloccare anche il flusso arterioso.
- Se disponibile, iniettate il siero antivipera. Una parte di questo dovrà essere iniettata intorno alla ferita, una parte a monte ed eventualmente un’ultima parte intramuscolo.
- Somministrate alla vittima tè o caffè molto forti; da evitare gli alcolici.
- Sistemate la persona in posizione antishock (Figura 3) e trasportatela in ospedale (Figura 4), dove sarà effettuata la profilassi antitetanica.
Se non avete a disposizione il siero antivipera, potete cercare di rallentare gli effetti del veleno applicando del ghiaccio sulla ferita.
A questo scopo esiste un metodo alternativo, efficace se eseguito entro pochi minuti dall’evento, che consiste nella suzione del veleno a opera del soccorritore, dopo avere inciso la zona del morso unendo i due forellini. Tenete presente che questa manovra può essere pericolosa per il soccorritore, se questi presenta delle lesioni in bocca (l’ingestione del veleno, al contrario, non è rischiosa poiché la sostanza viene distrutta dai succhi gastrici).
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