Emostatico
Farmaco in grado di arrestare le perdite di sangue e le emorragie.
Tipi di emostatico
Occorre distinguere tra emostatici da assumere per via generale o per uso locale.
Gli emostatici generali vengono somministrati oralmente, mediante iniezione o perfusione, a seconda del prodotto utilizzato e del grado di urgenza. In commercio vi sono molti prodotti, ciascuno con una sua specificità: la vitamina K serve a trattare e a prevenire emorragie connesse alla carenza di vitamina K o ad attenuare il sovradosaggio di antivitamina K (farmaco anticoagulante); la protamina, che inibisce la fibrinolisi (distruzione naturale dei coaguli), viene prescritta per combattere le emorragie dovute a sovradosaggio di eparina; tra i derivati del sangue umano, il fattore VIII è indicato per l’emofilia A, il fattore IX per l’emofilia B, i concentrati di piastrine per alcune trombopenie (deficit di piastrine). Questi prodotti sono controindicati in gravidanza e nei pazienti con tendenza alle reazioni allergiche. Le sostanze di origine animale vengono sottoposte a trattamento per evitare ogni rischio di trasmissione virale (epatite, AIDS).
Gli emostatici locali si applicano sulla ferita per bloccare la fuoriuscita di sangue. Le colle biologiche (sostanze simili alla colla) e le garze riassorbibili (distrutte dalle difese immunitarie qualche giorno dopo la loro applicazione) sono utili in caso di intervento chirurgico. Vi sono altri emostatici locali di uso più comune: in particolare l’alginato di calcio, quindi le cellulose, i derivati della vitamina K, l’acqua ossigenata.
I prodotti pronti all’uso presenti sul mercato si presentano sotto forma di impacchi, soluzioni, pomate per applicazione locale in caso di ferita cutanea benigna (previa disinfezione) o fuoriuscita di sangue dal naso. L’ efficacia di questi prodotti è dubbia, poiché non si sa se attribuire l’arresto della perdita di sangue all’emostatico locale, all’emostasi fisiologica o alla compressione esercitata sulla ferita.
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