Dermatologia ed estetica
Decubito
Trattamento
Negli ultimi venti anni la teoria della guarigione “in ambiente umido” ha completamente cambiato il modo di curare le ferite.
L’idea che le ulcere guariscano meglio e in maniera più rapida in un ambiente umido venne al dottor Winter durante l’università, mentre preparava la sua tesi di laurea. Egli si accorse che le ferite provocate sui maiali e curate mediante una pellicola trasparente per alimenti guarivano più velocemente rispetto a quelle trattate con creme e medicazioni.
Si è visto, in seguito, che la “crosta” che ricopre le ulcere in realtà ne rallenta la guarigione e, tra l’altro, protegge meno dalle infezioni.
Alla luce di questi studi sono state progettate e distribuite molte medicazioni avanzate, in grado di offrire differenti performance.
I vari materiali impiegati per le medicazioni si possono classificare relativamente alla capacità d’assorbimento, all’occlusività e così via, oppure possono essere raggruppati in categorie più specifiche (film trasparenti, alginati, schiume, idrocolloidi, medicazioni al carbone, all’argento, medicazioni attive, al silicone ecc.), ma va comunque sottolineato il fatto che sono marginali nella cura delle lesioni. In effetti, tali materiali possono creare un ambiente adatto alla guarigione, ma non sono importanti quanto l’assistenza, che resta comunque l’intervento fondamentale.
Le nuove tecnologie hanno messo a disposizione degli operatori medicazioni straordinarie, che possono essere lasciate in sede anche per alcuni giorni, ma in ogni caso le ulcere guariscono solo se si adottano contemporaneamente tutte le misure del caso.
Le piaghe esordiscono quasi sempre con una zona di cute devitalizzata (detta necrotica) di colore giallo/nerastro, che si trasforma, col passare del tempo, in un tessuto duro simile al cuoio; questo va quasi sempre rimosso con una tecnica chiamata debridement (sbrigliamento).
La guarigione della lesione può avvenire grazie alla rapida rimozione del tessuto necrotico e, quindi, alla creazione di un ambiente adatto alla rigenerazione cellulare. Nel trattamento delle ulcere si utilizzano medicazioni appropriate a ogni stadio.
Nelle lesioni di primo stadio, di solito, sono sufficienti la rimozione della causa scatenante, il corretto posizionamento del paziente, scaricando ove possibile la pressione dalla zona colpita, la cura dell’igiene e l’applicazione di creme idratanti o medicazioni sottili (film poliuretanici o idrocolloidi). I film, dato che sono trasparenti, permettono di ispezionare la cute sottostante: si possono quindi applicare per alcuni giorni senza rimuoverli per verificare le condizioni della pelle; è molto importante, però, asportarli con attenzione, soprattutto nelle persone anziane, in modo tale da evitare un danneggiamento cutaneo.
Le lesioni di secondo stadio vanno trattate come quelle del primo, ma in questo caso si deve puntare anche alla riparazione della cute. La ferita va detersa mediante una soluzione fisiologica ed è necessario applicare una medicazione adatta (idrocolloidi, schiume sottili) dopo aver asciugato la pelle circostante.
Nellelesioni di terzo stadiosi deve intervenire contemporaneamente su molti fattori contemporaneamente: scarico della pressione, ottimizzazione dello stato di nutrizione del paziente, controllo del dolore, rimozione della zona necrotica (escara) in modo da creare le condizioni per la formazione di un tessuto nuovo e vitale.
Il quarto stadio costituisce una fonte di pericolo per la vita del paziente, e l’esposizione, oltre all’eventuale contaminazione delle ossa da parte di materiali esterni (feci e urina), può determinare gravi infezioni (per esempio una osteomielite).
Inoltre, l’abbondante fuoriuscita di secrezioni può essere all’origine di un ulteriore aggravamento del quadro generale del paziente a causa di fenomeni di disidratazione, di perdita di proteine e di sali minerali.
L’intervento terapeutico deve essere intensivo e avere come obiettivo il mantenimento della sicurezza generale dell’ammalato; in queste condizioni possono rivelarsi necessarie terapie a base di antibiotici, nutrizione artificiale, infusione di proteine (albumina), trasfusioni; le medicazioni locali devono essere in grado di controllare l’infezione e di favorire, inoltre, la formazione di tessuto sano.
Quando le ulcere sono molto profonde, si applicano medicazioni allo scopo di riempire lo spazio vuoto e in grado di assorbire l’essudato e, successivamente, delle medicazioni esterne. Sono necessari cambi frequenti per via delle grandi quantità di liquido che fuoriescono dalle piaghe. La consulenza di uno specialista in questi casi è vivamente consigliabile.
Altro inDermatologia ed estetica