Alimentazione
Sicurezza alimentare
«La sicurezza alimentare sussiste quando tutte le persone in qualsiasi momento hanno accesso fisico sociale ed economico a cibi nutrienti, sani e sufficienti a soddisfare le loro preferenze dietetiche ed alimentari per una vita attiva e sana.» Questa è una definizione (FAO, 2003) che tiene conto dell’evoluzione del significato di sicurezza alimentare nel tempo e nei diversi contesti di riferimento.
Nella società occidentale industrializzata c’è un’ampia disponibilità di cibo sia per il grande potenziale produttivo delle industrie alimentari, per l’ampliamento e la globalizzazione dei mercati, sia per le innovazioni tecnologiche di produzione e conservazione dei prodotti. La sicurezza alimentare è quindi legata a un concetto di qualità e disponibilità di cibi la cui salubrità è un prerequisito indispensabile ed essenziale.
Sicurezza alimentare è anche la possibilità per tutti di nutrirsi adeguatamente e di avere accesso all’acqua potabile, in misura che ognuno possa esprimere integralmente il proprio potenziale genetico di sviluppo fisico e mentale.
«Fame significa esclusione», scriveva Josué de Castro, famoso medico brasiliano attivista contro la fame nel mondo, e aggiungeva: «esclusione dalla terra, dal lavoro, dalla paga, dal reddito, dalla vita e dalla cittadinanza. Se una persona arriva al punto di non avere nulla da mangiare, è perché tutto il resto gli è stato negato. È una forma moderna di esilio. Di morte durante la vita».
Come sottolineato nella Conferenza internazionale sulla nutrizione (1992) e nel Summit mondiale sull’alimentazione (1996), la disponibilità di alimenti salubri e sicuri è diritto fondamentale e requisito necessario per la promozione e la tutela della salute umana. Tuttavia, nonostante il nostro pianeta produca cibo in quantità e qualità sufficiente per tutta la sua popolazione, il numero delle persone sottonutrite nel mondo rimane alto: 820 milioni nei Paesi in via di sviluppo, 25 milioni nei Paesi in transizione e 9 milioni nei Paesi industrializzati (Giornata mondiale dell’alimentazione 2007).
Percezione dei rischi e sicurezza alimentare: cosa pensano i consumatori europei?
Da un’indagine di Eurobarometro condotta nell’Unione Europea sulla percezione dei rischi per la salute da parte dei consumatori emerge una sensazione positiva sul cibo; è naturale associarlo al gusto e al piacere e scegliere sulla base di qualità, prezzo e gusto; raramente ci si impensierisce sui rischi o sulle malattie legate all’alimentazione. Eventualmente il consumatore si preoccupa più per i pericoli dovuti a fattori esterni, su cui ha poco o nessun controllo, che per i rischi associati al proprio comportamento o alle proprie abitudini: per esempio, sebbene l’obesità sia subito indicata come rischio legato al cibo, pochi si preoccupano di ingrassare.
Secondo la maggior parte degli intervistati (54%), le autorità europee prendono molto sul serio i timori dei cittadini, mentre c’è scetticismo sulla priorità della salute dei consumatori rispetto agli interessi commerciali.
Gli italiani sono tra i più preoccupati: i nuovi virus, fra cui l’influenza aviaria, i pesticidi, gli ogm e la carenza di igiene nel trattamento e nella conservazione del cibo nei ristoranti sono le tematiche che più li impensieriscono. Si è convinti che il livello igienico a casa propria sia migliore e l’impossibilità di controllare cosa succede nelle cucine dei locali pubblici genera timore. L’ansia è spesso conseguenza del risalto mediatico di problematiche connesse alla sicurezza degli alimenti, che ha già provocato in passato reazioni irrazionali, sovradimensionate e anche modifiche delle abitudini. Il consumatore spesso minimizza i rischi quotidiani, mentre sopravvaluta le emergenze. In realtà, invece, i pericoli maggiori derivano proprio da disattenzioni e negligenze nella manipolazione e nella conservazione domestica.
Infatti, FAO e OMS evidenziano come nei Paesi industrializzati i problemi della sicurezza alimentare siano principalmente di origine microbiologica, ossia correlati a contaminazione di microrganismi (batteri, virus, funghi e così via). Tuttavia, possono esserci anche problemi igienicosanitari legati a sostanze (composti tossici naturali) e contaminanti chimici di varia natura (sostanze fitosanitarie, metalli pesanti, contaminanti ambientali e così via) o a contaminanti fisici (corpi estranei quali schegge di vetro, chiodi, sassi e così via). L’affinamento di tecniche di analisi e conoscenze scientifiche ha abbassato la soglia di rilevabilità e consentito l’individuazione di tracce infinitesimali di contaminanti.
Altro inAlimentazione -Sicurezza alimentare