Dermatologia ed estetica
Filler
Tipologie di filler
Per trattare i diversi tipi di rughe cutanee e solchi del viso, ma anche per aumentare il volume dei tessuti molli (cicatrici depresse, zigomi, labbra ecc.) o delimitare meglio i contorni del volto, vengono comunemente impiegati i filler (letteralmente “riempitivi”), costituiti da materiali di origine diversa e iniettati con aghi sottilissimi nel derma superficiale o profondo nell’area da trattare; la maggior parte di loro consente di ottenere un effetto temporaneo, variabile in efficacia e persistenza in funzione del materiale impiegato.
Il precursore degli odierni filler è stato, alla fine degli anni sessanta del Novecento, il silicone iniettabile sotto forma di olio, il cui utilizzo è attualmente vietato in quanto può comportare reazioni infiammatorie di tipo cronico e fibrosi notevoli. I filler odierni possono essere divisi in base alla loro origine in eterologhi, omologhi, autologhi e di sintesi, mentre in base alla persistenza dell’effetto si distingono filler riassorbibili, costituiti da sostanze biocompatibili soggette a graduale riassorbimento e che quindi devono essere reiniettate a distanza di tempo perché venga mantenuto l’effetto, filler semi-riassorbibili, per cui l’impianto nei tessuti ha una durata più prolungata, infine filler permanenti, che hanno la peculiarità di non venire riassorbiti dall’organismo.
Filler riassorbibili I più usati sono sicuramente il collagene e l’acido ialuronico.
Il collagene iniettabile, di origine bovina, è stato sperimentato a partire dal 1976 e ha avuto nel tempo una diffusione notevole, con modifiche successive riguardo la sua formulazione. Si tratta di un ottimo materiale riassorbibile, molto fluido; offre buoni risultati estetici, ma ha un effetto meno duraturo rispetto ad altri materiali biocompatibili e, a causa delle possibili reazioni allergiche che si possono verificare, necessita di due test cutanei preliminari a distanza di un mese l’uno dall’altro prima di procedere all’impianto definitivo.
L’acido ialuronico è un glicosamminoglicano presente nella matrice extracellulare del derma e in numerosi altri tessuti (corpo vitreo dell’occhio, articolazioni, muscoli, liquido sinoviale ecc.) già nella fase fetale, ma che nel corso dello sviluppo si riduce progressivamente; nel derma svolge funzioni di sostegno in quanto, legandosi ad altre sostanze, forma complessi macromolecolari che conferiscono compattezza alla cute e idratazione (ha infatti la capacità di legare l’acqua).
L’acido ialuronico utilizzato per i filler può essere di derivazione aviaria o batterica ed è immunologicamente inerte, atossico, biodegradabile e bioriassorbibile; poiché è una sostanza che va incontro a rapida degradazione, viene sottoposto a un processo di cross linking che permette di migliorarne le proprietà viscoelastiche e la persistenza.
Vista la somiglianza di struttura tra l’acido ialuronico delle varie specie animali, la possibilità di reazioni allergiche alla sostanza è assolutamente remota, tanto che non è previsto alcun test di sensibilità prima di procedere al trattamento.
L’acido ialuronico è contenuto in siringhe preconfezionate, già pronte all’uso, e viene iniettato nel derma superficiale e medio; il meccanismo d’azione consiste in un riempimento volumetrico immediato (dovuto alle proprietà viscoelastiche del prodotto) e nella sintesi ex novo di collagene per stimolazione di fibroblasti. Pur essendo un materiale riassorbibile, la sua durata è abbastanza prolungata (6-12 mesi). Il risultato è particolarmente “naturale” e la scomparsa della sostanza è molto graduale.
Filler semipermanenti I prodotti di questo tipo attualmente in commercio sono costituiti da sospensioni di microsfere di polimetilmetacrilato in collagene fluido o da particelle di idrogel acrilico disperse in acido ialuronico. Mentre il collagene e l’acido ialuronico vengono completamente degradati, la parte non riassorbibile permane all’interno dei tessuti comportandosi come un vero e proprio impianto.
Filler permanenti Sono in maggior parte costituiti da materiale acrilico (idrogel di poliacrilamide). In tali casi il materiale iniettato permane per tutta la vita nel tessuto del paziente, comportandosi come un vero e proprio impianto.
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