Derivazione
Intervento chirurgico che consiste nel creare una via artificiale per il deflusso di materie o liquidi, in sostituzione delle vie naturali (tubo digerente, vie urinarie) ostruite da un ostacolo. Per estensione, il termine designa anche la via artificiale che si viene così a creare. Le derivazioni comprendono vari tipi di operazione. Si distinguono forme definitive, destinate a bypassare un ostacolo inoperabile posto sulla via naturale, e provvisorie, praticate in attesa che sia possibile procedere a un secondo intervento. Inoltre, le derivazioni possono essere distinte in forme esterne o interne.
Una derivazione esterna può concludersi sia all’esterno del corpo (abboccamento del colon alla cute per creare un ano artificiale), sia in una cavità adibita a una funzione diversa da quella normale (cavità cardiaca, cavità peritoneale). Una derivazione interna permette di aggirare un ostacolo. Una volta superato quest’ultimo, le materie organiche e i liquidi vengono ricondotti nelle loro vie naturali. Indicazioni, tecniche e prognosi di una derivazione variano in base alla patologia in causa e al tipo di intervento praticato.
Le indicazioni più frequenti sono:
- tumori che comprimono o distruggono le vie naturali;
- stenosi delle vie naturali per malformazione o provocate da infiammazione.
In tal caso l’intervento ha lo scopo di ristabilire una funzione vitale (per esempio il deflusso delle urine) e di prevenire complicanze dovute all’accumulo di liquidi a monte dell’ostacolo (per esempio insufficienza renale). La prognosi è variabile: la malattia iniziale può continuare il suo decorso (in tal caso la derivazione non è altro che un gesto palliativo per attenuare momentaneamente i sintomi) oppure andare incontro a guarigione.
Derivazioni biliari Sono indicate quando il coledoco, che in condizioni normali convoglia la bile dal fegato e dalla colecisti verso l’intestino tenue, è ostruito da un ostacolo, per esempio un cancro del pancreas.
Le derivazioni biliari sono essenzialmente interne e consistono nell’abboccamento del segmento a monte del coledoco nell’intestino tenue, che bypassa così il tratto compresso. Le derivazioni digestive si praticano quando un tumore riduce il diametro del tubo digerente.
La colostomia, per esempio, è una derivazione esterna che permette l’abboccamento del colon alla cute dell’addome allo scopo di creare un ano artificiale.
Derivazioni urinarie Sono indicate quando il segmento inferiore di un uretere (che di norma convoglia l’urina dal rene alla vescica) è compresso da un tumore a carico di un organo vicino o quando è a sua volta sede di un tumore o un’infiammazione.
Quelle interne, che consistono per lo più nella sostituzione di un tratto di uretere, o della vescica, con un segmento di intestino, permettono di conservare la minzione per le vie naturali; le derivazioni urinarie esterne (ureterostomie) abboccano invece l’uretere alla cute.
Derivazioni vascolari Si praticano essenzialmente su pazienti affetti da cirrosi. Quest’ultima infatti ostacola la circolazione sanguigna all’interno del fegato, provocando ipertensione portale (aumento della pressione sanguigna nella vena porta e nelle vene che vi fanno capo) e potenziali emorragie del tubo digerente. La principale derivazione vascolare è l’anastomosi porta-cava, che consiste nell’abboccare la vena porta (che di norma convoglia il sangue dal tubo digerente verso il fegato) alla vena cava (che lo trasporta dagli organi addominali verso il cuore), la quale decorre a breve distanza. Bypassando il fegato, questa derivazione permette di ridurre la pressione.
Derivazioni ventricolari Sono indicate nelle forme di idrocefalia, caratterizzate da un accumulo del liquor cerebrospinale nei ventricoli cerebrali per la presenza di un ostacolo a valle (tumore, conseguenze di una meningite, malformazione). Consistono nell’inserire un catetere nel ventricolo dilatato, attraverso il cranio. Il catetere decorre abitualmente sottocute e termina nella cavità peritoneale o nell’atrio cardiaco destro. Quando a essere colpito da idrocefalia è un bambino, il catetere deve essere sostituito a più riprese durante la crescita.
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