Dermatologia ed estetica
Detergenti e deodoranti
Deodoranti
La cute, oltre a essere l’organo più esteso del corpo umano, è anche uno dei più versatili e per questo assolve diverse funzioni, tra cui quella di contribuire alla termoregolazione mediante la sudorazione. La sudorazione termoregolatoria viene garantita dalle ghiandole sudoripare eccrine, distribuite su quasi tutto il corpo e controllate dall’ipotalamo attraverso il sistema nervoso autonomo.
La sudorazione può essere legata anche a stimoli emotivi, in modo particolare a livello palmoplantare (attraverso le ghiandole eccrine) e alle ascelle (attraverso ghiandole apocrine e apoeccrine che si sviluppano in pubertà); un’ultima forma di sudorazione è quella gustativa, che si localizza al viso e al collo dopo l’ingestione di cibi caldi e piccanti. Le ghiandole sudoripare eccrine e apocrine si differenziano per struttura, modalità di secrezione e contenuto della stessa: quelle eccrine, più piccole, rilasciano un liquido ad alto contenuto di acqua e sali minerali e lo fanno senza disintegrare la loro struttura, mentre le apocrine liberano un liquido oleoso ricco di proteine, lipidi e steroidi, distaccando componenti della ghiandola.
La sudorazione può essere causa di imbarazzo e problemi psicologici, e per questo limitare la vita sociale di molti individui, soprattutto in caso di eccessiva sudorazione (iperidrosi) e cattivo odore.
L’eccessiva sudorazione viene comunemente trattata con antiperspiranti a base di sali metallici quali il cloruro di alluminio, l’alluminio cloridrato, il cloridrato di alluminio e lo zirconio, i quali agiscono formando un’ostruzione gelatinosa a livello del dotto ghiandolare che impedisce la fuoriuscita del sudore. La loro azione non interferisce con la termoregolazione, dal momento che l’applicazione ascellare impedisce la liberazione di una quantità di sudore pari solo all’1% del totale. Nel caso in cui gli antiperspiranti risultino inefficaci ci si può avvalere della tossina botulinica, di terapie sistemiche e interventi chirurgici di denervazione sul sistema nervoso autonomo.
I deodoranti, i prodotti cosmetici maggiormente diffusi, a differenza degli antiperspiranti non limitano la sudorazione, ma ne eliminano il cattivo odore. L’odore sgradevole e acre, tipico del sudore prodotto dalle ghiandole apocrine ascellari, deriva da una serie di sostanze volatili liberate grazie all’attività delle popolazioni batteriche che vivono in tali sedi.
La secrezione apocrina contiene alcune proteine, dette carrier ASOB1 e ASOB2 (Apocrine Secretion Odour-binding), la cui funzione è quella di trasportare in forma non volatile acidi grassi ramificati a lunga catena quale l’acido 3-metil-2-esenoico; gli enzimi idrolitici batterici sono capaci di scindere questi legami, liberando col sudore la forma volatile degli acidi. I batteri Staphylococcus epidermidis e Corynebacterium sono i più rappresentati sulla cute della regione ascellare perché vi trovano condizioni ideali per la loro crescita, quali un ambiente quasi occluso, una forte umidità, un pH compreso tra 5,84 e 5,99 (quindi meno acido rispetto al resto della superficie cutanea) e soprattutto molti nutrienti rilasciati dallo stesso sudore. Anche il contenuto di sebo che si ritrova nel secreto apocrino contribuisce al cattivo odore; il sebo si unisce al sudore perché le ghiandole apocrine e sebacee si aprono insieme nel follicolo pilifero.
La composizione dei deodoranti può spiegarne bene il funzionamento, indipendentemente dal fatto che la loro forma sia quella di vapospray, aerosol spray, crema, gel e roll on. Come è noto, tutti i deodoranti contengono varie fragranze, di cui le più usate sono linalool, citronellol, benzilacetato, benzilbenzoato, eugenol, isoeugenol e coumarin: una prima azione di questi prodotti consiste quindi nel coprire direttamente l’odore del sudore. Questo, però, espone a rischi di dermatiti da contatto in soggetti sensibilizzati a queste fragranze, e tali eventi non sono rari soprattutto per il balsamo del Perù (contenente isoeugenol e idrossicitronella) e il muschio di quercia: la riprova è data dall’esistenza di serie preformate di fragranze FM-I (Fragrance Mix) e FM-II nei vari patch test (esami per la diagnosi delle allergie).
I deodoranti agiscono anche nei confronti dei batteri responsabili del cattivo odore, tramite sostanze battericide (per esempio triclosan e ag-zeolite) o batteriostatiche (per esempio cloridrato di alluminio e acido dietilentriaminopentaacetico, DTPA, in combinazione con idrossitoluene butilato, BHT). In particolare, il triclosan si lega con alta affinità a un enzima batterico e a un gruppo NAD, formando un complesso e impedendo allo stesso enzima di partecipare alla sintesi di acidi grassi indispensabili per la vita batterica, mentre l’ag-zeolite agisce sfruttando le proprietà antimicrobiche dell’argento in forma ionica e, nello specifico, bloccando una serie di sistemi enzimatici sulla superficie della cellula batterica.
L’impiego di sostanze acide come il cloridrato di alluminio, l’acido citrico e il trietilcitrato è molto efficace nell’abbassare il pH ascellare e limitare la crescita batterica, pH-dipendente.
Un’altra possibilità batteriostatica è quella di utilizzare chelanti del ferro quali il PDTA o l’EDTA, in associazione a sostanze come il BHT, in modo da sequestrare il ferro della transferrina ed eliminarlo dall’ambiente ascellare, il quale diventa quindi molto ostile ai batteri che usano questo metallo come cofattore enzimatico o nei citocromi.
I deodoranti possono contenere anche coloranti, emulsionanti, solventi e conservanti. In passato alcuni ricercatori hanno messo in evidenza come il contenuto in parabeni (conservanti) e composti a base di alluminio di deodoranti e antiperspiranti possa favorire il cancro mammario, dal momento che queste sostanze hanno un effetto estrogeno-simile sulle cellule mammarie; Food and Drug Administration (FDA), National Cancer Institute (NCI) e altri istituti di ricerca hanno però dimostrato che non esiste alcuna correlazione tra l’uso di deodoranti contenenti queste sostanze e l’insorgenza di tumore mammario.
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