Sviluppo del bambino
Insieme dei fenomeni che concorrono alla progressiva trasformazione dell’essere umano, dal concepimento all’età adulta. Lo sviluppo comprende due fenomeni: da una parte la crescita staturoponderale, dall’altra la maturazione, ossia il perfezionamento delle strutture (per esempio denti) e delle funzioni (neuromotoria, cerebrale). Inoltre, riguarda tanto la sfera psicomotoria quanto quella fisica.
Sviluppo psicomotorio del bambino Con questa espressione si fa riferimento allo sviluppo motorio (acquisizione dei movimenti e della coordinazione) e sensoriale, intellettuale, affettivo e sociale (costruzione della psiche), che testimoniano la maturazione del sistema nervoso. In particolare, lo sviluppo del bambino di età compresa tra 1 mese e 2 anni riguarda quattro grandi aree di acquisizione: postura corporea e mobilità generale, movimenti delle mani, linguaggio, rapporti con l’ambiente circostante.
- Postura del corpo.Dipende dal tono muscolare: l’ipertonia flessoria generalizzata degli arti, che si osserva nel neonato, diminuisce progressivamente, mentre il tono assiale (testa-collo-schiena) aumenta. Il lattante riesce a tenere la testa eretta in posizione seduta verso i 3 mesi, comincia a mettersi seduto da solo verso i 7 mesi e muove i primi passi senza supporti quando ha circa 1 anno. La prensione degli oggetti è possibile a partire dai 4 mesi, ma l’uso del pollice opponibile viene acquisito solo a partire dai 9 mesi. Il bambino mangia da solo dopo i 18 mesi ed è in grado di tracciare una linea a 2 anni.
- Linguaggio.I primi vocalizzi composti da due sillabe compaiono verso i 7 mesi; il bambino pronuncia sequenze di tre parole più o meno significative a 1 anno e frasi di 2-3 parole a 2 anni, età in cui è perfettamente in grado di capire quello che gli si dice. Quanto ai rapporti con il mondo esterno, il piccolo segue con lo sguardo un oggetto o un volto all’età di 3 mesi, riconosce i visi familiari verso i 6 mesi e gioca con gli altri bambini a 2 anni.
- Sviluppo affettivo e sociale.Nei primi mesi si esprime nella soddisfazione dei bisogni alimentari, nella necessità di contatto fisico e nel potere tranquillizzante della voce dei genitori. Il bambino passa da una totale dipendenza a un’autonomia relativa, che si manifesta con la cosiddetta angoscia di separazione intorno ai 7-8 mesi. Il bambino comincia a percepirsi come individuo separato dalla madre, in uno stato di minore fusione con lei. Verso gli 11-12 mesi si riconosce quando si vede riflesso in uno specchio; è durante questa fase importante e complessa, denominata dallo psichiatra Jacques Lacan stadio dello specchio, che comincia a formarsi la coscienza di sé.
Altri parametri subiscono un’evoluzione nel corso dello sviluppo: ritmo dei pasti (6-7 al giorno a 1 mese, 4 dopo i 4 mesi), durata del sonno (18 ore a 2 mesi, 15-16 ore a 4 mesi, 14-15 ore a 9 mesi), controllo degli sfinteri (quello diurno viene acquisito tra i 12 mesi e i 3 anni, quello notturno tra i 2 e i 5 anni). Il medico controlla che queste varie acquisizioni si verifichino nel periodo opportuno, per individuare un eventuale ritardo psicomotorio, parziale o generalizzato. Tuttavia, dal momento che ogni bambino ha i propri ritmi evolutivi, non si fissano date precise e rigorose per l’acquisizione di questa o quella funzione, ma si prevedono margini piuttosto ampi. Di conseguenza, nonostante vi siano soggetti che cominciano a camminare a 1 anno, l’assenza di questa acquisizione non viene considerata patologica sino all’età di almeno 18 mesi.
- Sviluppo psicomotorio.Tra i 2 e i 6 anni consiste semplicemente nel perfezionamento delle acquisizioni precedenti. Per quanto riguarda la motilità generale, il bambino è in grado di salire da solo le scale a partire dai 2 anni e di andare in bicicletta a 2 anni e mezzo. Comincia a scarabocchiare all’età di 2 anni, tenta di tracciare un cerchio intorno ai 3 anni e fa disegni più complessi a 5 anni. A partire dai 2 anni, si esprime con brevi frasi e padroneggia più di 100 parole, tra cui il pronome “io”. Un bambino che non parla non deve però destare allarme nei genitori prima dei 3 anni di età. Tra 1 e 3 anni fa la sua comparsa, a seconda dei momenti, un atteggiamento di opposizione ai genitori o al contrario una condotta imitativa: tra i 4 e i 6 anni avviene l’identificazione con il sesso maschile o femminile e si forma la personalità. All’età di 3 anni, l’attività motoria, il controllo degli sfinteri, l’abilità manuale, i primi tentativi di esprimersi graficamente e l’apertura verso gli altri rendono il soggetto idoneo a frequentare la scuola materna. A 6 anni, la padronanza del linguaggio e i progressi compiuti in campo grafico ne permettono l’ingresso nell’ambiente scolastico.
Sviluppo fisico del bambino Consiste nella crescita staturoponderale e nella maturazione ossea, dentaria e puberale del soggetto, dalla nascita all’età adulta. La crescita staturoponderale del corpo nel suo complesso e dei vari organi è legata a fattori ereditari e ormonali, ma richiede anche apporti alimentari equilibrati. Per tenerla sotto controllo si eseguono misurazioni regolari dell’altezza e del peso e i valori risultanti vengono confrontati con le medie statistiche, riportando i dati su grafici di più immediata lettura.
- Maturazione ossea: viene valutata soltanto in caso di anomalie della crescita. L’età ossea è il criterio più utilizzato: da una radiografia della mano si deduce il numero delle epifisi (estremità delle ossa lunghe) e delle ossa brevi là dove il tessuto osseo ha cominciato a prendere il posto della cartilagine. Il confronto con una fotografia di riferimento permette di stabilire l’età ossea, vale a dire l’età che il bambino dovrebbe avere in base alla sua maturazione ossea.
- Maturazione dentaria: schematicamente, la prima dentizione, temporanea, è costituita da 20 denti che spuntano tra i 6 e i 30 mesi. La seconda, definitiva, è costituita da 28 denti che crescono tra i 6 e i 12 anni, cui di solito, in un secondo momento, si aggiungono i 4 denti del giudizio. Questa componente dello sviluppo fisico del bambino è più difficile da valutare.
- Maturazione puberale: è l’ultima tappa dello sviluppo, che trasforma il bambino in un adolescente dotato di capacità riproduttiva.
Anomalie dello sviluppo
Un ritardo psicomotorio è uno dei motivi che più spesso spingono a interpellare il medico. Ad allarmare i genitori sono la mancata acquisizione di funzioni psicomotorie normali nel lattante e le difficoltà scolastiche nel bambino. Tuttavia, in gran parte dei casi non vi è motivo di preoccuparsi; alcuni genitori tendono a fare confronti troppo schematici tra il figlio e i bambini della stessa fascia d’età. Occorre sempre valutare separatamente, in uno stesso soggetto, le acquisizioni relative alle abilità manuali (prensione e capacità grafiche), al linguaggio (comprensione ed espressione) e ai rapporti sociali. Inoltre, la rapidità dello sviluppo intellettuale non ha alcuna relazione con la sua qualità finale. Può accadere tuttavia che il bambino incontri problemi di autonomia e adattamento legati alla genesi della sua personalità. Non appena sorge il minimo sospetto di un ritardo psicomotorio, è opportuno rivolgersi al pediatra, che valuterà lo stato neurologico e verificherà in particolare la vista e l’udito.
Dalla nascita sino a 1 anno di etàSe si escludono cause organiche, l’origine delle anomalie dello sviluppo è da ricercarsi in due fattori concomitanti: i ritmi del bambino (cure, contatto, alimentazione, sonno) e il profilo psicologico della madre. Spesso intervengono anche altri fattori, che esulano dall’unità madre-bambino: condizioni ambientali difficili, conflitto coniugale, eventi traumatici. Sono da considerare anche lo svolgimento della gravidanza e del parto, il rapporto tra immagine reale e immagine ideale del soggetto. Una serie di disturbi nel bambino, essenzialmente di ordine psicosomatico, può derivare dal mancato adattamento reciproco madre-bambino, soprattutto nel secondo semestre di vita: tra questi vi sono anoressia, vomito, mericismo (ruminazione del cibo), problemi legati allo svezzamento, coliche, eczemi, insonnia. In genere è possibile trattare tali disturbi con un intervento psicoterapeutico. Nei casi più gravi, c’è il rischio che si instauri una sindrome da carenza affettiva, da affrontare con un intervento rapido, in ambito ospedaliero.
Prima dei 2 anniAltri disturbi possono indicare una mancata evoluzione o un’insufficienza degli scambi affettivi e della socializzazione, una difficoltà a stabilire rapporti con il mondo esterno: tendenza a distogliere lo sguardo e a evitare di ricambiare il sorriso, povertà del gioco, anomalie del tono muscolare, della stazione eretta o della posizione seduta. Un’acquisizione troppo precoce del controllo degli sfinteri talvolta riveste lo stesso significato.
In tal caso si consiglia di interpellare uno specialista, per individuare un eventuale blocco globale dello sviluppo (autismo, psicosi infantile, deficienza mentale o oligofrenia, trisomia 21).
Dai 2 anni all’età scolareLe anomalie dello sviluppo più frequenti riguardano il linguaggio (ritardo della parola, dislessia), la psicomotricità (tic, balbuzie, sindrome ipercinetica), il controllo sfinterico (encopresi, enuresi), l’alimentazione (anoressia, obesità, tendenza al vomito), il sonno (incubi), la sfera intellettuale e affettiva (disturbi del comportamento, ansia, depressione, disadattamento scolastico). Tali anomalie possono coprire una vasta gamma di situazioni, in base al contesto nel quale si manifestano e alle precedenti tappe dello sviluppo del bambino. Il loro trattamento dipende dalla diagnosi, che va formulata al termine di un’attenta disamina.
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