Assistere un familiare
Le ulcere delle gambe
Come effettuare il bendaggio
Preparare il materiale necessario:
- garze pulite;
- soluzione fisiologica;
- siringa da 35 ml con ago 18G;
- guanti monouso non sterili;
- traversa monouso impermeabile;
- ossido di zinco in pasta;
- bende.
L’ambiente in cui viene effettuato il bendaggio deve essere confortevole, ben illuminato e riscaldato.
Il paziente deve potersi sdraiare sul letto a un’altezza adatta a favorire il lavoro dell’operatore.
Per valutare l’evoluzione della ferita, può essere molto utile misurarla con un righello (o altra scala graduata), senza toccarla: così facendo si può fare una comparazione nell’arco delle settimane. Se è disponibile una macchina fotografica, effettuare uno scatto ogni volta che si medica la lesione.
Prima di ogni medicazione, inoltre, bisognerebbe lavare la gamba con acqua e sapone e asciugarla tamponando delicatamente, mentre la ferita deve essere pulita come descritto oltre.
Alcune volte il paziente può trarre beneficio dall’applicazione di uno strato di pasta all’ossido di zinco (25%) sulla pelle vicino alla ferita, per prevenire la macerazione dei bordi.
I fluidi emessi dalla lesione bagnano le bende e possono creare un ambiente troppo umido, soprattutto quando il bendaggio rimane posizionato per una settimana; tale circostanza rende la pelle fragile e la espone a fenomeni erosivi. Se le ferite sono molto estese può essere ragionevole sostituire la medicazione due volte alla settimana.
Dopo avere effettuato la detersione dell’arto e della lesione, applicare sulla ferita la garza impregnata tenendola da un lato con i guanti puliti e procedere poi al bendaggio come segue.
- L’applicazione della benda deve avvenire secondo un ordine prestabilito, solitamente in senso circolare e verso l’esterno rispetto al segmento da fasciare; la benda ancora avvolta deve trovarsi al di sopra della fascia già svolta.
- Il piede deve sempre essere fasciato per primo, non si deve mai partire dalla caviglia.
- La fascia non deve essere piegata o fare grinze durante lo svolgimento; nel caso si verifichi questo inconveniente è bene ricominciare daccapo.
Se il bendaggio viene effettuato con il kit di quattro bende (tipo PROFORE®), procedere come segue.
- Applicare il cotone in rotolo partendo dal piede, srotolandolo verso l’esterno e sovrapponendo gli strati uno sull’altro esattamente a metà fino ad arrivare al ginocchio, senza fasciarlo.
- Applicare la seconda benda, partendo dal piede fino al ginocchio e non oltrepassando il cotone. Fissare la seconda benda con il cerotto in modo che non rischi di srotolarsi.
- Applicare la terza benda, che in questo caso può essere elastica, estendendola fino al 50% della sua lunghezza; è consigliabile fasciare con la tecnica “a 8”, cioè salendo e scendendo, possibilmente senza tornare indietro.
- L’ultima benda deve essere applicata con una sovrapposizione del 50%; in genere si tratta di una benda coesiva (si incolla su se stessa) e quindi non è il caso di fissarla con i cerotti.
La concomitante presenza di più bende aumenta gli effetti specifici di ogni tutore, quindi se da un lato i kit a quattro strati hanno il vantaggio di essere particolarmente efficaci, dall’altro, questa validità è contrastata dall’aumento dei pericoli e dall’esigenza di una maggiore perizia dell’infermiere o di chi applica l’ausilio.
Se non si dispone di un apposito kit, acquistare in farmacia l’occorrente.
- Uno o due rotoli di cotone per bendaggi, meglio se idrofili.
- Una benda per il fissaggio.
- Una benda a corta estensibilità nel caso che il soggetto cammini o a lunga estensibilità nel caso non cammini. Le bende a lunga estensibilità devono essere stirate al massimo fino al 50%.
- Se si acquistano bende che si fissano con le graffette fare attenzione a non ferire la cute!
- La sequenza da seguire per il bendaggio è simile a quella già descritta: cotone sulla pelle, benda per il fissaggio, benda terapeutica. Si otterrà così un bendaggio in tre strati.
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