Alimentazione
I mattoni degli alimenti
Vitamine liposolubili
Vitamina A Con il termine vitamina A si indica una serie di composti che in natura si trovano sotto diverse forme: retinolo, retinale e acido retinico. Precursori vegetali della vitamina A sono i carotenoidi, principalmente il beta-carotene. Questa vitamina è essenziale per la differenziazione cellulare, lo sviluppo fetale, il sistema immunitario, la pelle e la vista. La sua carenza provoca soprattutto cecità notturna (emeralopia), xeroftalmia (secchezza della cornea) e cheratomalacia (opacizzazione e ulcerazioni corneali), mentre il suo eccesso induce malformazioni fetali, danni epatici e, nel caso di ingestioni di quantità molto elevate, edema cerebrale e coma. La dose giornaliera raccomandata corrisponde a 6-700 µg (di Retinolo Equivalenti). È contenuta nel latte, nel burro, nei formaggi, nelle uova e, in genere, negli alimenti che contengono grassi di origine animale. I carotenoidi e il beta-carotene sono presenti nei vegetali colorati.
Vitamina D La vitamina D esiste in due forme: colecalciferolo, o vitamina D3, ed ergocalciferolo, o vitamina D2. Il colecalciferolo viene principalmente sintetizzato dall’organismo e si forma nella cute per effetto della luce solare; l’ergocalciferolo si assume con l’alimentazione. Entrambe queste forme necessitano dell’attivazione da parte di rene e fegato che le trasformano in 25-idrossi-vitamina D: in quest’ultima forma, la vitamina D favorisce l’assorbimento intestinale del calcio, l’eliminazione renale del fosforo e la liberazione del calcio dall’osso. La carenza di vitamina D provoca osteomalacia, patologia nella quale è ridotta la componente minerale dell’osso con conseguenti fratture causate da traumi anche minimi. Possono essere associati sintomi psichici, come la depressione, e neurologici, come una neuromiopatia. In condizioni di normale funzione renale, il dosaggio della 25-idrossi-vitamina D è un buon indicatore del suo stato. Carenze di vitamina D possono dipendere da ridotta assunzione alimentare, scarsa esposizione alla luce solare, malassorbimento (malattie intestinali), insufficienza renale ed epatica. Le migliori fonti alimentari sono il latte e i suoi derivati. La quantità giornaliera raccomandata dai LARN (livelli di assunzione raccomandati di nutrienti) è in funzione dell’esposizione solare. In gravidanza e durante l’allattamento sono consigliati 10 µg al giorno.
Vitamina E Con il termine vitamina E si intendono 8 composti, 4 appartenenti alla classe dei tocoferoli e 4 a quella dei tocotrienoli (in entrambi i casi: alfa, beta, gamma, delta). Si trova soprattutto negli oli vegetali, nei frutti e nei semi oleosi e la quantità consigliata giornalmente dipende dall’entità dell’assunzione di grassi insaturi. L’attività biologica principale della vitamina E è quella antiossidante, che si esplica prevalentemente in ambienti lipidici, come le membrane cellulari e le lipoproteine, dove vi è necessità di difendere dall’ossidazione i doppi legami degli acidi grassi insaturi. I sintomi da carenza sono estremamente rari e si manifestano con neuropatia periferica, atassia (alterata coordinazione dei movimenti), miopatia e retinopatia. La determinazione dei livelli plasmatici di vitamina E è un buon indicatore dell’adeguatezza della sua assunzione.
Vitamina K Per vitamina K si intende una serie di composti appartenenti a due famiglie: i fillochinoni, sostanze presenti nel regno vegetale, e i menachinoni, prodotti nell’intestino da parte della flora batterica. La vitamina K è indispensabile per la sintesi di alcuni fattori della coagulazione da parte del fegato. Recentemente è stato dimostrato un suo ruolo anche nel metabolismo dell’osso. La carenza di vitamina K comporta un deficit della coagulazione del sangue con riduzione del tempo di protrombina. Nell’adulto sono considerati adeguati apporti compresi tra i 60 e gli 80 µg al giorno. La vitamina K è contenuta nei vegetali, soprattutto in quelli verdi a foglia larga e nel fegato.