Assorbimento intestinale
Meccanismo che consente alle sostanze nutrienti di raggiungere i tessuti per via ematica.
I macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine) e i micronutrienti (vitamine, oligoelementi, sali minerali) sono sostanze semplici dal punto di vista chimico e di facile assorbimento.
La digestione, che consiste nella scomposizione degli alimenti in questi elementi semplici, ha inizio nello stomaco, dopo il passaggio attraverso la bocca e l’esofago; da qui prosegue nell’intestino tenue, dove vengono assorbiti sia l’acqua e gli elettroliti, sia i nutrimenti e le vitamine. Nell’intestino tenue prossimale (digiuno) avviene l’assorbimento di lipidi, proteine e carboidrati, calcio, ferro e vitamine liposolubili; nell’intestino tenue distale (ileo) sono assorbiti i sali biliari e la vitamina B12.
Considerando le sue villosità, si calcola che la superficie dell’intestino tenue ammonti a circa 200 m2. Notevole è la sua capacità di assorbimento quotidiana: da 6 a 8 l di acqua e alimenti. In 24 ore riceve da 7 a 10 l di sostanze, che oltre agli alimenti includono le secrezioni salivari, biliari, gastriche e pancreatiche. La quantità in eccesso è assorbita dal colon.
I vasi sanguigni situati nella parete intestinale trasportano i nutrienti verso il fegato, che provvede alla loro distribuzione verso i vari organi, assecondando le necessità dell’organismo. Le sostanze non digeribili vengono evacuate sotto forma di liquido e fibre.
Misurazione
La capacità di assorbimento intestinale è valutata attraverso vari test biologici, e principalmente da:
- steatorrea (dosaggio dei grassi nelle feci);
- test al D-xilosio, che analizza la capacità di assorbimento del digiuno;
- test di Schilling, che analizza la capacità di assorbimento dell’ileo.
Per ciascun nutriente è inoltre possibile valutare un coefficiente di assorbimento digestivo, che corrisponde alla quantità assorbita rispetto alla quantità totale ingerita e che consente di valutare la digeribilità degli alimenti.
Cerca in Medicina A-Z