Ascesso
Raccolta di pus formatasi a partire da un focolaio di infezione locale ed estesa ai tessuti normali. In senso lato il termine ascesso, o empiema, indica anche una raccolta di pus in una cavità sierosa (peritoneo, pleura, meningi). Gli ascessi possono svilupparsi in un punto qualsiasi dell’organismo.
L’ascesso superficiale, accessibile alla vista e al tatto, si sviluppa nei tessuti di rivestimento (tessuti e ghiandole sottocutanei, tessuto adiposo, linfonodi). Se colpisce il dito, prende il nome di giradito. Gli ascessi della zona perianale sono tra i più frequenti.
L’ascesso profondo, inaccessibile all’esame clinico, può risiedere in un organo (fegato, cervello, polmone) o in una cavità sierosa (peritoneo, pleura), nel qual caso è dovuto all’infezione di un organo vicino (come è il caso di un ascesso appendicolare). L’ascesso profondo viene rilevato mediante ecografia, TC o risonanza magnetica.
L’ascesso a bottone di camicia designa una raccolta superficiale di pus che comunica, mediante un dotto sottile, con un altro ascesso più profondo. A seconda del processo di formazione e della rapidità dell’evoluzione, un ascesso può essere caldo o freddo.
Ascesso caldo
Indica generalmente una reazione infiammatoria dell’organismo allo sviluppo di determinati batteri (stafilococchi, streptococchi), i quali, veicolati dalla circolazione sanguigna o linfatica, raggiungono un tessuto in cui provocano un’infezione acuta. L’inoculazione può anche essere dovuta a una puntura o a una ferita. Nei Paesi tropicali l’agente infettivo può essere costituito da un’ameba, che determina un ascesso epatico.
Sintomi e segni Un ascesso caldo si forma rapidamente e appare spesso delimitato da una membrana; presenta tutti i segni locali di un’infiammazione (arrossamento, calore, gonfiore, dolore) associati a segni generali (febbre, brividi, insonnia) e, talvolta, a un’adenopatia (tumefazione dei linfonodi circostanti). La suppurazione determina un aumento di volume dei tessuti, un dolore pulsante e, se l’ascesso è superficiale, una fluttuazione (sensazione di spostamento del liquido alla palpazione). Un ascesso caldo può riassorbirsi spontaneamente, trasformarsi in una cisti o rompersi nei tessuti vicini (fistolizzazione). La rottura di un ascesso polmonare in un bronco determina una vomica (improvvisa espettorazione di pus).
Trattamento Un ascesso caldo necessita di drenaggio.
In caso di ascesso superficiale, si ricorre alla chirurgia: incisione, evacuazione del pus e drenaggio della cavità. Prima della formazione dell’ascesso, l’assunzione di antibiotici e l’applicazione di impacchi caldi e impregnati di alcol possono essere sufficienti per il riassorbimento dell’infiammazione. Qualora non bastassero, si rischia di trasformare l’infiammazione in ascesso cronico. Un ascesso profondo deve essere drenato chirurgicamente, o mediante puntura, sotto controllo radiologico (ecografia o TC).
Se trattato correttamente, l’ascesso caldo guarisce in tempi rapidi; tuttavia in alcuni casi (per esempio, nel caso il germe responsabile sia particolarmente virulento, oppure lo stato generale risulti precario o ancora in caso di diabete), l’infezione si estende a livello locale (flemmone diffuso) oppure si diffonde a distanza a causa del trasporto di microbi nel sangue (setticemia o setticopiemia).
Ascesso freddo
L’ascesso freddo è dovuto al bacillo di Koch, responsabile della tubercolosi, ad alcuni funghi o a microrganismi.
Sintomi e segni L’ascesso freddo, che si forma lentamente e non comporta alcuna reazione infiammatoria, evolve verso la fistolizzazione. Se superficiale, si sviluppa spesso in un linfonodo e lascia fuoriuscire un pus granuloso. Se profondo, partendo da una posizione ossea o articolare può propagarsi negli spazi intermuscolari (come accade per l’ascesso del morbo di Pott). L’ascesso freddo si manifesta con febbre prolungata e intermittente, alterazione dello stato generale e dimagrimento. È individuato grazie a tecniche di imaging (radiografia, ecografia, TC o risonanza magnetica). Una puntura esplorativa, quando possibile, consente di identificare la natura dell’infezione (tubercolosi, micosi, istoplasmosi).
Trattamento Si somministrano farmaci specifici per il microbo responsabile dell’ascesso, talvolta associati a drenaggio chirurgico (con incisione del tessuto per raggiungere l’ascesso) o mediante puntura.
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