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Aerosolterapia
L’impiego di farmaci per via aerea è molto diffuso in medicina e consente un’ottima somministrazione dei medicamenti, in grado di “colpire” l’organo bersaglio (polmoni) mediante l’uso di dispositivi, chiamati apparecchi per aerosolterapia. Questi strumenti, efficaci e oggi largamente adottati, si possono suddividere ancora in due tipi: nebulizzatori e inalatori.
I nebulizzatori sono in grado di trasformare le soluzioni farmacologiche in una pioggia finissima che, una volta inalata, raggiunge i polmoni ed esplica il necessario effetto medicamentoso. Il problema più frequente che si incontra con questo tipo di terapia è costituito dalle dimensioni delle particelle prodotte della macchina: più le particelle sono piccole (inferiori a 5 micron), più vi sono possibilità che raggiungano i polmoni, mentre macchine per aerosol che generano particelle grandi non sono considerate terapeuticamente efficaci.
In commercio esistono essenzialmente due tipi di nebulizzatori: pneumatici e a ultrasuoni.
Gli apparecchi per aerosol pneumatici sono dotati di un compressore e di un’ampolla (quasi sempre in vetro); la compressione dell’aria genera la frammentazione delle gocce in piccoli corpuscoli da inalare. I problemi più frequenti che si verificano con questi apparecchi sono costituiti dalle caratteristiche delle ampolle e dalla potenza dei compressori. Un ideale sistema pneumatico per aerosolizzare le particelle dovrebbe avere una potenza di 1-2 atmosfere e concludere la nebulizzazione di 3 ml di soluzione in meno di 10 minuti. L’ampolla ideale dovrebbe essere costituita da materiale plastico, più affidabile di quelle in vetro, e dotata di taratura.
Gli apparecchi per aerosol a ultrasuoni, invece, sfruttano il principio della vibrazione prodotta dal passaggio della corrente elettrica attraverso un disco di ceramica e anch’essi producono piccole particelle. Sono meno rumorosi di quelli pneumatici e nebulizzano più rapidamente; lo svantaggio consiste nel fatto che, però, possono alterare l’effetto di alcuni farmaci. Le particelle prodotte sono più disomogenee rispetto a quelle derivanti dall’apparecchio pneumatico, ma non vi sono allo stato attuale evidenze scientifiche che dimostrino la loro superiorità rispetto ai normali sistemi pneumatici.
La difficoltà che si riscontra nell’aerosolterapia è costituita dalla poca aderenza alla cura e dalla scarsa affidabilità di alcuni pazienti, mentre i vantaggi sono legati ai bassi dosaggi dei farmaci somministrati e ai pochi effetti collaterali generali (sistemici).
La pioggia di particelle, oltre ad avere le caratteristiche menzionate, deve raggiungere le basse vie respiratorie per poter essere efficace e, per far sì che ciò avvenga, è determinante la corretta respirazione del paziente. Respirare con il naso riduce notevolmente la possibilità che la soluzione arrivi a destinazione; di contro, un ritmo respiratorio lento, effettuato con la bocca aperta, garantisce buoni risultati.
La pulizia degli apparecchi è molto importante al fine di mantenere un buon funzionamento e per la prevenzione di infezioni.
Gli strumenti pneumatici devono essere revisionati secondo le indicazioni della casa produttrice, le ampolle devono essere lavate dopo ogni applicazione con acqua e asciugate; l’asciugatura in particolare è molto importante dal momento che un ambiente secco annulla la possibilità che si formino funghi (spore) e altri batteri. Affinché non rimanga alcuna traccia di umidità sugli strumenti, si può utilizzare una fonte di calore come il phon o riporli su caloriferi. È necessario fare molta attenzione a non esagerare con il calore poiché un’ampolla in plastica si può deformare molto facilmente.
La manutenzione e la pulizia dei sistemi a ultrasuoni risultano invece più difficoltose.
I dispositivi per aerosol prevedono l’utilizzo di determinati accessori: ampolle, boccaglio, mascherina e forcella nasale. Per quanto riguarda le ampolle, esse dovrebbero essere di materiale sterilizzabile e infrangibile. Ne esistono di differenti tipi: dotate di valvole per aspirare l’aria dall’esterno e aumentare di conseguenza il flusso, o che riescono a recuperare l’aria espirata, ricca di farmaci. Le ampolle dovrebbero essere sostituite al massimo dopo cinquanta applicazioni, in modo tale da evitare l’accumulo di incrostazioni e la normale usura legata all’utilizzo. Questi strumenti sono fondamentali per una buona riuscita della terapia.
Il boccaglio, che si utilizza a bocca serrata e a naso chiuso, è molto efficace, anche se, però, non è molto gradito ai bambini.
La mascherina determina un’enorme dispersione del farmaco, e per questo motivo non è consigliabile, anche se i più piccoli la preferiscono. Inoltre, il medicamento tende a depositarsi sulla plastica della maschera.
Particolare attenzione va prestata agli occhi, soprattutto quando il paziente è pediatrico: se la mascherina non è ben posizionata, infatti, il farmaco può fuoriuscire dal naso e determinare irritazioni.
La forcella nasale è uno strumento perfetto per l’applicazione dei farmaci direttamente nel naso.
Gli inalatori sono sistemi preconfezionati per l’erogazione diretta del farmaco, vengono prodotti dalle industrie farmaceutiche e contengono propellenti e sostanze medicamentose. Se utilizzati correttamente, sono in grado di svolgere la stessa funzione dei nebulizzatori.
Con questi dispositivi è richiesta la stretta collaborazione del paziente: poiché sono sotto forma di spray, è fondamentale sincronizzare l’inspirazione con l’emissione del farmaco, pena il mancato effetto farmacologico. Vista l’enorme difficoltà che si incontra nell’effettuare in modo corretto la terapia, sono state prodotte delle camere (note anche come distanziatori) da collegare al dispositivo: quando si eroga il farmaco, questo rimane in sospensione aerea all’interno del distanziatore, in modo tale da permettere al paziente di respirare più volte attraverso una fessura posta all’altra estremità e inalare così tutta la dose di farmaco erogata.
Recentemente sono stati commercializzati nuovi tipi di inalatori senza propellenti, costituiti da un apparecchio in grado di ospitare al suo interno una capsula contenente il farmaco. Il dispositivo, di plastica e di piccole dimensioni, si trova direttamente all’interno di ogni confezione del farmaco e va eliminato una volta esaurite le 30 capsule in essa contenute.
Come accennato, questo strumento ospita una singola capsula e possiede una camera comunicante con un boccaglio per l’aspirazione. Dopo aver rotto la capsula, con un apposito tasto si inspira più volte e poi si elimina il medicamento. Ciò consente di assumere correttamente la terapia.
A differenza dei nebulizzatori, gli inalatori spray sono di piccolissime dimensioni e possono essere portati con sé per situazioni d’emergenza (attacchi d’asma).
Oltre agli inalatori spray, esistono in commercio anche inalatori per polveri: alcuni prevedono l’inserimento della capsule nel dispositivo per inalazione, altri invece hanno le dosi di polvere da usare per la terapia già incorporate nel dispositivo.
Nelle immagini della pagina precedente sono mostrati i passaggi per una corretta inalazione del farmaco.
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