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L’ambiente
In un ambiente confinato quale può essere una casa, una scuola o una palestra, la relazione tra alcune componenti quali umidità, ventilazione e temperatura prende il nome di microclima.
Nell’ambiente in cui si vive e si respira, la quantità di vapore acqueo ha un’importanza determinante per il buon funzionamento dell’apparato respiratorio: l’aria troppo secca asciuga le vie aeree, mentre un ambiente eccessivamente umido rende difficoltosa una corretta respirazione, specialmente in presenza di alcune malattie respiratorie.
La percentuale ideale di umidità che si dovrebbe ritrovare in un habitat è il 50-55%. Il corretto grado d’umidità è fondamentale anche per una sana idratazione della cute: luoghi molto secchi disidratano la pelle favorendo l’insorgenza di screpolature, che nell’anziano possono incoraggiare lo sviluppo di lesioni.
Per ventilazione si intende il ricambio d’aria all’interno di un ambiente confinato, che può avvenire in vari modi, ma essenzialmente attraverso una via naturale e una sussidiaria. La via naturale è soggetta al tipo di materiale che compone una struttura e alla sua consistenza (mura, isolamento dei serramenti e così via), mentre la via sussidiaria è costituita dall’insieme di comunicazioni con l’esterno, siano esse rappresentate da finestre o altri mezzi di ventilazione. Esistono poi sistemi di ventilazione artificiali come i condizionatori e/o i ventilatori. La temperatura dell’aria respirata ha anch’essa un’estrema importanza: un’aria eccessivamente fredda e pungente può causare irritazione delle vie aeree ed esporre al rischio di infezioni, così come un’aria eccessivamente calda rende impossibile la respirazione. Anche la temperatura può essere modificata mediante vari sistemi artificiali, come i condizionatori o il riscaldamento. In linea di massima, la temperatura ideale in un ambiente ristretto dovrebbe essere di 18-20 °C, sempre che non vi siano richieste maggiori per specifiche necessità. In una casa dove risiede un ammalato, è necessario avere temperature lievemente più alte in quanto gli infermi avvertono molto di più il freddo; in questo caso 22-24 °C possono risultare idonei a questa particolare situazione.
Oltre ai fattori sopra citati, bisogna tenere presenti alcune variabili che risultano non meno importanti, quali il rumore, l’illuminazione e le sostanze volatili (polveri, fumo).
Le malattie respiratorie determinano una diminuzione del grado di ossigeno nel sangue (ipossiemia) e relativo accumulo di anidride carbonica (ipercapnia): per tale motivo, i soggetti affetti da patologie croniche polmonari possono avere bisogno di un “aiuto” esterno che consenta loro di migliorare la quantità di ossigeno nel sangue. In ambito domiciliare ritroviamo frequentemente i bomboloni per l’ossigenoterapia domiciliare a lungo termine.
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