Dermatologia ed estetica
Vitiligine
Terapia
Obiettivo principale della terapia per la cura della vitiligine è il raggiungimento della ripigmentazione delle aree acromiche, quindi il ripristino dell’integrità cromatica della cute a scopo estetico e funzionale, così da aumentare la tolleranza ai danni acuti e cronici indotti dall’esposizione al sole. Considerata la vasta gamma di potenziali approcci terapeutici, è indispensabile rivolgersi al proprio dermatologo di fiducia per farsi consigliare adeguatamente.
La fotoprotezione è di vitale importanza nel trattamento della vitiligine e conta sull’utilizzo di filtri solari durante tutto l’anno: tale misura, oltre a impedire ustioni solari e ridurre l’accentuazione della differenza di colore fra le chiazze bianche e le aree “sane” della pelle, sembrerebbe anche prevenire il peggioramento della malattia.
I cosmetici coprenti sono invece efficaci per ridurre le conseguenze di tipo estetico, riuscendo a indurre positivi effetti psicologici.
L’approccio terapeutico, dopo la valutazione di eventuali patologie associate, deve ovviamente tenere in considerazione non solo la forma di vitiligine, il numero e l’estensione delle lesioni, ma anche l’età, il fototipo, lo stile di vita e la disponibilità (economica e di tempo) del paziente al trattamento. Generalmente, nelle forme focali, il primo approccio terapeutico consiste nell’impiego di corticosteroidi topici per brevi periodi di tempo, in modo da evitare il rischio di atrofia cutanea.
Per le forme generalizzate la terapia più usata è la fototerapia, cioè l’utilizzo di particolari lampade medicali che emettono radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti (UVB a banda stretta); la combinazione di tale terapia con l’assunzione di un prodotto topico contenente calcipotriolo (analogo della vitamina D) sembra aumentarne l’efficacia.
Di recente introduzione sono invece le terapie localizzate alle sole aree bianche e basate sulle emissioni di laser o luci a eccimeri e, più spesso, della cosiddetta luce pulsata da un dispositivo a fibra ottica (microfototerapia); quest’ultima si sta dimostrando più gradita della fototerapia tradizionale, in quanto permette di irradiare soltanto le zone colpite da malattia, riducendo la dose totale di esposizione del soggetto alle radiazioni ultraviolette B e concentrando le radiazioni solo a livello delle zone cutanee colpite, senza incrementare il contrasto cromatico tra cute sana e vitiligoidea.
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