Assistere un familiare
Il movimento
Ginnastica passiva
I movimenti passivi si rendono necessari per gli individui che non sono in grado di muoversi autonomamente. Gli esercizi devono essere svolti da una persona che fa compiere i movimenti al paziente in modo delicato e senza procurargli dolore. Anche in questo caso la ginnastica deve essere effettuata due volte al giorno.
Il paziente deve essere messo nelle condizioni di muoversi liberamente: una tuta larga o un camice possono essere utili a tale scopo. La posizione ideale è quella supina. Bisogna sempre ricordare che questa ginnastica si effettua su arti con gravi compromissioni, cioè privi di tono muscolare e della capacità di arrestare il movimento: sarà cura di chi assiste mettere in condizioni di sicurezza il paziente e rispettare la normale fisiologia senza esagerare nei movimenti.
Nella ginnastica attiva “l’attore” principale è il muscolo, in quella passiva il muscolo non può lavorare, quindi lo scopo degli esercizi passivi è il sano mantenimento delle articolazioni e la prevenzione delle contratture muscolari che creano con il tempo gravi deformità. I muscoli possono essere spastici, cioè contrarsi in modo esagerato procurando molto dolore durante l’esercizio.I movimenti devono essere effettuati lentamente dalla persona che fa compiere la ginnastica fino alla percezione di una certa resistenza; fare moltissima attenzione a non esagerare a “fine corsa” poiché con alcune persone c’è il rischio di slogare o lussare l’articolazione. Prima di cominciare gli esercizi, fare assumere la posizione supina avvicinando i piedi tra di loro e le braccia al torace. Cominciare dagli esercizi per la testa e scendere verso i piedi.
Prima di intraprendere la ginnastica passiva, informarsi dal medico circa le possibili restrizioni mediche che il paziente deve rispettare: fratture, lesioni alla colona vertebrale e simili.
Ginnastica passiva per il collo
La gamma degli esercizi che si possono compiere varia dalla rotazione della testa alla flessione ed estensione.
Prima di tutto si deve rimuovere il cuscino. La rotazione del capo deve avvenire in modo molto delicato afferrando la testa ai lati con entrambe le mani sulle guance e ruotandola da un lato e dall’altro.
La flessione e l’estensione della testa devono avvenire posizionando una mano sotto il capo e l’altra in prossimità del mento; il movimento si effettua facendo toccare il mento al torace e poi ritornando nella posizione di partenza. È possibile effettuare anche la flessione laterale della testa.
Ginnastica passiva per le spalle
La serie dei movimenti da fare effettuare alle spalle comprende:
- flessione;
- estensione;
- adduzione;
- abduzione.
La flessione avviene portando l’arto superiore, sorretto dalle mani dell’operatore, dalla parte laterale del torace alla testa. L’estensione si compie partendo dalla testa e riportando il braccio verso il fianco.
L’abduzione avviene facendo compiere al braccio un movimento di allontanamento dal fianco verso la testa. L’adduzione si realizza facendo completare al braccio un movimento di riavvicinamento verso il fianco. Questi esercizi devono tenere conto delle restrizioni della spalla: i pazienti che non possiedono tono muscolare (ictus) sono più soggetti a fuoriuscite delle articolazioni (lussazioni), quindi è bene fare molta attenzione.
Ginnastica passiva per il gomito
Gli esercizi di ginnastica passiva per il gomito comprendono la flessione e l’estensione. La flessione si compie ponendo una mano sotto il gomito e flettendo con l’altra l’articolazione facendo toccare, se possibile, la spalla alla mano. L’estensione si effettua portando il gomito in avanti fino a stendere il braccio a 180°.
Ginnastica passiva per l’avambraccio
Per effettuare correttamente questo esercizio, è indispensabile isolare l’avambraccio tenendolo fermo con una mano e con l’altra far compiere movimenti di rotazione, prima con il palmo della mano del paziente verso l’alto (supinazione) e poi verso il basso (pronazione).
Ginnastica passiva per il polso
La ginnastica passiva per il polso si effettua afferrando la mano della persona e facendo compiere esercizi di flessione ed estensione.
Ginnastica passiva per le dita
La ginnastica passiva per le dita si effettua facendo compiere la flessione e l’estensione delle dita (chiudere e aprire il pugno). Queste articolazioni sono particolarmente delicate e devono essere trattate con delicatezza. Le dita possono compiere anche movimenti di adduzione e abduzione (aprire e chiudere le dita della mano).
Ginnastica passiva per l’anca (articolazione coxo-femorale)
La ginnastica per le anche si effettua afferrando con una mano a cucchiaio il tallone e con l’altra la parte posteriore del ginocchio (cavo popliteo). Gli esercizi variano dalla flessione all’estensione, dall’adduzione all’abduzione. La flessione si realizza alzando la gamba in modo da creare un angolo retto con l’anca; se possibile, continuare il movimento fino al torace. L’estensione avviene allungando la gamba dal torace verso il letto. L’arto inferiore, oltre ai sopraccitati movimenti, può compiere anche esercizi di adduzione e abduzione, e di rotazione interna ed esterna. L’abduzione della gamba consiste nell’allontanamento dell’arto dalla linea mediana, mentre l’adduzione nell’avvicinamento alla linea mediana. La rotazione interna dell’arto si compie girando il piede verso l’interno, la rotazione esterna avviene ruotando il piede in senso contrario.
Ginnastica passiva per la caviglia
La serie di movimenti che interessano la caviglia varia dall’estensione alla flessione, torsione del piede, flessione ed estensione delle dita del piede. La flessione e l’estensione si effettuano facendo compiere alla caviglia movimenti particolari: l’estensione prevede un movimento del piede con le dita rivolte verso il basso, la flessione invece è il movimento del piede e delle dita in direzione della testa, cioè verso l’alto. La torsione è il movimento di rotazione interna ed esterna del piede. La flessione e l’estensione delle dita si ottengono curvando le dita verso il basso e verso l’alto.
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