Alimentazione
I mattoni degli alimenti
Rame
Il suo ruolo, fondamentale per l’organismo, è quello di catalizzatore all’interno di enzimi (metalloenzimi) che operano in reazioni di ossidoriduzione, il più noto dei quali è la superossido-dismutasi. Tali enzimi sono coinvolti in numerosi processi, tra cui il metabolismo energetico, quello del ferro e quello del tessuto nervoso.
Il rame è assorbito nell’intestino tenue ed escreto soprattutto con la bile, mentre l’eliminazione per via urinaria è marginale; il trasporto nel sangue avviene per opera di una specifica proteina, la ceruloplasmina, che partecipa anche al rilascio del ferro ai tessuti.
La carenza di rame si osserva in soggetti denutriti, nelle resezioni chirurgiche dello stomaco, nelle gastriti croniche, in patologie intestinali che ne riducono l’assorbimento, nell’assunzione prolungata di integratori a base di zinco, nelle diete vegane e in rari casi in cui la causa rimane oscura. Si evidenzia con riduzione del suo livello plasmatico (cupremia), della ceruplasmina e dell’attività dell’enzima superossido-dismutasi nei globuli rossi. Comporta anemia, talora con diminuzione del volume dei globuli rossi. Più raramente si osserva anche leucopenia (riduzione del numero dei globuli bianchi). Recentemente sono stati segnalati alcuni casi di danni neurologici associati a deficit di rame.
Il fabbisogno è quantificato in 1,2 mg al giorno. Le principali fonti alimentari sono carni, fegato, frutti di mare, noci, legumi e cereali integrali.
La tossicità da rame è un evento raro, che si osserva per somministrazioni accidentali o tentativi di suicidio e si manifesta con necrosi epatica, coma e morte. Esiste una patologia genetica da accumulo di rame, il morbo di Wilson, che comporta danni epatici e neurologici.