Dermatologia ed estetica
Scottature solari
La scienza della bellezza
I cosmetici sono considerati, secondo la terminologia specialistica, dei cosmeceutici, termine che definisce una categoria di prodotti non ancora ben classificata in Italia (a differenza degli Stati Uniti), ma sostanzialmente corrispondente alla vecchia definizione di cosmetico funzionale, quindi di prodotto utilizzato non solamente a scopi estetici.
Tali preparati, in effetti, assolvono un compito estremamente importante, quello di proteggere la pelle dalle radiazioni ultraviolette (UV), responsabili del fotoinvecchiamento, processo che precede di molti anni il cronoinvecchiamento e vi si può sovrapporre, aggravandolo; oltre al fotoinvecchiamento, poi, va tenuto presente che le radiazioni UV favoriscono le precancerosi e vari tumori della pelle. Sono incluse nella categoria dei cosmeceutici anche le creme barriera, impiegate a difesa della pelle delle mani delle casalinghe o dei lavoratori che, per esigenze professionali, devono tenere molto spesso le mani in acqua (per esempio baristi o ristoratori).
In base agli innumerevoli studi condotti in ambito sia scientifico sia sociologico-giornalistico, si sa che l’industria cosmetica impiega oltre 6000 sostanze chimiche, che un profumo può essere formulato con 20-400 ingredienti e che i veicoli in cui essi sono contenuti sono più di 8000. Il contatto con i prodotti cosmetici comincia praticamente alla nascita, ma le dermatosi da essi provocate non sono sempre così frequenti, e ciò spesso non tanto perché i principi attivi sono innocui, quanto perché i soggetti (ma anche gli specialisti dermatologi o dermato-allergologi) vi prestano poca attenzione; spesso, inoltre, la dermatosi è di breve durata, rimane circoscritta e viene risolta con un semplice consulto del consumatore con chi gli ha venduto il prodotto. In questi casi, allora, il cosmetico ritenuto responsabile della dermatosi viene sostituito sulla base delle informazioni riportate in etichetta, e il soggetto si rivolge al medico, al farmacista di fiducia o al profumiere per intraprendere una terapia locale a base di steroidi. Il problema dell’etichettatura, però, è che spesso la nomenclatura chimica dei vari ingredienti è di difficile comprensione da parte dell’utente e, per motivi di segreto industriale, decifrabile solo se si conosce bene il codice INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, Inventario Nazionale ed Europeo degli ingredienti dell’Industria Cosmetica).
Al momento mancano ancora i dati epidemiologici sulla frequenza di tali reazioni, anche se molte società scientifiche si stanno attrezzando per attivare centri di cosmetovigilanza.
Occorre poi sottolineare che, attualmente, non esiste l’obbligatorietà di denuncia di una dermatite da cosmetici (anche solo sospettata), e che anche nei casi in cui il soggetto si rechi presso una struttura competente (per esempio presso una unità operativa di dermatoallergologia cosmetologica) non sempre si riescono a ottenere le esatte informazioni sulla sostanza o le sostanze all’origine della dermatite: infatti è piuttosto difficile testare tutti gli ingredienti segnalati dalla letteratura scientifica come fattori di sensibilizzazione, e anche i patch test eseguiti con il cosmetico stesso risultano sovente negativi; in altri casi si verifica invece il fenomeno opposto (che si definisce compound allergy).
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