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Paziente con frattura del femore
L’aumento della vita media nella popolazione ha determinato il fiorire di nuovi problemi di salute inclusa la frattura del femore. Tale patologia determina una mortalità che può in alcuni casi arrivare fino al 25% a un anno dal ricovero, inoltre la disabilità conseguente e le successive complicanze sono molto elevate.
La causa più frequente della frattura è la caduta., maggiori informazioni sul problema delle cadute accidentali sono reperibili nel capitolo relativo all’ambiente domestico.
Le cadute possono comunque essere prevenute (fino al 90%). La frattura viene curata con l’intervento chirurgico, in seguito all’operazione è necessaria una rapida riabilitazione al fine di prevenire l’insorgenza delle principali complicanze:
- lesioni da decubito
- trombosi venosa
- embolia polmonare
- infezioni polmonari e urinarie
- disorientamento.
L’immobilità prolungata può essere causa della sindrome da immobilizzazione o da allettamento e i danni provocati sono sempre irreversibili.
In linea generale, è necessario provvedere al rapido movimento dell’arto così che si riprenda il tono muscolare. Ovviamente prima di procedere autonomamente con qualsiasi attività è indispensabile la consulenza di un fisiatra (medico specializzato in fisioterapia).
La prevenzione delle piaghe da decubito si attua attraverso la pianificazione dei cambi di postura.
Quando il medico concederà la prima alzata sarà necessario procedere per gradi per evitare svenimenti ed è meglio essere in due per sostenere il malato con maggiore efficacia. La ripresa della deambulazione avviene in tempi differenti in base al tipo di mezzo di osteosintesi impiegato; in alcuni casi sono necessari pochi giorni, in altri anche due mesi. Un ausilio utile, che consente la camminata in sicurezza, è il deambulatore.
I soggetti che hanno subito l’intervento di protesi totale dell’anca dovranno porre molta attenzione ai movimenti della gamba operata: evitare di flettere l’articolazione oltre i 90° ed evitare l’intra- e l’extrarotazione dell’arto al fine di prevenire possibili lussazioni, queste raccomandazioni sono valide anche quando il soggetto deve essere spostato nel letto.
Quasi sempre viene prescritta la terapia con eparina sottocute per la prevenzione delle tromboembolie, da praticare fino a quando il soggetto non ha ripreso la normale mobilità insieme all’impiego di calze elastiche per la prevenzione delle trombosi.
Buona norma è l’impiego di un alzacoperte per la prevenzione del piede equino.
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