Primo Soccorso
Problemi respiratori
Accesso asmatico
L’asma bronchiale è una delle malattie croniche più diffuse nel mondo e comporta cospicui oneri sociali ed economici per i sistemi sanitari pubblici e privati. La prevalenza di questa malattia è in aumento in molti Paesi; si ritiene che negli Stati Uniti il 4,5% della popolazione ne sia affetto. Si tratta di una malattia cronica con riacutizzazioni periodiche che interessa le vie respiratorie ed è caratterizzata da una aumentata irritabilità e reattività della trachea e dei bronchi a vari stimoli, che possono determinare l’insorgenza improvvisa di crisi di restringimento del calibro delle vie respiratorie, definite broncospasmo. L’asma bronchiale può insorgere a qualunque età, ma è prevalente nei giovani; nel 50% circa dei casi la comparsa avviene prima dei 10 anni.
Sintomi
L’accesso asmatico insorge improvvisamente ed è caratterizzato da marcata difficoltà respiratoria (dispnea) con sensazione di “fame d’aria”, respiro sibilante, tosse secca, senso di costrizione al torace, accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) e degli atti respiratori (tachipnea), ansia, stato di agitazione e colorazione bluastra delle estremità delle dita. La crisi asmatica può durare da pochi minuti a ore. La fine della crisi è di solito preceduta dall’espettorazione, con la tosse, di abbondante secreto mucoso denso, con sensibile sollievo del paziente. La crisi asmatica può risolversi spontaneamente o dopo terapia. Alla base degli accessi asmatici esiste un processo infiammatorio acuto a carico delle vie respiratorie, che comporta l’accumulo di abbondante secrezione di muco nel lume bronchiale e l’imbibizione liquida della parete bronchiale (edema); inoltre, l’infiammazione della parete dei bronchi determina una aumentata reattività dei bronchi stessi, che, in presenza di stimoli scatenanti, possono andare incontro a broncocostrizione; si determina così una resistenza al passaggio dell’aria durante la fase di espirazione, con intrappolamento dell’aria negli spazi alveolari polmonari e conseguente iperdistensione polmonare e toracica.
Cause
L’asma bronchiale è generalmente distinta in allergica (o atopica o estrinseca) e intrinseca (idiosincrasica).
- La forma allergica in genere si manifesta già nell’infanzia e si associa spesso ad altre malattie allergiche (rinite, eczema, orticaria). Può svilupparsi durante i primi mesi di vita ma spesso una diagnosi definitiva è possibile solo quando il bambino è più grande. Nei lattanti, infatti, le infezioni virali delle vie aeree sono ritenute le patologie più frequentemente associate a respiro sibilante; la presenza di questo sintomo nel primo anno di vita non costituisce peraltro un elemento predittore della comparsa di asma nelle epoche successive dell’infanzia. In tale condizione le manifestazioni cliniche (accessi asmatici) sono correlate all’esposizione a particolari sostanze ambientali, chiamate allergeni, capaci di determinare un processo infiammatorio a livello delle pareti bronchiali, mediato dal sistema immunitario, che è in grado di provocare broncocostrizione. L’asma bronchiale allergica, quando correlata all’esposizione ad allergeni legati alla fioritura (pollini), presenta un andamento stagionale; nel caso di allergeni legati all’ambiente domestico (polvere, acari, peli o piume di animali) o all’ambiente di lavoro, l’insorgere della crisi è dovuto al contatto con gli agenti sensibilizzanti e può avere un carattere duraturo nel tempo. In tali situazioni la prevenzione è estremamente importante: possono essere misure efficaci la bonifica ambientale antipolvere, la rimozione di moquette, la scelta di materiali per il letto che non permettano la proliferazione degli acari e l’allontanamento di gatti, cani, criceti e altri animali potenziali responsabili di allergie.
- L’asma bronchiale intrinseca è tipica dell’età adulta. Anche in questa forma clinica esiste una predisposizione individuale di fondo, su base genetica, benché le infezioni respiratorie e l’inquinamento ambientale svolgano il maggiore ruolo causale. L’asma intrinseca si contraddistingue per l’assenza di malattie allergiche nella storia clinica, personale e familiare, del soggetto e per la negatività dei test allergometrici.
Diagnosi
La diagnosi di asma allergica si basa su due momenti principali:
- raccolta attenta dei dati riguardanti la storia clinica del paziente e del suo nucleo familiare, con particolare riguardo alla presenza di malattie allergiche (per esempio rinite, orticaria);
- test allergometrici tesi a individuare l’allergene potenziale responsabile dei sintomi asmatici; essi consistono essenzialmente nell’iniezione intradermica di una goccia di allergene per verificare l’eventuale comparsa di rilevatezze cutanee (pomfi) e nel dosaggio, con prelievo di sangue, di alcune molecole presenti nel sangue, chiamateIgE, le quali sono espressione della reazione immunitaria del soggetto nei confronti di un determinato allergene.
Essenziali, inoltre, per la diagnosi di asma sono le prove di funzionalità respiratoria (PFR), che servono a valutare quanta aria riesce a entrare e uscire dai polmoni in una determinata unità di tempo; le PFR sono importanti anche per stabilire il grado di severità dell’asma e per il controllo del paziente asmatico nel tempo.
L’evoluzione della crisi asmatica è per lo più favorevole; l’accesso può risolversi spontaneamente o con terapia adeguata. In alcuni casi, al contrario, l’accesso asmatico può rappresentare una vera e propria emergenza medica e, seppure in casi eccezionali, può essere causa di arresto cardiorespiratorio legato alla gravissima riduzione di ossigeno nel sangue (ipossiemia). Vi sono infine quadri clinici di gravità intermedia, i quali per lo più richiedono il trattamento in ambito ospedaliero.
Cosa fare
In caso di soggetto asmatico, ciò che è possibile fare riguarda soprattutto la prevenzione.
- Saper riconoscere la gravità di una crisi asmatica. Ciò è possibile attraverso l’utilizzo di un piccolo strumento, da tenere in casa, che permette la misura del picco di flusso di aria espiratorio (PEF): il paziente deve semplicemente soffiare con decisione nel boccaglio dello strumento e registrare il punteggio ottenuto, riconoscendo in questo modo la crisi asmatica grave, che richiede il ricovero in ospedale.
- Gestione corretta della terapia cronica del soggetto asmatico, attraverso un adeguato monitoraggio clinico.
- Educazione sanitaria del paziente finalizzata a evitarne l’esposizione ai fattori di rischio, a renderlo capace di valutare la gravità di una crisi, a fargli acquisire la capacità di autosomministrazione dei farmaci di emergenza nel caso di crisi grave.
Terapia dell’accesso asmatico
La terapia è rivolta alla risoluzione del broncospasmo e al controllo dell’infiammazione dei bronchi.
Tra i farmaci comunemente impiegati ricordiamo:
- corticosteroidi, somministrati per via inalatoria e/o in endovena (in relazione alla gravità del quadro clinico), in grado di ridurre l’infiammazione bronchiale;
- stimolanti adrenergici (salbutamolo, salmeterolo, formoterolo), somministrati per via inalatoria o endovenosa, che esplicano un’efficace azione broncodilatatrice;
- aminofillina, somministrata per via endovenosa, oggi non più considerata farmaco di prima scelta e utilizzata solo nei casi molto gravi o resistenti ai farmaci prima citati; essa possiede azione broncodilatatrice;
- anticolinergici, utilizzati soltanto nella crisi asmatica severa resistente agli altri farmaci.
Nella crisi asmatica da moderata a severa è necessaria, inoltre, l’ossigenoterapia.
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