Dermatologia ed estetica
Cosmetici: effetti indesiderati
Strumenti diagnostici
Nel caso di una dermatite allergica da contatto per la cui insorgenza si sospetti un ruolo attivo dei cosmetici, si sottopone il paziente a un esame allergologico mediante apposizione di una serie standard di apteni, secondo le linee guida indicate dalla SIDAPA (Società Italiana di Dermatologia Allergologica, Professionale e Ambientale), quindi si applica, in base ai dati ricavati da un’attenta e precisa anamnesi, una serie addizionale di apteni in concentrazione e veicoli appropriati. È molto importante che l’operatore sia sempre aggiornato sui nuovi ingredienti introdotti nella composizione dei prodotti in commercio, e d’altra parte questa sorta di “indagine merceologica” necessita della collaborazione del paziente, il quale potrà portare all’operatore le confezioni di cosmetici utilizzati o semplicemente la loro etichetta, in modo che questi possa rendersi conto delle sostanze in gioco, consultare la letteratura in materia ed eventualmente collaborare con gli altri specialisti del settore. Il patch test con il cosmetico come tale o in diluizione può comportare inconvenienti quali false reazioni positive o negative. L’open test consiste nell’applicazione del cosmetico 2-3 volte al giorno sulla superficie flessoria dell’avambraccio per un periodo di 2 giorni, e quindi nel valutare la reazione. Il ROAT (Repeated Open Application Test) consiste invece nell’applicare 2 volte al giorno, per 7 giorni sulla stessa regione corporea, il prodotto come tale e sull’avambraccio sinistro il veicolo inerte: il test sarà interrotto prima della scadenza nel caso in cui si verifichi una reazione positiva. Nel test d’uso il materiale sospetto viene applicato,una volta ottenuta la guarigione della dermatite, sulla stessa sede, mentre nel test d’uso sequenziale vengono prima vietati tutti i prodotti (il soggetto usa uno shampoo e un sapone senza fragranze), poi, una volta scomparsa la dermatite, si inizia l’impiego di un prodotto cosmetico alla volta per 7 giorni, e infine si utilizza il prodotto responsabile della DAC. Per i cosmetici a base di principi attivi ad attività fototossica e fotosensibilizzante si ricorre prima al fototest, e quindi al fotopatch test. L’esecuzione di quest’ultimo esame richiede notevole attenzione nella scelta dei fotoapteni da testare, delle sorgenti luminose e delle dosi; quasi tutti i fotoapteni vengono attivati dagli UVA.
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