Alimentazione
Obesità
Non tutto il grasso è uguale
Da sempre si parla di distribuzione del grasso di tipo androide e ginoide. Con questi due termini si sottolinea la tendenza del maschio ad accumulare il grasso nella parte superiore del corpo, a livello della regione viscerale dell’addome, in contrapposizione alla femmina che tende ad avere depositi di adipe sottocutanei, nella parte inferiore del corpo, soprattutto nella regione gluteo-femorale (natiche e cosce).
L’accumulo di grasso viscerale determina però un incremento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete, mentre il grasso sottocutaneo non sembra aumentare questo rischio. Da ciò si deduce che la presenza di grasso viscerale ha importanti conseguenze sullo stato di salute e che la sua quantificazione ha un grande rilievo clinico; il metodo più semplice per determinarla consiste nella misurazione della circonferenza della vita, o circonferenza addominale.
Circonferenza vita
Diversi studi clinici hanno dimostrato che la circonferenza vita (CV) è il parametro che meglio si correla con i rischi di salute legati all’eccesso di peso. Infatti è stato dimostrato come, per determinati valori, le persone obese, in sovrappeso o normopeso, abbiano lo stesso rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. Questa relazione è così forte che alcuni studiosi sostengono che la circonferenza vita da sola possa essere usata come indicatore di rischio e che la misura del BMI possa non essere più necessaria. È però importante ricordare che le malattie cardiovascolari non sono l’unica possibile conseguenza dell’obesità e che per i rischi quali il diabete, i disturbi respiratori, l’osteoartrosi e il cancro non vi sono dati sufficienti che siano in grado di dimostrare la superiorità della misura della CV rispetto a quella del BMI.
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