Alimentazione
Obesità
Come si valutano sovrappeso e obesità
I termini come obesità, sovrappeso e sottopeso appaiono sempre più frequentemente sui media e non c’è giorno in cui un messaggio inerente ai problemi di peso non venga rivolto al grande pubblico da televisione, riviste o giornali. Che si tratti di un allarme per la diffusione globale dell’obesità o della scoperta di un gene coinvolto nell’insorgenza di questa malattia, di un possibile rimedio o di una dieta miracolosa, non fa differenza; l’argomento peso è fra quelli più recepiti dalla popolazione.
La sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi argomenti è importante, ma capita spesso che i destinatari di questi messaggi non vengano raggiunti perché la percezione di peso normale e di obesità è estremamente soggettiva e non di rado alcuni si percepiscono solo di costituzione robusta quando invece presentano già la patologia. A rendere talvolta inadeguati i messaggi televisivi e della carta stampata è soprattutto il fatto che le immagini che li accompagnano di solito rappresentano soggetti “grandi obesi”, con volumi più simili ai personaggi delle opere di Botero, che non a quelle della realtà. Così succede che persone già obese non si rendano conto di esserlo e anzi, visto il messaggio, si sentano sollevati non identificandosi nel problema.
La caratterizzazione del peso secondo le diverse categorie di sottopeso, normale, sovrappeso e obeso è invece molto precisa e si può calcolare con una formula semplice; si tratta del cosiddetto indice di massa corporea o body mass index (BMI), considerato ormai il miglior parametro per la valutazione del peso corporeo in quanto ha un’elevata correlazione con la presenza di grasso corporeo, determinata con i metodi di riferimento.
Questo significa che più è alto il BMI, verosimilmente maggiore sarà la percentuale di grasso sul peso totale. L’importanza del BMI consiste soprattutto nel fatto che al crescere dell’indice di massa corporea corrisponde un incremento del rischio di sviluppare patologie quali il diabete, l’ipertensione, l’infarto e l’ictus, ma soprattutto del rischio di mortalità.
Il BMI, pur essendo un parametro molto affidabile nello stabilire l’eccesso o il difetto di peso nella maggior parte dei soggetti, non è una formula perfetta; in particolari circostanze può infatti sovrastimare o sottostimare la presenza di grasso.
Per esempio, un culturista o un atleta che pratichi sport di potenza come getto del peso, rugby, football americano, può avere un peso e quindi un BMI elevato a causa del notevole sviluppo della muscolatura, pur non avendo un eccesso di grasso. Al contrario, un anziano può non pesare sufficientemente per entrare nella fascia dell’obesità, ma può avere comunque un eccesso della componente grassa per carenza di quella muscolare.
L’interpretazione del BMI non può quindi prescindere da una valutazione clinica del soggetto, in quanto non fornisce informazioni relative alla composizione corporea; in particolare andrebbe associato alla misura della circonferenza addominale e alla valutazione di comorbilità e familiarità.
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