Malattie Sessualmente Trasmesse

Le cosiddette MST (malattie sessualmente trasmesse) si possono contrarre attraverso rapporti sia eterosessuali sia omosessuali; prima degli anni novanta del Novecento, queste malattie, alcune delle quali note da centinaia di anni (soprattutto la sifilide e la gonorrea) venivano dette veneree (da Venere, dea dell’amore), poi è stata introdotta e si è affermata in particolare nel […]



Le cosiddette MST (malattie sessualmente trasmesse) si possono contrarre attraverso rapporti sia eterosessuali sia omosessuali; prima degli anni novanta del Novecento, queste malattie, alcune delle quali note da centinaia di anni (soprattutto la sifilide e la gonorrea) venivano dette veneree (da Venere, dea dell’amore), poi è stata introdotta e si è affermata in particolare nel linguaggio medico specialistico la più corretta dizione di malattie (o infezioni) sessualmente trasmesse.

Questa variazione terminologica esprime anche la presa d’atto delle profonde modificazioni avvenute in tempi recenti nei costumi sessuali: nel passato, infatti, le malattie veneree erano contratte prevalentemente nei rapporti “mercenari”, mentre negli ultimi decenni (a partire più o meno dagli anni ottanta) del Novecento un cambiamento nelle abitudini sessuali di alcune fasce della popolazione, specie giovanili, ha favorito la diffusione di comportamenti ad alto rischio per la diffusione delle MST (presenza di più partner, attività sessuale con partner occasionali, scarso uso dei sistemi di protezione, tossicodipendenza ecc.). Inoltre, alle vecchie malattie acquisibili per via sessuale (sifilide, gonorrea, cancroide, granuloma inguinale e linfogranuloma venereo) se ne sono aggiunte altre (infezioni da HIV, da Chlamydia trachomatis o da Trichomonas vaginalis, herpes anogenitale, condilomatosi anogenitale ecc.), alcune delle quali con gravi ripercussioni sullo stato generale di salute e la fertilità.


Le MST nel mondo

Negli ultimi decenni le MST hanno avuto una notevole diffusione in tutto il mondo, tanto da diventare una priorità sanitaria dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) oltre che un ambito di azione politica del governo di molti Paesi (industrializzati e in via di sviluppo) e di diverse istituzioni. I giovani sono maggiormente soggetti alle MST in ragione di alcune dinamiche sociali e comportamentali: popolazione sessualmente attiva, rapporti sociali più facili, mobilità ecc. L’OMS ha stimato che dal 1996 si infettino ogni giorno circa un milione di persone, e che il 60% di queste infezioni interessino giovani d’età inferiore ai 25 anni: di questi ultimi il 30% ha meno di 20 anni e, nell’età tra i 14 e i 19 anni, la frequenza dell’infezione da MST è doppia nelle ragazze rispetto ai ragazzi. Studi di prevalenza riferiti a popolazioni giovanili di entrambi i sessi hanno indicato le seguenti percentuali di frequenza per alcune MST: infezioni da Chlamydia trachomatis dal 10 al 25%; gonorrea dal 3 al 18%; infezioni da Trichomonas vaginalis dall’8 al 16%; herpes simplex dal 2 al 12%; sifilide dallo 0 al 3%. Tra i giovani con uretriti asintomatiche è più frequente la presenza di Chlamydia trachomatis (9-11%) e di Neisseria gonorrhoeae (2-3%). Per quanto riguarda MST di origine batterica quali sifilide e gonorrea, negli ultimi decenni del secolo scorso era stata registrata una certa diminuzione delle infezioni, ma dal 2000 il numero dei casi ha ripreso ad aumentare. Nel passato queste malattie erano più frequenti negli uomini che nelle donne, poi la situazione è cambiata anche a causa della condivisione con il maschio di comportamenti sessuali a rischio, tali da comportare conseguenze anche gravi quali malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche ecc.; non va dimenticato che contrarre una MST durante la gravidanza può comportare danni anche per il nascituro.


“Bersaglio” delle MST

La presenza nell’organismo umano di unità anatomo-funzionali giustifica il fatto che un’infezione presente in una parte possa estendersi anche alle altre componenti dell’unità. Nel maschio tale unità comprende l’uretra, con le ghiandole accessorie, la prostata, le vescicole seminali, i dotti deferenti, gli epididimi e i testicoli: un’infezione contratta nella parte più esterna, cioè nell’uretra (uretrite), può così provocarne una più interna (prostatite o epididimite). Nella donna la stessa unità anatomo-funzionale è rappresentata dall’uretra, dalla vulva e dalla vagina, con le varie ghiandole accessorie, l’utero, le tube e le ovaie: un’uretrite o una vaginite, dunque, può portare all’infezione delle tube e delle ovaie e, talvolta, a un’infezione diffusa a tutto l’apparato urogenitale. Data questa modalità di diffusione dell’infezione, si comprende come alcune malattie sessualmente trasmesse possano comportare lesioni complesse, la compromissione funzionale delle strutture del sistema riproduttivo e, in ultima analisi, situazioni di infertilità. Un’infezione sessualmente trasmessa può dare una condizione di malattia con modalità di presentazione e gravità che dipendono dall’agente che ne è causa: batteri, virus, protozoi e parassiti; alcune malattie di questo gruppo hanno un’incubazione lunga (HIV, papilloma virus ecc.), mentre altre si manifestano in pochi giorni (per esempio la gonorrea). Alcune malattie sessualmente trasmesse possono procurare solo “fastidi” e pochi problemi fisici (per esempio la pediculosi), altre provocare problemi solo a livello locale (per esempio la gonorrea, a livello dell’uretra), altre ancora comportare problemi allo stato di salute generale e al benessere della persona (gonorrea, sifilide, AIDS ecc.).

Nelle procedure di contagio, oltre ai rapporti sessuali propriamente detti, possono avere un ruolo anche forme indirette e mediate dalla condivisione con altre persone di biancheria intima, spazzolini, accessori dell’igiene personale; in ogni caso, per la prevenzione delle MST è fondamentale una corretta igiene personale, generale e dell’apparato urogenitale.


Gonorrea

È determinata da un batterio, la Neisseria gonorrhoeae. Ha un periodo d’incubazione di 3-10 giorni e si manifesta soprattutto come uretrite, con secrezione purulenta che fuoriesce dal meato uretrale, associata a bruciore e stimolo alla minzione. Nel maschio, la “spremitura” del pene con movimento rivolto verso il meato uretrale può determinare la fuoriuscita all’esterno di secrezione che, in alcuni casi, può essere scarsa o assente; la metà circa dei partner sessuali di un soggetto affetto da gonorrea può contrarre l’infezione e poi mantenerla senza averne disturbi (infezione asintomatica). Per la terapia sono disponibili farmaci antibiotici che portano alla guarigione. Specie nei casi non curati o diagnosticati in ritardo è possibile la diffusione della malattia al resto dell’apparato urogenitale, con possibili esiti cicatriziali e di conseguenza il restringimento di alcune strutture tubulari (tube di Falloppio, uretra, dotti deferenti ecc.), con inferenze negative sulla fertilità dell’individuo e della coppia. In rari casi è possibile la disseminazione dell’infezione, con esiti anche gravi.


Uretriti non gonococciche

Sono infezioni sostenute soprattutto dalla Chlamydia tracomatis, dal Mycoplasma genitalium e dall’Ureaplasma urealyticum. Il periodo d’incubazione varia da 1 a 5 settimane e la sintomatologia può variare da forme modeste (lieve bruciore alla minzione) ad altre con disturbi più marcati e bruciore minzionale intenso, dolori perineali, testicolari, al basso addome ecc.; la secrezione uretrale non è sempre presente e in genere è di poca entità. Queste infezioni, se non curate, possono interessare altre strutture dell’organismo e diventare croniche, determinando problematiche di tipo fisico e funzionale (infertilità), tuttavia una terapia adeguata garantisce la guarigione. Quando i germi responsabili dell’uretrite non gonooccica (ma anche la Neisseria gonorrhoeae) si diffondono nelle donne all’apparato genitale e al peritoneo determinano la cosiddetta malattia infiammatoria pelvica, responsabile di sintomatologia fisica (malessere, dolori, febbre ecc.) e funzionale (soprattutto infertilità e gravidanza ectopica).


Tricomoniasi genitale

È determinata dal protozoo Trichomonas vaginalis ed è tra le più frequenti malattie sessualmente trasmesse. Si manifesta come una vaginite e un’uretrite, meno frequentemente come prostatite ed epididimite; nelle donne gravide può essere causa di parto prematuro.


Sifilide

È determinata dallo spirocheta Treponema pallidum. L’infezione nella fase iniziale (sifilide primaria) si manifesta dopo un periodo d’incubazione di circa 2-4 settimane, con la comparsa (su glande, prepuzio, scroto, vulva, grandi labbra, lingua, retto, labbra, in sede sovrapubica ecc.) di una piccola zona arrossata che prima diventa papula, quindi si rompe e diventa ulcera, dura e indolore. Una terapia antibiotica garantisce la guarigione; nei casi non curati o diagnosticati in ritardo è possibile la progressione della malattia e la sua diffusione ad altri organi (sifilide secondaria e terziaria), compreso il sistema nervoso centrale, con esiti anche gravi. La madre può trasmettere la sifilide al feto nel corso della gravidanza, determinando nel figlio una sifilide congenita.


Herpes genitale

È determinato da un DNA-virus, l’herpes simplex, ed è responsabile della comparsa su organi genitali e area perianale (la regione intorno all’ano) di gruppi di vescicole su una base arrossata; possono essere presenti bruciore alla minzione, dolore, ingrossamento di gruppi di ghiandole, febbricola e malessere generale. La prima infezione presenta sintomatologia sempre più severa rispetto alle recidive o alle reinfezioni. La terapia si effettua con farmaci antivirali.


Condilomatosi genitale (verruche genitali)

È determinata dal virus del papilloma umano (HPV), di cui esistono diversi tipi. Il periodo d’incubazione varia da alcune settimane ad alcuni mesi. Alcuni tipi di virus sono responsabili della comparsa di formazioni simili a minuscole “creste”, che possono interessare diversi distretti (pene, scroto, meato uretrale, vulva, vagina, collo dell’utero, regione perianale ecc.), mentre in altri casi le lesioni risultano piatte. La sintomatologia è legata alla sede delle lesioni e consiste in bruciore minzionale, dolore, secrezioni ecc.

Le infezioni da HPV hanno una particolare importanza clinica perché, oltre a determinare queste condilomatosi, in alcuni casi sono all’origine del carcinoma cervicale uterino nella donna; la prevenzione relativa all’HPV ha quindi un ruolo anche nella prevenzione oncologica. La maggior parte delle infezioni da HPV sono asintomatiche, non diagnosticate e non trattate.


Come difendersi dalle MST?

Se si escludono l’astinenza sessuale o una vita sessuale condotta esclusivamente nell’ambito di una coppia in cui i partner non abbiano MST, la difesa contro le malattie sessualmente trasmesse riconosce alcune possibili strategie:

  1. corretta informazione;
  2. uso del preservativo, come profilassi di barriera;
  3. astensione da manovre strumentali che possono veicolare la trasmissione di alcune MST;
  4. tempestivo ricorso al medico in caso di MST o anche solo di sospetta infezione;
  5. accurata assunzione della terapia prescritta in caso di MST e scrupoloso rispetto delle eventuali indicazioni fornite per prevenire le ricadute;
  6. controllo e trattamento dei “contatti”, cioè dei partner sessuali di un soggetto a cui sia stata diagnosticata una MST;
  7. vaccinazione pre-esposizione.

Informazione Acquisire una corretta informazione deve essere un obiettivo individuale e sociale da conseguire nell’adolescenza e prima dell’inizio dell’attività sessuale; tale conoscenza va intesa come strumento per vivere responsabilmente la propria sessualità. Libri, riviste, mass media, Internet e altri mezzi consentono oggi di approfondire al meglio gli argomenti relativi alla sessualità e al sesso sicuro, tuttavia non bisogna dimenticare che una discussione in materia con il proprio medico può fornire consigli adeguati e personalizzati rispetto alla propria particolare situazione (sempre nel rispetto assoluto del diritto alla privacy). La sessualità è parte delle funzioni che la natura ha conferito all’uomo; è quindi una manifestazione fisiologica di ogni essere umano, pertanto parlarne non può essere motivo di riluttanza e di pudicizia, ancor più se in gioco c’è, oltre al proprio, anche il benessere degli altri. Anche se la maggiore informazione è stata uno dei principali strumenti adottati nel contrasto delle MST, l’incidenza di queste malattie non è diminuita: i motivi sono molti, ma tra questi vanno ricordati in particolare l’alone di riservatezza che accompagna tali malattie, tale che in certi casi il soggetto colpito differisce il ricorso al medico, e la scarsa e incostante diffusione dell’uso del preservativo.

Preservativo Il preservativo, o profilattico o (in inglese) condom, è una sottile guaina di lattice di gomma, inserito nel gruppo dei cosiddetti presidi medico-chirurgici e quindi sottoposto a controlli da parte delle autorità sanitarie: oltre ad avere un’efficacia acclarata nel diminuire drasticamente la possibilità di trasmissione dell’HIV e delle altre malattie sessualmente trasmesse, è anche un efficace metodo contraccettivo “di barriera”. Sembra che questo strumento fosse conosciuto anche nei tempi antichi: è stato ritrovato infatti in alcune raffigurazioni egizie su papiri (ma ne esistono anche esemplari originali conservati nei musei); in passato era prevalentemente costituito da intestino di ovino. Il preservativo è semplice da usare, non necessita di prescrizione medica né presenta rischi per la salute (se non nei rari casi di allergia al lattice o al lubrificante); inoltre, non interferisce con i ritmi biologici dell’organismo e il suo uso può essere modulato a seconda del partner. La conoscenza del suo corretto impiego è fondamentale per ottimizzare gli obiettivi del suo utilizzo.

Manovre strumentali Alcune malattie trasmissibili per via sessuale (per esempio AIDS o epatite virale di tipo B) possono essere trasmesse anche attraverso oggetti infetti, precedentemente venuti a contatto con sangue di soggetti che hanno contratto l’infezione. È per questo motivo che una persona che desideri sottoporsi a piercing, tatuaggi, agopuntura, diagnostica con aghi ecc. deve richiedere sempre l’uso di strumenti sterili e possibilmente monouso.

Tempestiva consultazione del medico La consapevolezza di aver avuto un rapporto sessuale a rischio di MST, la presenza di segni (ma anche solo di sospetto) di MST, o una MST contratta dal partner debbono indurre a consultare subito il medico per ridurre l’infettività della persona affetta e la possibilità di contagiare; va ricordato ancora una volta, in questo senso, che attualmente sono disponibili terapie che possono portare alla guarigione o al controllo delle MST.

Può accadere che dopo la terapia i sintomi scompaiano ma che i germi continuino a essere presenti in parti limitate del sistema urogenitale o in altre sedi; questa condizione crea il presupposto per una successiva proliferazione dei germi e il ritorno dell’infezione (recidiva). L’infezione può anche ripresentarsi perché il soggetto guarito ha contatti sessuali con la stessa persona dalla quale aveva contratto la MST, e che nel frattempo non si è curata, oppure con altri (reinfezione).

La prevenzione della diffusione delle MST presenta due punti deboli: l’identificazione e il trattamento delle infezioni asintomatiche e l’identificazione del partner di una persona infetta (i cosiddetti contatti). In effetti, la persona che ha contratto una MST può trasmetterla ad altri o può continuare a ricevere l’infezione dal partner da cui aveva già avuto il contagio: in tali condizioni un trattamento della persona affetta cui non corrisponda quello del (o dei) partner può instaurare un meccanismo “a ping pong” per cui si ha una continua e ciclica reinfezione. La prevenzione della diffusione delle MST prevede allora che il o i partner delle persone affette da MST siano anch’essi valutati e trattati. Bisogna considerare che spesso il partner è del tutto privo di disturbi (asintomatico), oppure risulta negativo ai test diagnostici (la loro “sensibilità” non è mai del 100%) e pertanto può presentare resistenze al trattamento. Il trattamento dei contatti, indipendentemente dal fatto che abbiano contratto anch’essi la malattia, riduce il rischio della diffusione delle infezioni e delle possibili complicanze. In una coppia in cui si è verificata una MST, si raccomanda l’uso del preservativo sino a quando non si è ragionevolmente sicuri dell’estinzione dell’infezione.

Vaccinazioni La vaccinazione pre-esposizione consente d’immunizzarsi contro alcune malattie. Il vaccino contro il papillomavirus (HPV), da poco disponibile, è per esempio consigliato alle donne in età precedente l’inizio dell’attività sessuale (12 anni circa), in considerazione dell’alta frequenza con cui si riscontrano tali infezioni, della trasmissione per via sessuale e del ruolo di questo virus nel determinare l’insorgenza del carcinoma della cervice uterina. Altri vaccini disponibili sono quelli per le epatiti di tipo A e B. [S.C.]