Assistere un familiare
Incontinenza
Cateterismo vescicale
Il cateterismo vescicale consiste nell’introduzione di un piccolo tubicino (catetere) all’interno del canale (uretra) che trasporta l’urina dalla vescica verso l’esterno. Lo si fa a scopo diagnostico (per esempio per le prove di funzionalità vescicale) o terapeutico (per esempio in presenza di malattie della vescica).
Il posizionamento del catetere può essere anche effettuato solo per svuotare la vescica dall’urina, come accade nella ritenzione acuta o cronica delle vie urinarie. Il cateterismo può essere a breve (meno di due settimane) o lunga permanenza (oltre due settimane) e intermittente. Il cateterismo breve limita la probabilità di infezioni urinarie (10-30%) che sono praticamente costanti nell’utilizzo superiore ai 30 giorni e rappresentano la complicanza più frequente del cateterismo; più rare sono invece le infiammazioni (uretriti), le perforazioni della vescica, le occlusioni del catetere o il restringimento dell’uretra causato da manovre ripetute (stenosi cicatriziali dell’uretra).
Cateterismo a intermittenza
Molte situazioni provocano all’improvviso l’impossibilità di svuotare la vescica (ritenzione acuta d’urina), una condizione che va trattata rapidamente. Si manifesta con la sensazione di dover urinare senza riuscirci, perdita d’urina (a gocce), dolore, con gonfiore e tensione del basso addome (sopra il pube). In questi casi la cateterizzazione ha effetto immediato sul problema, ma non lo risolve, per cui il soggetto deve affidarsi alle cure mediche. L’inconveniente di uno svuotamento troppo rapido dell’urina è il sanguinamento, talvolta con sudorazione, pallore e svenimento: per questo motivo si consiglia di svuotare lentamente la vescica (250 ml alla volta ogni 30 minuti). Con questa manovra la comparsa di infezioni è poco probabile.
Il cateterismo a intermittenza viene effettuato nei pazienti con lesioni alla colonna vertebrale (mielolesi), gravi patologie al sistema nervoso (sclerosi multipla) o con la prostata molto ingrossata (ipertrofia prostatica).
La cateterizzazione a intermittenza non richiede abilità particolari: basta lavarsi bene le mani e disporre di un catetere adatto. Per evitare irritazioni da sfregamento sulla mucosa dell’uretra in chi si sottopone frequentemente al cateterismo, si usano cateteri in PVC (polivinilcloruro) con la parte esterna in PVP (polivinilpirrolidone) e sodio cloruro, sterili e confezionati singolarmente. Quando le pareti di questi cateteri vengono lubrificate con l’acqua, si forma un gel soffice che permette un inserimento senza dolore (atraumatico).
Cateterismo a permanenza
In alcune occasioni il catetere viene rimosso dalla vescica subito dopo averla svuotata. Quando invece bisogna tenerlo in vescica a lungo (giorni, mesi o anni), l’urina viene fatta defluire in una sacca di raccolta e il catetere possiede caratteristiche differenti.
Se il catetere rimane inserito in vescica a lungo, il rischio di infezione è elevato e bisogna attuare tutti gli accorgimenti necessari per ridurlo. In passato, il catetere rimaneva in vescica per tutto il tempo previsto con regolare sostituzione delle sacche monouso per la raccolta dell’urina. Questa procedura fu abbandonata per l’alto rischio di infezione delle vie urinarie che comportava. Con l’impiego di un sistema “chiuso”, il catetere viene posizionato con procedura sterile e mantenuto in sede senza che la sacca venga mai staccata, ma svuotandola mediante un apposito rubinetto posto sul suo fondo.
L’inserimento in vescica viene effettuato da operatori sanitari qualificati (infermieri e medici), mentre la tecnica a intermittenza viene anche insegnata ai pazienti che devono svuotare autonomamente la vescica o ai loro familiari. La procedura per l’inserimento si svolge come segue.
- Procedere all’igiene dei genitali.
- Mediante un apposito kit sterile si esegue la disinfezione del meato uretrale (con soluzioni non alcoliche, a base di clorexidina in soluzione acquosa in confezioni monouso). Per la disinfezione servono guanti sterili, pinze e batuffoli di garza. Si procede sempre dalla zona pulita a quella più sporca senza tornare indietro, cambiando il batuffolo di garza imbevuta di disinfettante a ogni passaggio: nella donna si inizia dal clitoride, si passa sulle piccole labbra e si va verso l’ano; nell’uomo si scopre il glande e poi si dirige il batuffolo verso la radice del pene.
- Previo cambio dei guanti con altri sterili si procede all’inserimento del catetere già collegato alla sacca di raccolta e dopo aver applicato sul meato uretrale un gel lubrificante sterile, meglio con anestetico locale. Nella donna, si inizia introducendo il catetere verso l’alto per 5-7 cm e, nel caso venga inserito accidentalmente in vagina, bisogna rimuovere tutto e ricominciare la manovra con un altro catetere sterile. Nell’uomo, si lubrifica il meato e l’uretra anteriore inserendo il gel anestetico con una piccola cannula sterile di appropriate dimensioni e lasciandolo agire per 10 minuti. Durante l’inserzione del catetere, il pene deve essere sollevato verso l’alto e non appena si incontra resistenza va abbassato. Quando le urine cominciano a defluire, si gonfia il palloncino con la quantità d’acqua richiesta.
- La tecnica del cateterismo intermittente è uguale, ma non è necessaria la sterilità.
Tipi di catetere
I cateteri reperibili in commercio sono diversi per materiale (lattice, silicone ecc.), calibro, forma della punta, meccanismi di ancoraggio e numero di “vie” contenute al loro interno. Il calibro viene indicato o con la sigla Ch (scala di Charrière, la misura più piccola è 6 Ch, la maggiore è 26 Ch) o con il colore della parte terminale del catetere, per esempio: il 10 Ch è nero, il 12 è bianco, il 24 è azzurro e così via. I cateteri sono semirigidi (tipo Nelaton) o morbidi in lattice o silicone (tipo Foley). I primi, in materiale plastico (PVC) con punta arrotondata e fori posti vicino all’apice, si usano normalmente per il cateterismo intermittente; i secondi sono forniti di un sistema che impedisce la fuoriuscita dalla vescica, utilizzando un palloncino che viene riempito di acqua, e sono adatti all’uso prolungato: 2 settimane per il lattice, 1 mese per il silicone che è di gran lunga preferito per i cateterismi a permanenza poiché si incrosta meno e non si deteriora.
Altro inAssistere un familiare -Incontinenza
Altro inAssistere un familiare