Alimentazione
Educazione alimentare
Influenza di televisione e nuovi media
Siamo sommersi dalla pubblicità: per strada, sui mezzi pubblici, alla radio, nei siti web, sui giornali, ma soprattutto in casa dalla televisione. È stata infatti proprio la TV a incidere maggiormente sulla storia del costume in Italia. La quantità del consumo e la qualità del prodotto consumato non garantiscono però che questa sia anche un veicolo di effettivo arricchimento culturale. Essa, infatti, più che liberare i comportamenti li condiziona. Si pensi soprattutto agli spot: oggi non esiste più un contenitore riconoscibile di réclame (come lo è stato il famoso Carosello) e la pubblicità impera a qualsiasi ora, come premessa o interruzione di un film o all’interno di un programma, senza soluzione di continuità, così il messaggio passa direttamente a livello di subcoscienza. Da sottolineare poi, che il target a cui si rivolge gran parte degli spot è costituito dai minori che, oltre a essere facilmente influenzabili, sono in grado, con le insistenti richieste ai genitori, di condizionare le scelte e gli acquisti dell’intera famiglia. I bambini non possiedono la capacità critica necessaria per elaborare e prendere le distanze dai messaggi che passano sul teleschermo; sono dunque facilmente attratti dalle immagini e dalle musiche accattivanti proposte dalle pubblicità. Inoltre, in genere sono golosi, e non a caso una percentuale molto elevata delle réclame rivolte a loro riguarda accattivanti fuori pasto (dolciumi, biscotti e merendine).
Sul numero 179 della rivista «Altroconsumo» è stata pubblicata un’interessante ricerca, condotta alla fine del settembre 2004, svolta in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, che mette in luce come la pubblicità spesso non rispetti le regole stabilite dalla normativa vigente. Dalla ricerca si evince che nell’arco del periodo osservato (una settimana, dal luned« alla domenica), durante la fascia oraria che va dalle 16:00 alle 22:30, sono stati messi in onda, sulle principali reti televisive nazionali, su due canali satellitari e tre circuiti locali, 1800 spot al giorno. In media, il 20% della pubblicità è stata indirizzata ai bambini e inoltre, come tipologia di prodotto sponsorizzato, spiccano gli alimentari, con un 26,3%; tra i cibi maggiormente proposti biscotti, merendine (che contengono elevate quantità di zuccheri e di grassi) e bevande non alcoliche. Ciò è l’esempio concreto di quanto i messaggi pubblicitari puntino su modelli alimentari diseducativi: sono rarissimi infatti gli spot che pubblicizzano frutta e verdura o altre alternative sane. Se non si può incolpare solamente la televisione di essere la causa dell’aumento dell’obesità infantile, appare però chiaro quanto essa condizioni il gusto e gli stili di vita. La TV gioca quindi un ruolo importante perché comporta un notevole periodo di inattività, sottraendo tempo prezioso all’attività motoria, principale ingrediente per uno stile di vita sano, e stimola i succhi gastrici con immagini di cibi molto allettanti, favorendone il consumo. Sempre lo stesso articolo di «Altroconsumo» mette in evidenza alcuni stratagemmi usati dal mondo della pubblicità alimentare.
Impiego della figura maternaLa mamma è spesso protagonista degli spot che hanno come target i bambini. Quasi sempre ha un ruolo attivo nello scegliere gli alimenti «giusti» per i propri figli e per l’intera famiglia. Generalmente sono gli stessi genitori che, all’interno del gruppo familiare, consumano il prodotto reclamizzato.
RegaliMolti prodotti sono abbinati a un regalo che rappresenta una vera e propria esca per i bambini. Spesso l’alimento passa in secondo piano rispetto al gadget.
Richiamo nutrizionale Un’altra modalità per catturare l’attenzione è rappresentato dal rassicurare i genitori sul fatto che il prodotto in questione contenga nutrienti sani ed essenziali per la crescita dei figli. Leggendo poi attentamente l’etichetta si scopre però che è altrettanto ricco di nutrienti tutt’altro che salutari, come grassi e zuccheri.
Utilizzo dei cartoni animati Sono frequenti gli spot con protagonisti dei cartoni animati impegnati in storie di avventura, oppure con personaggi reali e famosi.
Imitazione Alcune pubblicità spiegano come consumare il prodotto, per cui da un lato troviamo una famiglia serena, felice e raccolta attorno a una bella tavola imbandita per la prima colazione, dall’altro abbiamo esempi di famiglie turbolente, frettolose e dai modi poco educati che, pur facendo leva su simpatia, vivacità e divertimento, non rappresentano di certo un valido modello educativo.
Bisogna essere consapevoli che gli effetti positivi o negativi legati alla televisione derivano non solo dalla qualità dei programmi, ma anche dall’uso che si fa in famiglia del mezzo. Sarebbe consigliabile, quindi, prestare attenzione a cosa e quanto mangiano i bambini davanti alla TV e fornire alternative per il tempo libero che incoraggino il movimento, lo sport e uno stile di vita attivo.
Per concludere, occorre accennare anche alle scelte di chi reclamizza bevande alcoliche: sono ormai numerose le pubblicità che rappresentano il consumo di alcol in modo positivo, contravvenendo alla normativa vigente. Attori giovani, contesti ambientali di aggregazione sociale, divertenti e allegri, la presenza di personaggi famosi dello sport e dello spettacolo e infine allusioni alla sfera sessuale sono le scelte più adottate.
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