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Vomito
Pressoché tutte le persone fanno esperienza di qualche episodio di vomito nella vita, sia in età adulta sia infantile. Nella maggior parte dei casi si tratta di un evento transitorio, per lo più dovuto a infezioni dell’apparato digerente o a intossicazioni alimentari. In queste situazioni gli episodi di vomito tendono a ripetersi per qualche giorno, in genere accompagnati da nausea e diarrea, per poi risolversi spontaneamente.
Cosa fare
In presenza di nausea e vomito si possono attuare, anche a casa, alcune misure piuttosto semplici:
- rimanere a digiuno: questo dà generalmente sollievo al paziente; in alternativa, se si riesce, si possono assumere piccole quantità di cibi solidi e leggeri (per esempio riso bollito o patate lesse);
- assumere farmaci sintomatici per alleviare il disturbo, favorendo così l’assunzione di cibi e liquidi (quello più comunemente utilizzato è la metoclopramide);
- bere a piccoli sorsi, ma spesso, in modo da mantenere sempre un’idratazione adeguata: soprattutto acqua, ma anche liquidi come camomilla o tè, se preferiti o meglio tollerati;
- nei bambini mantenere per quanto possibile l’alimentazione abituale.
È importante evitare la disidratazione, in particolare quando il vomito è accompagnato da diarrea. I segni più comuni di disidratazione consistono nella presenza di cute e mucose secche o asciutte, aumento della frequenza del battito cardiaco, riduzione della pressione arteriosa e diminuzione del peso corporeo; nei bambini può essere presente un rallentamento dell’attività psicomotoria fino a una sonnolenza eccessiva. Nei casi più lievi è possibile impostare una reidratazione a casa, utilizzando farmaci sintomatici per la nausea e soluzioni reidratanti che contengano quantità idonee di sali minerali ed elettroliti.
Quando rivolgersi al medico
Nei casi più gravi, quando il vomito è incoercibile e il rischio di disidratazione alto, è necessario recarsi dal medico o in ospedale per effettuare alcuni esami del sangue e ricevere un’adeguata terapia reidratante per via endovenosa (fleboclisi); ciò è importante soprattutto nei bambini, negli anziani e nelle donne in gravidanza.
Alcuni tipi di vomito presentano delle caratteristiche di per sé patologiche e richiedono una rapida valutazione in ospedale: il vomito contenente sangue (denominato ematemesi se il sangue è rosso vivo o vomito caffeano se il sangue è già stato in parte digerito e risulta quindi nerastro e frammentato, simile a un fondo di caffè) indica la presenza di un’emorragia nella parte alta del tubo digerente (per esempio per un’ulcera gastrica o duodenale); così pure è da considerare grave un vomito contenente feci (denominato fecaloide), indicativo di un’ostruzione intestinale. Esistono infine casi in cui il vomito (acuto o persistente) dipende da cause più complesse, più difficilmente individuabili dal paziente, e che in linea di massima richiedono una valutazione da parte del medico. Si tratta, per esempio, del vomito dipendente dall’assunzione di farmaci oppure da patologie a carico di diversi organi o apparati (neurologiche, endocrinologiche, otorinolaringoiatriche oppure gastrointestinali a carico di fegato o pancreas). In questi casi può essere intrapresa una terapia sintomatica, nell’attesa di effettuare gli accertamenti necessari a chiarire l’origine di nausea e vomito.
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