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Attacchi di panico
Il disturbo di panico (o disturbo da attacchi di panico, in sigla: DAP) costituisce un’entità del tutto particolare, potendo manifestarsi in molteplici forme e può essere anche inizialmente confuso con patologie di carattere internistico. Compare nella popolazione generale in una percentuale che va dallo 0,4% all’1,5%, è più frequente nelle donne (rapporto di 2,5 a 1 rispetto ai maschi) ed esordisce in genere tra i 15 e i 35 anni. Gli attacchi di panico sono episodi di ansia che insorgono improvvisamente, caratterizzati da profondo malessere e intensa paura; spesso si verificano in situazioni di normale routine (mentre si sta guidando, durante il lavoro, nel sonno), raggiungono l’intensità massima in pochi minuti e in genere si esauriscono con altrettanta rapidità.
Se gli attacchi sono ricorrenti, si manifestano con quattro o più sintomi, se ne registrano almeno due e almeno uno di essi è seguito da un periodo di almeno un mese dalla costante paura di un’altra crisi (ansia anticipatoria), si parla di “disturbo da attacchi di panico” (DAP).
Cosa fare
Un attacco di panico può avere numerose cause, anche variamente associate, ed è difficile aiutare un soggetto che, vicino a noi, ne viene improvvisamente colpito. La cosa migliore che si può fare è riconoscere la situazione, escludendo altre cause, magari organiche, dell’episodio, e convincere il soggetto a farsi visitare da personale medico specializzato quanto prima.
Ecco quindi un repertorio di sintomi, spesso riferiti dai soggetti colpiti, che può aiutare a riconoscere la situazione.
Manifestazioni somatiche
- Sensazione di caldo e di freddo: “... ho una strana sensazione che inizia da una parte del corpo e si irradia a tutto il corpo...”.
- Senso di oppressione toracica: “... ho un dolore sul petto come una masso che preme...”.
- Sbandamenti: “... mi sembra di camminare sulla gommapiuma, come se vacillasse il terreno sotto i miei piedi...”
- Testa confusa; in certi casi i pazienti riferiscono di sentirsi come ubriachi, dicono: “... ho la nebbia nel cervello, mi sembra di essere come ubriaco...”.
- Nausea, morsa allo stomaco: “... ho una morsa allo stomaco ... ho una sensazione di nausea...”.
- Formicolii agli arti (localizzati a una parte del corpo, per esempio braccia o gambe o più ampiamente diffuse); in alcuni casi i soggetti dicono di avere braccia o gambe molli oppure come di legno.
- Palpitazioni: “... mi sembra di avere il cuore in gola...”.
- Sudorazioni.
- Mal di testa: i pazienti dicono di avere dolori alla testa ma che spesso sono estesi a collo, braccia, schiena.
- Sensazione di nodo alla gola, difficoltà a deglutire: “... quando mangio o bevo ho paura di rimanere soffocato...”.
- Difficoltà a respirare: “... faccio dei respiri lunghi come se non mi arrivasse l’aria ai polmoni...”.
Manifestazione soggettive
- Il paziente avverte sensazioni di impotenza e catastrofe imminente, spesso associate anche alla paura di morire, di perdere coscienza, di impazzire o perdere il controllo: “... mi trovavo sull’autobus quando improvvisamente mi è sembrato di morire e di non avere più il controllo di niente”; oppure: “... all’improvviso mi è sembrato che qualcosa si fosse rotto nel cervello, ho temuto di impazzire...”, “... mi sembrava all’improvviso di perdere coscienza, una sensazione di mancamento...”.
Manifestazioni psicosensoriali
- Esperienze di derealizzazione e depersonalizzazione: “... mi vedevo distaccato, come se guardassi il mio corpo da lontano...”, oppure: “... vedevo le persone come nella scena di un film e le guardavo come uno spettatore...”; “... rivedevo la mia vita come se venisse visualizzata attraverso una moviola...”.
- “... All’improvviso si era fermato il tempo...”, “... i pensieri correvano nella mente, e non riuscivo a controllarli oppure il mio cervello era come bloccato...”.
- Ipersensibilità alla luce e ai colori: “... mi davano fastidio e mi procuravano un forte disagio i suoni di tutti i giorni, quelli delle macchine, lo sbattere di una porta, l’urlo di un bambino ... mi rimbombavano nel cervello ... e la luce del giorno era intollerabile...”.
Manifestazioni comportamentali
- Manifestazioni di arresto improvviso delle attività in corso: “... dovetti improvvisamente lasciare ciò che stavo facendo e correre via...”, “... gridai all’improvviso e sentii un desiderio irrefrenabile di scappare e andare verso casa...”.
- In molti casi, il paziente mantiene l’autocontrollo e vive in una dimensione privata le emozioni che prova.
Decorso del disturbo
Gli attacchi possono manifestarsi a ciel sereno o essere situazionali, ossia possono comparire in un contesto in cui il soggetto presenta elevati livelli di ansia e/o in situazioni che determinano elevato disagio. In genere, la prima crisi è ricordata in modo particolare. Nella metà dei soggetti, gli attacchi compaiono durante il sonno, in altri casi si verificano quando il paziente si trova in condizioni di pericolo o in concomitanza con l’assunzione di sostanze stupefacenti tipo cannabis.
Gli episodi possono comparire da 2 a 4 volte la settimana; nella fase iniziale possono essere numerosi e diminuire nelle settimane successive, ma talvolta possono diventare così frequenti da definire un vero e proprio stato di male.
Ben presto gli attacchi vengono preceduti dalla cosiddetta ansia anticipatoria cioè dalla “paura di avere una crisi”.
In un 30% dei casi compare una polarizzazione ipocondriaca, cioè il soggetto ha la convinzione di avere una malattia fisica (infarto, ictus) e si sottopone a innumerevoli accertamenti fisici.
A seguito dei vari disturbi, compare una forma di evitamento, cioè i soggetti fanno in modo di non rimanere da soli, di non allontanarsi da casa e rifuggono situazioni in cui è difficile raggiungere un Pronto soccorso. Il termine usato è agorafobia e in genere i luoghi evitati sono posti affollati (piazze, chiese) ove si teme di avere una crisi e di non poter essere soccorsi; insorge a volte la paura di avere paura, ovvero la fobofobia: alcune persone non escono se non accompagnate.
Spesso gli attacchi si riducono nel tempo mentre le condotte di evitamento si strutturano in un vero stile di vita.
Un 30% dei soggetti sviluppa una demoralizzazione secondaria, con sensi di colpa e inadeguatezza per l’impossibilità di condurre una vita normale. Altri sviluppano il timore di avere una crisi in pubblico e finiscono con l’isolarsi.
Un terzo dei casi sviluppa una sintomatologia depressiva dovuta alle limitazioni del disturbo d’ansia.
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