Primo Soccorso
Disturbi generali
Il “colpo di frusta”
Una patologia purtroppo molto comune è il dolore cervicale successivo a un incidente stradale, il cosiddetto colpo di frusta.
La lesione è causata da una brusca accelerazione-decelerazione del capo (un movimento di ondeggiamento paragonabile a un colpo di frusta, appunto), che avviene generalmente durante l’urto tra automobili o posteriormente (tamponamento) o frontalmente.
Questo movimento, improvviso e incontrollato, obbliga il collo a raggiungere posizioni al limite delle sue possibilità di movimento. Ciò avviene per motivi biomeccanici: l’accelerazione o decelerazione impressa dall’urto si ripercuote prevalentemente sulla testa, che è un segmento del corpo relativamente pesante e connesso al tronco solo dal collo, una struttura molto più sottile e mobile. Gli effetti principali delle variazioni improvvise di moto si ripercuotono pertanto soprattutto a livello del collo, che viene “stirato” dal movimento del capo, soprattutto se il tronco è bloccato al sedile con la cintura di sicurezza, per altro indispensabile per evitare danni maggiori. Le autovetture moderne sono dotate di presidi tecnologici che in parte attenuano questi effetti: l’airbag, che oltre a prevenire l’impatto della testa contro l’abitacolo o il volante, contribuisce a decelerare la progressione del capo, e i cosiddetti poggiatesta attivi, che riducono lo stress del collo in estensione. Naturalmente è importante porre attenzione al momento dell’avvio, allacciando le cinture e personalizzando l’altezza del poggiatesta. Il trauma, specie se molto violento o se interviene in un momento di massimo rilassamento del soggetto (come durante il sonno), può provocare lesioni gravi, come fratture vertebrali e possibile interessamento anche delle strutture nervose: è bene pertanto, in caso di incidente, non trascurare l’episodio, ma recarsi in Pronto soccorso per tutti gli accertamenti del caso.
In quello che viene comunemente definito colpo di frusta generalmente non vi sono lesioni gravi: in questi casi la causa del dolore è identificabile nelle microlesioni a carico di muscoli e legamenti, strutture eccessivamente “stirate”, con conseguente successivo spasmo della muscolatura del collo e delle spalle.
I disturbi neurologici, come il formicolio alle braccia e alle mani, sono più rari. Tutto ciò induce, specie nei primi giorni dopo l’incidente, notevole disturbo al soggetto, con incapacità a svolgere le normali funzioni della vita quotidiana.
Anche in assenza di lesioni evidenti alle radiografie, i sintomi possono insorgere qualche ora o qualche giorno dopo il trauma: i più comuni sono dolore cervicale e mal di testa, ma talvolta i pazienti riferiscono dolore dorsale o lombare, affaticamento, capogiri, nausea, formicolii agli arti superiori, dolore mandibolare, ansia, depressione del tono dell’umore, difficoltà di concentrazione. Il trattamento in fase acuta è tuttora controverso: in Italia vi è la radicata abitudine a utilizzare fin da subito un collare per immobilizzare il collo. Il suo uso è indispensabile solo nell’ipotesi di lesioni ossee e neurologiche evidenti e negli altri casi va indossato per 6-7 giorni al massimo.
Alcuni studi, eseguiti in Canada e negli Stati Uniti su un grande numero di pazienti, hanno dimostrato invece che una rapida ripresa delle attività quotidiane ed esercizi precoci possono migliorare la prognosi, riducendo l’invalidità a lungo termine. La decisione è comunque da valutare in base al singolo quadro clinico. L’evoluzione nel tempo è favorevole nella stragrande maggioranza dei casi e, di norma, non lascia invalidità residue. Tuttavia è indispensabile considerare una notevole variabilità circa la frequenza, la gravità e la durata dei disturbi. Altri studi sono sicuramente necessari per definire con certezza questi aspetti. In particolare, è innegabile il coinvolgimento emotivo in questa patologia, specie riguardo al desiderio, spesso inconscio, di rivalsa e risarcimento nei confronti del responsabile dell’incidente e della subitanea perdita dello stato di benessere preesistente.
Dal punto di vista terapeutico, oltre quanto esposto sull’uso del collare, è necessario sottolineare quanto già espresso per il dolore cervicale in genere: non esistono cure identificate come sicuramente efficaci. In questi casi poi, è indispensabile molta prudenza nell’applicare manipolazioni e/o intense mobilizzazioni del collo per la possibilità dell’esistenza di una lesione che potrebbe essere aggravata da una cura incongrua. La valutazione del medico e la sua diagnosi devono essere obbligatoriamente il primo passo in tutte le patologie.
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