Dermatologia ed estetica
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Tatuaggi
Il tatuaggio è una decorazione permanente della superficie corporea ottenuta tramite l’introduzione nella cute di pigmenti di varia natura. Ha origini antichissime, addirittura nell’età della pietra era parte integrante dei riti religiosi come simbolo visibile di una condizione di afflizione o di lutto; ai giorni nostri ha assunto più un valore di identificazione sociale o, al contrario, di affermazione della propria individualità.
Prima dello sviluppo dei sistemi laser a impulso corto, le opzioni terapeutiche per la rimozione dei tatuaggi erano limitate a interventi estremamente invasivi quali la dermoabrasione, la salabrasione e l’escissione chirurgica; in passato sono state impiegate anche sorgenti laser quali CO2, erbio e argon. ma tutte queste metodiche procuravano comunque marcati esiti cicatriziali a causa della loro assoluta mancanza di selettività.
I laser a impulso corto (con durata d’impulso nell’ordine dei nanosecondi), e tra questi soprattutto i cosiddetti Q-switched laser, hanno perciò costituito un enorme progresso nel trattamento dei tatuaggi in quanto interagiscono preferenzialmente con le strutture tissutali dermiche contenenti il pigmento esogeno.
L’interazione della luce laser con il cromoforo determina profonde variazioni molecolari del pigmento, che comportano la frammentazione delle particelle d’inchiostro. La frammentazione del pigmento, indotta soprattutto dall’effetto fotoacustico del raggio laser, favorisce l’eliminazione del pigmento più profondo da parte delle cellule fagocitarie, mentre quello più superficiale viene eliminato per via transdermica. Per determinare una distruzione selettiva delle particelle d’inchiostro, si deve scegliere la lunghezza d’onda meglio assorbita dal target, in modo da minimizzare eventuali effetti termici sui tessuti circostanti.
Quindi, per effettuare un trattamento ottimale è necessario conoscere esattamente la capacità d’assorbimento da parte dei pigmenti nei confronti delle varie lunghezze d’onda dei laser.
Il blu e il verde hanno uno spettro d’assorbimento molto simile, per le lunghezze d’onda comprese tra 625 e 755 nm. Il rosso, l’arancione, il bruno e il viola interagiscono con lunghezze d’onda più brevi di 570 nm, mentre i colori carnei vengono intercettati da lunghezze ancora più brevi (535 nm); il giallo invece riflette le lunghezze d’onda superiori a 520 nm e per questo motivo è molto poco trattabile.
Il trattamento di un tatuaggio necessita di un numero elevato di applicazioni in base alla potenza e allo spot (cioè la larghezza) del raggio laser usato, ma anche in base alle caratteristiche del tatuaggio: i tatuaggi costituiti da pigmenti inorganici, per esempio, necessitano di un numero inferiore di sedute per il trattamento rispetto a quelli fatti con coloranti organici. Ovviamente la durata del trattamento è direttamente proporzionale alla superficie del tatuaggio, alla profondità d’impianto e alla quantità di pigmento utilizzato.
Alla luce di tutto questo, oggi sul mercato sono presenti strumenti che sono in grado di emettere più lunghezze d’onda.
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