Alimentazione
Alimentazione in età pediatrica
Seconda e terza infanzia
Nel periodo successivo al divezzamento l’alimentazione del bambino è spesso considerata più libera e somiglia ormai sempre più a quella dell’età adulta. Anche in questa fase si deve garantire una quantità di nutrienti sufficiente a permettere un giusto accrescimento staturoponderale e un’adeguata maturazione degli apparati. Inoltre, in base alla chiara evidenza che i comportamenti nutrizionali acquisiti in questo momento della vita sono mantenuti nelle età successive, è necessario che la famiglia offra modelli nutrizionali corretti. Nel primo anno il bambino è strettamente seguito dal pediatra per quanto concerne sia l’accrescimento sia lo stato nutrizionale. Successivamente tale controllo diventa meno serrato e la dieta inizia a risentire maggiormente delle abitudini familiari, dei gusti personali e dell’appetito. Dopo l’anno di vita, infatti, il bambino è in grado di scegliere liberamente gli alimenti per quantità e qualità, di masticare e deglutire qualsiasi tipo di cibo, di regolarsi a seconda dell’appetito iniziando a subire sempre più l’influenza dell’ambiente circostante. In tale periodo è quindi probabile che sia soggetto ad assumere elevati apporti di calorie, proteine e alimenti dolci e meno frutta e verdura.
Primo e secondo anno
I primi 12 mesi sono caratterizzati da una rapida crescita staturoponderale. Al primo compleanno, infatti, ogni bambino ha addirittura triplicato il peso che aveva alla nascita e aumentato del 50% la lunghezza iniziale. Nel periodo successivo si assiste a un rallentamento della velocità di crescita, che si mantiene costante dai 2 anni alla pubertà. L’energia necessaria all’accrescimento, espressa quale percentuale del fabbisogno energetico totale, si riduce, rimanendo costante dopo il secondo anno fino all’inizio della pubertà.
Terzo anno
Dal punto di vista qualitativo una corretta alimentazione tra il primo e il terzo anno di vita dovrebbe passare da un apporto calorico in lipidi pari al 40-50% delle calorie totali alla fine del primo anno, a un apporto del 30-35% al secondo anno, con un graduale incremento delle calorie dovute ai carboidrati, che aumentano dal 40-45% al 55-60%.
Dopo il terzo anno
A partire dal terzo anno di vita, con l’inizio della scuola materna, ma ancor più di quella elementare, le abitudini alimentari subiscono un ulteriore cambiamento. L’alimentazione è spesso regolata più dai gusti che dalle reali esigenze nutrizionali ed è influenzata dai mass media, dalla televisione e dalle abitudini dei compagni. Molti bambini, per esempio, tendono a saltare la colazione per guadagnare tempo e dormire un po’ di più; ciò porta a un prolungamento del digiuno notturno con rischio di riduzione della capacità di concentrazione e di possibile comparsa di ipoglicemie. A questa età i bambini sono più indipendenti, hanno spesso un libero accesso al cibo e talvolta possono rimanere da soli in alcuni momenti della giornata. I genitori si preoccupano spesso dell’inappetenza ma non dell’eccessivo apporto calorico, sottovalutando il rischio di obesità. Pongono comunque più attenzione alla quantità dei cibi introdotti che alla loro composizione. Infine, gli impegni di lavoro portano spesso a dedicare poco tempo alla preparazione dei pasti e a utilizzare cibi precotti, mentre dovrebbe essere abitudine comune per i bambini mangiare seduti, concentrarsi sulla masticazione e deglutire senza distrazioni di giochi o televisione. I pasti andrebbero consumati con la famiglia riunita e la supervisione da parte di un adulto. Recenti studi hanno evidenziato l’utilità che il bambino si serva da solo la porzione senza che il piatto di portata rimanga in tavola. Riguardo alla composizione della dieta, si ha spesso uno scarso apporto di fibre, frutta e verdura e una maggiore introduzione di grassi animali e glucidi semplici anche in forma di merendine, caramelle e chewing-gum. Inoltre si ha un notevole consumo di bevande zuccherate che tendono a sostituire l’acqua minerale nel corso della giornata. La dieta dovrebbe essere varia, con alternanza quotidiana degli alimenti e con un apporto del 12-15% di proteine, del 30% di grassi e del 55-60% di carboidrati. La suddivisione delle calorie dovrebbe essere: 15% a colazione, 10% nello spuntino di mezza mattina, 35% a pranzo, 10% a merenda e 30% a cena. Un corretto stile di vita non può prescindere dalla pratica di attività fisica che, soprattutto in questa fascia d’età, gioca un ruolo rilevante. È quindi fondamentale ridurre la sedentarietà e il tempo trascorso a guardare la televisione. La disciplina sportiva favorisce spesso l’acquisizione spontanea di una migliore composizione della dieta.
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