Agopuntura
Agopuntura
La via occidentale all’agopuntura
L’Organizzazione Mondiale della Sanità negli ultimi anni ha sottolineato con insistenza la necessità di utilizzare tutte le risorse disponibili, e tra queste le differenti medicine tradizionali, per ottenere un progetto di salute per tutti. Seguendo questi dettami, la collettività scientifica internazionale si è adoperata attivamente, dai primi anni del nuovo secolo, per superare quel rapporto di parallelismo esistente tra medicine tradizionali e medicina occidentale, stabilendo rapporti di integrazione tra le varie discipline. All’interno di questo quadro culturale, lo sviluppo della Medicina Tradizionale Cinese in Occidente, così come la sua crescente integrazione con sistemi di cura occidentali in Cina, ha portato in pochi decenni allo sviluppo di un’impressionante mole di studi scientifici, svolti sia in Occidente sia in Cina, allo scopo di valutare l’efficacia clinica e i meccanismi d’azione dell’agopuntura nel suo complesso.
La più grande difficoltà è consistita e consiste nel traslare modelli culturali tradizionali in modelli scientifici occidentali e un linguaggio simbolico e metaforico in un linguaggio biochimico, neurofisiologico, immunologico. Per i medici occidentali ciò ha comportato, come ha insegnato Matteo Ricci, il “farsi cinese tra i cinesi”, facendo propri senza preconcetti i dati culturali e l’originalità del patrimonio medico tradizionale cinese, pur non rinunciando allo spirito investigativo e di ricerca del metodo galileiano, sicuro punto di riferimento per ogni forma di conoscenza che voglia darsi come scientifica e moderna. In questa ottica i lavori prodotti per studiare i meccanismi di funzionamento dell’agopuntura sono stati numerosi: di seguito si accennerà solo ai principali, tra i quali spicca il grande lavoro fatto per studiare l’effetto analgesico dell’agopuntura, che ha rischiato, per la sua portata, di sminuire l’agopuntura, considerandola una semplice tecnica antidolorifica.
Le ricerche sull’azione dell’agopuntura
Lo studio dell’effetto antidolorifico dell’agopuntura ha condotto all’individuazione di due distinte modalità analgesiche: da una parte, l’analgesia metamerico-segmentaria, immediata e di breve durata, e dall’altra, l’analgesia estesa, che interviene dopo un periodo di latenza e ha durata più lunga.
Il primo tipo di analgesia è stato studiato e spiegato da Melzack e Wall nel 1965 con l’enunciazione della Gate Control Theory. Essa sarebbe determinata dalla stimolazione di una popolazione recettoriale collegata alle fibre A? mieliniche le quali, attivate dalla stimolazione agopunturale, determinerebbero a livello midollare l’attivazione di interneuroni ad attività inibitoria, collocati nella sostanza gelatinosa di Rolando, che determinerebbero il blocco della trasmissione dello stimolo doloroso.
La seconda modalità analgesica dell’agopuntura dipenderebbe, invece, da un’azione più complessa svolta a livello cerebrale. Grazie a una serie di studi svolti anche con la PET (tomografia a emissione di positroni), oggi sappiamo che la stimolazione del punto di agopuntura determina l’attivazione di elementi della sostanza grigia periacqueduttale del mesencefalo, che è parte integrante di un complesso sistema di inibizione della sensazione dolorosa. La puntura, inoltre, attiverebbe il sistema limbico, importante per il controllo della tolleranza allo stimolo doloroso, e il sistema reticolare stesso, mezzo di integrazione per le informazioni dolorose provenienti dalla periferia. L’agopuntura determinerebbe inoltre la produzione di una serie di neuromediatori (tra cui endorfine, encefaline e dinorfine) causa di un’analgesia più prolungata e diffusa che si manifesta dopo una fase di latenza dall’inizio della stimolazione.
Numerosi studi hanno inoltre documentato un’azione importante di questa tecnica sull’attività del sistema immunitario, con un effetto che può essere definito di immunomodulazione. Così, nel tempo, si è dimostrato un incremento della secrezione di istamina, bradichinina, serotonina, prostaglandina e AMP-ciclico, con un’azione generale che determina, attraverso una stimolazione del sistema immune, un incremento sia delle diverse popolazioni linfocitarie sia delle diverse frazioni anticorpali.
Anche gli effetti dell’agopuntura sul sistema ormonale ipofiso-surrenalico sono stati studiati, e si è dimostrato un incremento della secrezione dei sette OH-corticosteroidi, così come un’ipersecrezione di ACTH. Sono stati per altro dimostrati effetti dell’agopuntura sull’asse ipofiso-tiroideo, ipofiso-gonadico e sulla liberazione di prolattina, ossitocina, insulina e adrenalina. Quest’attività sul sistema nervoso centrale, unita alla funzione regolatrice su diversi neuromediatori, è alla base dell’efficacia dell’agopuntura nel controllo di alcune patologie psichiatriche minori quali l’ansia, la depressione e l’insonnia.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato l’azione modulante dell’agopuntura sul sistema nervoso vegetativo. Classici, infatti, sono gli esperimenti di controllo con agopuntura del tono pressorio nell’animale, sia in caso di ipertensione indotta con iniezione di adrenalina sia in caso di ipotensione indotta con iniezione di acetilcolina.
Altre ricerche hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura nella regolazione di una serie di funzioni quali la motilità intestinale e gastrica, la mobilità della vescicola biliare, la secrezione del succo pancreatico e della bile (che può essere incrementata o diminuita secondo l’utilizzo di diversi punti). È stata dimostrata, infine, un’azione di regolazione dell’agopuntura sul ritmo cardiaco e sul tono bronchiale.
Da tale notevole mole di dati l’agopuntura emerge come una terapia di regolazione aspecifica di numerosi sistemi funzionali, con uno spettro di indicazioni assai numerose. Grazie agli studi citati si è potuto dimostrare che questa disciplina, contrariamente a quanto spesso si ritiene, non costituisce un trattamento sintomatico, ma una vera e propria terapia causale, poiché agisce sulla modificazione dei concatenamenti patogenetici della malattia. Interessante, per capire l’importanza dell’agopuntura, è la revisione dei risultati degli esperimenti effettuati in tutto il mondo con studi clinici controllati pubblicata dall’OMS nel 2002 : il testo facilita la conoscenza delle malattie, i sintomi o gli stati per i quali l’agopuntura si è dimostrata efficace, oltre che di quelli per i quali l’effetto terapeutico è stato dimostrato ma che necessitano di maggiori verifiche e di quelli per i quali ci sono solo pochi studi controllati (che riportano solo alcuni effetti terapeutici). In quest’ultimo caso può essere comunque utile provare l’agopuntura quando la cura convenzionale e le altre terapie sono poco soddisfacenti. Questa pubblicazione costituisce ancora oggi un punto di riferimento importante sia per un ulteriore sviluppo della ricerca, sia per un ampliamento delle prove a favore delle varie applicazioni terapeutiche, come dato preliminare per un’eventuale futura maggior diffusione di questa metodica anche all’interno dei sistemi di cura primari pubblici. Non è inverosimile, infatti, che nella ormai cronica carenza di fondi gli amministratori tornino a fare loro la preoccupazione di Huang Di, il quale voleva che i suoi cittadini venissero curati con aghi sottili e non con farmaci tossici, se non altro perché così avrebbero potuto continuare a pagargli preziosi tributi.
L’introduzione dell’agopuntura nei sistemi di cura primari
La possibilità di un’integrazione dell’agopuntura all’interno dei sistemi di cure primari delle società tecnologicamente avanzate dipende da una serie di fattori che sono stati esaminati all’interno dell’International Consultation on Acupuncture dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tenutasi a Milano nel 1996. In quella sede si è ricordato, in primo luogo, come all’interno di un sistema medico occidentale di base, di comprovata efficacia terapeutica, appaia sostanzialmente non etico sostituire una terapia efficace con l’agopuntura qualora essa non abbia dimostrato per quella patologia un’efficacia almeno pari alla terapia che si intende sostituire, o quantomeno un vantaggio sostanziale per il paziente dal punto di vista degli effetti collaterali. Per valutare correttamente questi fattori, la Consultation ha suggerito che l’indicazione alla terapia con agopuntura venga effettuata da un medico esperto sia di medicina occidentale sia di agopuntura. A questo scopo si è sentita la necessità di promuovere la formazione del personale medico nell’esercizio dell’agopuntura, da accreditare con meccanismo di valutazione per titoli ed esami: in questo modo all’operatore sarà concessa, dal sistema in cui opera, la libertà di indicare una terapia “secondo scienza e coscienza”. Agli operatori si richiede, inoltre, di incrementare gli studi che consentono l’accreditamento scientifico delle indicazioni terapeutiche dell’agopuntura secondo i più moderni concetti di evidence-based-medicine.