Agopuntura
Agopuntura
L’agopuntura è una tecnica complessa, a prima vista semplice da imparare, ma in realtà difficile da padroneggiare: per praticarla, infatti, non solo occorre conoscere approfonditamente le teorie della medicina tradizionale cinese (di cui fa parte) e quella dei meridiani, la localizzazione e la funzione di ciascun punto, le tecniche di manipolazione degli aghi, ma occorre anche comprendere la filosofia di base di questa medicina. Per questo è necessario che il medico, dopo la laurea, segua dei corsi, che si tengono in alcune università italiane o presso scuole private, della durata minima di tre anni.
La nascita dell’agopuntura
Il fondatore dell’agopuntura è considerato l’Imperatore Giallo, Huang Di (xxvii secolo a.C.), leggendario autore dei primi trattati di medicina, scritti per insegnare al popolo come prevenire le malattie e vivere sani. A proposito di questa disciplina, Huang Di diceva: “Amo i Diecimila Popoli e le Cento famiglie e ricevo i loro tributi. Ho pietà di quelli che non possono dare e sono profondamente rattristato di vederli soggetti a ogni tipo di malattia. Non vorrei che usassero dei prodotti nocivi. Vorrei che venissero trattati con i piccoli aghi che penetrano nei meridiani e nei tragitti dell’energia e che armonizzano il sangue e i soffi, che regolano i movimenti energetici mettendo ordine nelle entrate e nelle uscite, nelle correnti e nelle controcorrenti. Di conseguenza dò ordine che si trasmetta alle generazioni future una ricetta che illumini, un modello molto chiaro, che sia per sempre e che non venga mai abolito, che sia facile da impiegare e difficile da dimenticare”.
La nascita dell’agopuntura si confonde, quindi, con gli albori della civiltà e della cultura cinese e ha il patrocinio di Huang Di: i testi classici si riferiscono infatti a lui e ai medici leggendari che sarebbero vissuti nella sua epoca.
L’origine dell’agopuntura è di fatto incerta e rappresenta, come sembrerebbero suggerire alcuni reperti, un esempio interessante di come la medicina cinese sia passata da uno stato sciamanico a un sistema teorico molto elaborato. In alcuni bassorilievi dei primi secoli a.C., per esempio, è rappresentato il medico Bian Que, una figura semileggendaria, sotto forma di uccello con testa umana e con in mano un ago: l’importanza che l’uccello aveva nello sciamanesimo sembrerebbe confermare l’origine sciamanica dell’agopuntura; nei tempi più remoti l’ago era probabilmente usato sia per individuare il male e debellarlo, sia per sconfiggere gli spiriti maligni che causavano le malattie. L’impiego di frecce o aghi, che venivano scagliati durante le cerimonie contro le forze maligne, ritenute responsabili delle malattie, è rappresentato anche nella parte superiore del carattere yi, medicina. Essa raffigura, a sinistra, una faretra che contiene frecce e, a destra, una mano che compie un movimento repentino per scagliarle. Probabilmente queste frecce non sono altro che rappresentazioni degli aghi per l’agopuntura.
Gli aghi per l’agopuntura furono realizzati prima in pietra e solo in seguito in osso e bambù, come è testimoniato nello Shan hai jing, Libro dei monti e dei mari, sorta di enciclopedia botanica risalente al V secolo a.C. che riporta la seguente affermazione: “la montagna Kao shih shan è molto ricca di giada e ai suoi piedi si trovano molte pietre a forma di ago, usate dai medici”. Il Shuowen jiezi, dizionario redatto nel II secolo a.C., definisce con il termine bian gli aghi di pietra per uso medico. Accanto a questi, nei primi secoli a.C., quando i cinesi iniziarono a conoscere il ferro e a fonderlo, furono usati anche gli aghi di ferro. Nel capitolo XII del Suwen si parla di agopuntura fatta con entrambi i tipi di ago: infatti, secondo questo testo, gli abitanti dell’est soggetti a lesioni e ad ascessi andavano curati con aghi di pietra; mentre gli abitanti del sud che soffrivano di contratture muscolari andavano trattati con aghi di ferro, pungendo in superficie.
Gli scavi archeologici di Mawangdui, nel 1972, e di Taixi l’anno successivo hanno confermato che l’utilizzo degli aghi, di ferro o di pietra, risale almeno al periodo cosiddetto degli Stati Combattenti (453-221 a.C.), poiché ne sono stati ritrovati alcuni in tombe di questo periodo. È difficile sapere se questi aghi servissero unicamente per piccoli interventi chirurgici o se fossero utilizzati per altri fini: drenare gli ascessi, provocare sanguinamento, fare massaggi lungo i muscoli o i meridiani e, infine, i più sottili, per essere inseriti in punti precisi del corpo, diventando poi i “punti” di agopuntura.