Cancro dell’Utero
Cancro dell’apparato genitale femminile che può colpire la cervice o il corpo uterino (endometrio).
Cancro della cervice uterina È il cancro più frequente dell’apparato genitale femminile. Insorge più spesso prima della menopausa e in genere colpisce donne multipare. Si tratta di un carcinoma epidermoide (cancro dell’epitelio) se riguarda la parte esterna della cervice uterina, o di un adenocarcinoma (cancro del tessuto ghiandolare) se prolifera nella sua parte interna.
Cause
Tra i fattori di rischio figurano le infezioni genitali, soprattutto da papillomavirus (tra le malattie sessualmente trasmesse), la promiscuità sessuale, il fatto di aver dato alla luce più bambini e il tabagismo.
Sintomi e segni
Lesioni precancerose caratteristiche (displasie) precedono la comparsa del cancro. Una displasia della cervice uterina o un cancro in stadio iniziale spesso rimangono asintomatici, ma qualunque perdita di sangue o secrezione anomala (dopo il rapporto sessuale, tra un ciclo mestruale e l’altro, dopo la menopausa) sono da considerare segnali d’allarme.
Diagnosi ed evoluzione
Le displasie sono scoperte nel corso di una visita ginecologica (aspetto della cervice uterina, test alla soluzione di Lugol e all’acido acetico). La diagnosi di questi tumori maligni si basa sull’esame microscopico delle cellule prelevate dall’area sospetta mediante striscio cervicovaginale; se lo striscio dà un risultato anormale, si procede all’esame visivo locale (colposcopia), durante il quale si pratica una biopsia. Se non trattato, il cancro si estende, dapprima a livello locale (vagina, vescica, corpo uterino, retto). Sono possibili metastasi epatiche.
Trattamento
Si basa su chirurgia e radioterapia, che possono essere associate alla chemioterapia. Nelle forme ben localizzate talvolta è sufficiente la conizzazione (amputazione della cervice uterina); in quelle più avanzate l’intervento chirurgico, più esteso, comprende l’ablazione dell’utero, dei suoi annessi, della parte superiore della vagina (colpoisterectomia allargata) e l’asportazione dei vicini linfonodi iliaci. L’intervento è spesso preceduto dalla radioterapia, consistente nel mettere la cervice uterina in contatto con una fonte radioattiva. Se il cancro si è disseminato nel piccolo bacino, si effettua una radioterapia esterna sull’insieme degli organi in esso contenuti.
Screening e prognosi
Lo screening del cancro della cervice uterina richiede lo striscio cervicovaginale. Si raccomandano due strisci a distanza di 1 anno l’uno dall’altro, all’inizio della vita sessuale, poi uno striscio ogni 3 anni circa sino ai 65 anni, con la possibilità di aumentarne la frequenza per le donne a rischio. Lo screening è tanto più importante se si considera che questa forma di cancro, se trattata all’esordio, guarisce nella quasi totalità dei casi.
Cancro del corpo uterino Detto anche cancro dell’endometrio, colpisce nella maggior parte dei casi l’endotelio (è quindi un carcinoma), mentre più raramente prolifera ai danni del tessuto connettivo (sarcoma) o di quello ghiandolare (adenocarcinoma). Insorge dopo i 40 anni di età (nel 75% dei casi dopo la menopausa). Più frequente nelle nullipare (che non hanno avuto figli), può manifestarsi anche nelle donne che non hanno mai avuto rapporti sessuali.
Cause
I fattori di rischio sono l’obesità, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, una menopausa tardiva. Talvolta l’insorgenza del cancro è preceduta da un’iperplasia (ossia un’ispessimento) dell’endometrio.
Sintomi e segni
Il tumore si manifesta con perdite di sangue, che possono assumere l’aspetto di mestruazioni particolarmente abbondanti (menorragie) o manifestarsi al di fuori del periodo mestruale (metrorragie). Nella donna in menopausa le perdite di sangue devono destare allarme.
Diagnosi ed evoluzione
La diagnosi si basa sull’isterografia (radiografia previa iniezione di un mezzo di contrasto) o sull’isteroscopia (esame diretto della cavità uterina con l’ausilio di un tubo ottico), che permette di procedere a biopsia o curettage uterino. Il cancro del corpo uterino ha un’evoluzione lenta, nell’arco di molti anni. Può dare luogo a metastasi localizzate nel fegato, nel cervello e nelle ossa.
Trattamento
È chirurgico e consiste nell’ablazione dell’utero e dell’ovaio (isterectomia totale e annessiectomia bilaterale), talvolta completata da un curettage dei linfonodi iliaci vicini. L’intervento può essere preceduto o seguito da una curieterapia (temporaneo inserimento nella cavità uterina di una fonte radioattiva) o una radioterapia esterna.
Screening e prognosi
Per lo screening si consiglia di sottoporsi a visite ginecologiche periodiche e di consultare il medico al minimo accenno di sanguinamento vaginale dopo la menopausa. La prognosi è legata alla precocità della diagnosi, che garantisce la completa guarigione.
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