Isterectomia
Ablazione chirurgica dell’utero.
Indicazioni
Questo intervento si esegue in presenza di sanguinamenti resistenti al trattamento medico, quando un fibroma uterino provoca sintomi molto fastidiosi (emorragie ripetute, compressione degli organi pelvici, dolori al basso ventre), in caso di cancro uterino o dopo il parto, se si instaura una perdita di sangue impossibile da controllare.
Tipi di isterectomia
I tipi di intervento possibili, praticati in anestesia generale, sono due.
L’isterectomia totale comprende l’ablazione totale dell’utero, corpo e collo. Si pratica anche per via addominale (chirurgia classica), ma soprattutto, quando possibile, per via vaginale, metodica che comporta vantaggi quali minor rischio operatorio, assenza di cicatrici, convalescenza più rapida.
L’isterectomia subtotale, praticabile solo per via addominale, consiste nell’asportazione del corpo dell’utero lasciando in sede soltanto la cervice. Tale intervento consente di conservare tutta la profondità della vagina, ma viene sempre meno praticato per il rischio (peraltro non connesso all’operazione) che si sviluppi un cancro sulla parte restante.
Convalescenza e prognosi
Dopo una degenza ospedaliera di una dozzina di giorni, in caso di isterectomia per via addominale, di 3-5 giorni per l’approccio vaginale, e 6 settimane di convalescenza, la paziente può ricominciare a condurre una vita normale. Non avrà più il ciclo mestruale e non sarà più in grado di concepire, ma potrà riprendere la vita sessuale già 1 mese dopo l’intervento. Se l’isterectomia è stata praticata insieme all’ablazione dell’ovaio, un trattamento sostitutivo permette di evitare gli effetti legati all’assenza di secrezione ormonale (osteoporosi, vampate di calore, secchezza vaginale).
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