Mezzo di contrasto
Sostanza utilizzata, nella diagnostica per immagini, al fine di rendere visibili strutture anatomiche o lesioni che altrimenti non sarebbe possibile esaminare. Alcuni organi, per esempio le ossa e i polmoni in radiologia, possono essere visualizzati senza preparazione, poiché il contrasto è dato naturalmente dalla diversa penetrazione dei raggi X nei tessuti di cui sono composti e negli altri tipi di tessuti circostanti. Poiché però la maggior parte degli organi non determina questo effetto, l’impiego di un mezzo di contrasto è in genere necessario per ottenere un’immagine leggibile. I mezzi di contrasto differiscono a seconda delle tecniche di diagnostica per imaging: radiologia convenzionale, tomodensitometria, ecografia e risonanza magnetica.
Tipi di mezzo di contrasto
Nella radiologia convenzionale una sostanza è caratterizzata dal tipo di contrasto che consente di ottenere.
Mezzo di contrasto radiotrasparente È una sostanza che dà luogo a un contrasto detto negativo, poiché non blocca i raggi X e appare in nero sull’immagine. Sostanze di questo tipo sono i gas, in genere l’aria. Nell’artrografia con contrasto, per esempio, viene insufflata aria nell’articolazione esaminata.
Mezzo di contrasto radiopaco È una sostanza che dà luogo a un contrasto detto positivo, poiché i raggi X appaiono in bianco sull’immagine. La maggior parte dei mezzi di contrasto è di questo tipo. Esistono numerose sostanze radiopache; le più frequentemente utilizzate sono quelle baritate e iodate. Le sostanze baritate sono preparazioni a base di solfato di bario, una sostanza non assorbibile da parte del tubo digerente. Vengono somministrate per via orale per le radiografie della parte alta del tubo digerente (bocca, faringe, esofago, stomaco, duodeno, intestino tenue), come clisma (clistere) per la parte bassa (colon, retto, canale anale). Sono controindicate in caso di perforazione del tubo digerente. I prodotti iodati si somministrano per via orale, per iniezione nella circolazione sanguigna o per iniezione locale. Consentono di eseguire numerosi tipi di esame (artrografia opaca, arteriografia, flebografia, urografia e così via), ma sono controindicati in caso di insufficienza epatica o renale. Un’eventuale allergia allo iodio deve essere comunicata prima dell’iniezione di qualunque mezzo di contrasto. Al bisogno, viene talvolta prescritto un trattamento per evitare lo shock anafilattico scatenato da un’eventuale allergia. Durante l’esame radiografico il mezzo di contrasto somministrato riempie la cavità o il condotto da esaminare e ne delinea i contorni interni. Le tecniche utilizzate sono quella del contrasto negativo, positivo oppure misto, o del doppio contrasto, una combinazione dei due tipi precedenti; quest’ultima tecnica migliora in particolare le immagini dell’arteriografia e del clisma baritato. Nella tomodensitometria, tecnica basata sui raggi X, come la radiologia tradizionale, si impiegano gli stessi mezzi di contrasto usati per quest’ultima. In particolare, per gli esami dell’addome e della pelvi si ricorre a sostanze iodate somministrate per iniezione endovenosa o nel tubo digerente (via orale o clisma). L’ecografia generalmente non richiede alcun mezzo di contrasto. Per lo studio del cuore o dei grossi vasi vengono però utilizzate alcune sostanze specifiche, iniettate per via endovenosa. Nella risonanza magnetica gli esami vengono spesso effettuati senza mezzo di contrasto. Talvolta si somministrano in iniezione endovenosa i derivati del gadolinio, un metallo raro, che impregnano i tessuti e ne modificano le proprietà magnetiche, migliorando così la qualità dell’immagine. Il gadolinio è generalmente ben tollerato, tranne che nelle donne in gravidanza, nei bambini e nei pazienti con insufficienza renale.
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