Curettage
Operazione consistente nello svuotare del suo contenuto una cavità naturale o patologica (utero, ossa, articolazioni, ferite) raschiandola con un apposito strumento (curette).
Curettage dell’utero per aspirazione Tecnica che consiste nell’eliminare un uovo già impiantato, durante un’interruzione volontaria di gravidanza, o nell’asportare residui placentari dopo un aborto. Questo tipo di curettage è stato spesso chiamato in causa nello sviluppo di sinechie uterine (aderenze delle pareti dell’utero, responsabili di sterilità e aborti spontanei). L’utilizzo della curette è stato oggi sostituito da quello di una cannula aspirante, molto meno traumatica per la mucosa uterina: l’aspirazione endouterina, praticata in anestesia locale o generale, richiede un giorno di permanenza in ospedale.
Curettage bioptico dell’utero Si tratta del prelievo, mediante curette, di frammenti uterini destinati all’analisi al microscopio. È molto utile per la diagnosi delle affezioni intrauterine: polipi, iperplasie della mucosa, cancro. Questo intervento è solitamente preceduto da un’isteroscopia (esame dell’utero con l’ausilio di un endoscopio, tubo dotato di un sistema ottico, inserito nella vagina), che permette di determinare l’esatta localizzazione della patologia uterina. Il curettage bioptico si pratica in anestesia locale o generale, dura circa 5 minuti e richiede un solo giorno di ricovero.
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