DIARREA -Diagnosi
La diarrea acuta riconosce nella maggior parte dei soggetti una causa infettiva, in genere si risolve da sola e non richiede particolari accertamenti diagnostici.
Il problema nasce nei pazienti con diarrea cronica ed è quindi in questi che diventa importante effettuare accertamenti. Il medico sceglierà tra diverse tipologie di esami:
- raccolta delle feci per 3 giorni consecutivi (se superiore a 600 grammi in 72 ore si tratta di una diarrea vera); il volume fecale può essere infatti indicativo della localizzazione della patologia causale. Un ampio volume di feci liquide è suggestivo di patologia a carico dell’intestino tenue o del colon destro; un volume minore con aumento della frequenza evacuatoria, tenesmo ed emissione di muco, pus o sangue è suggestivo, invece, di patologia colica sinistra o rettale;
- esame “visivo”, che consente di apprezzare la presenza di feci maleodoranti, galleggianti, oleose, con residui di cibo indigerito (suggestivi di malassorbimento) oppure di sangue (suggestivo di processi infiammatori o neoplastici dell’intestino);
- esame chimico-fisico delle feci, da eseguire in laboratorio, finalizzato alla ricerca di globuli bianchi, di fibre non digerite, di sangue non visibile (sangue occulto fecale);
- coprocoltura (Salmonella, Shigella, se c’è sangue visibile, Campylobacter, Escherichia coli enteropatogena) ed esame parassitologico (ricerca di Giardia lamblia da acque contaminate ovvero, se i disturbi orientano in questo senso, di ossiuri, tenia, ameba). Nei pazienti che abbiano assunto terapia antibiotica protratta il medico potrà decidere di ricercare la tossina del Clostridium difficile;
- in alcuni casi potrà essere utile richiedere esami ematochimici per la ricerca di segni di infiammazione (globuli bianchi, VES, PCR, alfa-1-glicoproteina acida), oltre che per valutare lo stato di nutrizione (sideremia, vitamina B12, acido folico, colesterolo, trigliceridi, sodio, potassio, proteine del sangue, INR, glicemia) e i valori di ormoni tiroidei, anticorpi anti-endomisio o transglutaminasi, enzimi pancreatici (amilasi e lipasi).
Se gli esami di primo livello risultano non significativi, il medico può decidere di trattare il paziente con una terapia sintomatica basata sulla riduzione dell’apporto di cibi ricchi di fibre e di lattosio, antidiarroici o colestiramina, antibiotici selettivi intestinali, probiotici (per più di 6 settimane).
Qualora invece la coprocoltura risultasse positiva per l’isolamento di un determinato agente batterico o parassita, il medico potrà impostare una terapia antibiotica mirata.
In presenza di un test per il sangue occulto fecale positivo, i curanti decideranno caso per caso se richiedere una colonscopia per ricercare eventuali lesioni sanguinanti e per l’esecuzione di biopsie intestinali.
In presenza di un aumento dei suddetti indici di infiammazione potrebbe essere utile anche un’ecografia dell’addome completo, con studio dell’intestino, nel sospetto di una malattia infiammatoria cronica intestinale.
Infine, in presenza di un’anomalia degli accertamenti volti a valutare lo stato nutrizionale del paziente con diarrea cronica (vitamina B12, acido folico, albumina) o di positività per gli anticorpi significativi di malattia celiaca (anti-transglutaminasi o anti-endomisio), il soggetto verrà sottoposto a gastroscopia con esecuzione di biopsie nella seconda porzione duodenale.
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